CAP 2: DAPHNE'S POV:
La sveglia del mio cellulare cominciò ad emettere un suono metallico e fastidioso, segno che erano le 7:00 del mattino e che era ora di alzarsi. Spensi la sveglia e mi alzai con fatica dal letto: sapevo che era stata una cattiva idea fidarmi di Char, sapendo esattamente che mi avrebbe portata in discoteca per tutta la notte, fino alle 3:00 del mattino! Mi recai in bagno facendo una doccia fredda, indossai un jeans, una camicia azzurra a maniche corte, un paio di ballerine di pelle blu e la borsa dello stesso materiale inserendoci il telefono e il documento della polizia, mi truccai leggermente e uscì dall'hotel dove, all'ingresso, mi aspettava un taxi che avevo chiamato poco prima.
Arrivata al commissariato e dopo aver pagato il tassista, scesi dalla macchina cominciando ad ammirare il grande palazzo bianco. Tirai un grande sospiro ed entrai nel palazzo.
"Buon giorno. Mi chiamo Daphne Böck, sono qui perché devo lavorare qui e vorrei sapere il piano sul quale si trova il mio ufficio." Chiesi ad un simpatico signore baffuto che si trovava all'ingresso.
"Allora, si deve recare al terzo piano e dividerà il suo ufficio con tre colleghi" mi informò l'uomo sorridendomi, dopo aver maneggiato il computer.
"Bene. Ah, dimenticavo! Ho trovato questo documento e credo che sia di un suo collega.." gli dissi porgendo la custodia di pelle blu. L'uomo prese il documento, mi sorrise e mi informò che se ne sarebbe occupato lui a restituirlo al poliziotto distratto. Ringraziai l'uomo baffuto e cominciai a recarmi presso il mio ufficio.
"Buon giorno" dissi timidamente entrano nel mio nuovo ufficio, trovandoci un uomo grassotto dagli occhi verdi che, non appena mi vide, si alzò dalla scrivania lasciando delle carte che stava leggendo.
"Piacere, mi chiamo Fritz Kunz" mi accolse stringendomi la mano "E tu dovresti essere Daphne, giusto?" io acconsentì e lui continuò "Con noi lavoreranno altri due colleghi che ora sono in giro per fare domande ad alcuni indiziati. Ieri è stato compiuto un omicidio." Mi indicò la mia scrivania e cominciammo a parlare in attesa che gli altri due colleghi arrivassero.
ALEX'S POV:
"Quindi la vittima si chiamava Enrica Rossi ed era di origine italiana. Era qui per lavoro.." cominciò Christian, facendo un piccolo riepilogo dell'omicidio di cui ci stavamo occupando.
"Il signore che lavorava nell'hotel nel quale la signora alloggiava ci ha detto che ieri sera si era incontrata con un uomo e che hanno litigato.. Chiama il signore: deve fare un identikit di quest'uomo miste.." affermai al mio collega, ma fui interrotto da Alf, il quale mi porse il mio distintivo. Lo guardai stranito.
"La prossima volta stai attento, Alex! Non è la prima volta che perdi il distintivo!" mi rimproverò l'uomo.
"Lo avevi tu?" gli chiesi con un'aria stranita. Ma Alf non fece in tempo a rispondermi che Rex si posizionò sulla mia gamba cominciando ad annusare il distintivo.
"Rex che fai?" gli domandai curioso.
Improvvisamente scese dalla mia gamba e cominciò a salire le scale correndo e abbaiando, per poi recarsi in ufficio.
"Ma si può sapere perché Rex sta correndo così? Non l'ho mai visto così veloce!" si lamentò Christian, salendo le scale cercando di mantenere il mio passo.
Appena arrivati in ufficio, vidi la seguente scena: una ragazza dai capelli bruni era stesa a terra che rideva mentre accarezzava Rex che le era buttata sopra.
"Rex!" lo rimproverai, ma sembrava che non mi ascoltasse. Lo ripresi nuovamente, ma niente.. Certo che
alcune volte Rex è veramente una testa calda!