CAP 15

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CHRISTIAN'S POV:
"Te lo chiedo per l'ultima volta: dov'è Daphne!" Urlai in faccia all'accusato, sperando che parlasse.
"Si sta divertendo con degli amici" rispose ghignando.
Lo presi per il colletto furioso.
"DOVE CAZZO È?" i miei occhi nei suoi color ghiaccio. Come il suo cuore.
"Christian, calmati! Così non otterrai niente!" Mi calmò Kunz.
"Ha mia nipote in ostaggio e devo stare calmo?" Gli urlai in faccia segnando l'accusato.
"Prima o poi deve parlare se vuole collaborare con la giustizia, ottenendo una piccola riduzione della pena!" Intervenne ancora Kunz.
Mark sembrò illuminarsi quando sentì riduzionde della pena.
"Nel palazzo accanto a quello dove avete trovato me, Fischer e Ada. Per entrare dovete indossare i mantelli per coprire le facce e dovete dire i nostri nomi, altrimenti non potete accedere. Il palazzo è color bordeau. Non appena siete dentro dovete seguire il corridoio illuminate da torce e, ad un certo punto, vi troverete in un bivio di scale che portano a due piani sotto terra. Prendete quello a destra. Fate presto, però, so che il consiglio voleva uccidere Daphne dopo essersi approfittato di lei." Affermò Mark calmo, osservando le sue mani.
Senza proferir parola, chiamai Karla, una mia collega, dicendole di chiamare Alex e di prendere i tre mantelli neri e raggiungermi, successivamente, in macchina.

ALEX'S POV:
"Ada, perchè?" Stavo interrogando Ada e le stavo chiedendo perchè si trovasse in quel giro malfamato. "Hai una figlia piccola" le ricordai.
"Hai mai sentito parlare di disperazione?" Cominciò la donna. "Dopo esser rimasta in cinta, andai dai miei genitori sperando che mi avrebbero accolta a casa, ma non è stato così. Mi hanno cacciata di casa. Ho cominciato a vivere come una barbona con il pancione finchè, un giorno, Fischer mi trovò e mi accolse a casa sua. All'inizio andava tutto bene, ma poi scoprii che faceva parte del consiglio e, dopo il parto, iscrisse anche me dicendomi che avrei guadagnato tutto ciò che volevo. Ed è stato così. Ho potuto assicurare scuola e diverse attività a mia figlia. Con soldi sporchi, certo, ma erano sempre soldi."
"Ora dimmi la verità, Ada: Sissi è davvero mia figlia?" Chiesi con il cuore a mille, aspettando una risposta.
Ada scosse la testa e io tirai un sospiro appoggiandomi allo schienale della sedia.
"Alex, Christian ha detto di prendere i mantelli e recarci da lui in macchina: Mark ha parlato e andiamo a prendere Daphne" irruppe nella stanza Karla.
Mi alzai di scatto, ma Ada mi blocco per il braccio.
"Sissi verrà allontanata da me?" Chiese la donna con gli occhi lucidi.
Sscossi la testa: "Rimarrà con te in carcere fino alla maggiore età" risposi per poi prendere i tre mantelli neri e correre, con Karla, da Christian che ci aspettava in macchina.

Non appena arrivammo al palazzo indicato, io, Karla e Christian indossammo i mantelli e alzammo il cappuccio.
Bussai alla porta e una voce, dall'interno della struttura chiese: "Chi è?"
"Mark" rispose Christian.
"Ada" disse Karla.
"Fischer" risposi io.
L'uomo ci aprì la porta e, non appena fmo dentro, gli sferrai un pugno talmente forte, da fargli perdere i sensi.
Christian cominciò a camminare nei corridoi e, dopo esserci trovati difronte ad un bivio, tirammo fuori le pistole e prendemmo la strada di destra che, con delle scale a chioccia, portava a un piano sotto terra.
Ad un certo punto sentimmo risa e voci maschili.
" Che dici collega, ti vuoi divertire ancora?" Chiese una voce maschile.
Cristian si irrigidì. Gli toccai la spalla, segno che doveva star fermo.
"No no, grazie collega" rispose la seconda voce "Ora dire che è giunto il momento di porre fine a tutto questo.."
"Che volete fare?" La voce tremente e terorizzata di Daph.
"Non ti preoccupare, bocconcino." La prima voce.
Feci segno a Christian di scendere le scale senza farci sentire e, non appena fummo alle spalle dei due uomini, vidi Daph che era legata ad un letto e, non appena ci vide, le feci segno di non fiatare.
Karla e Christian posero le loro pistole alle tempie dei due uomini.
"Mi sa che qui è qualcun altro a porre fine a qualcosa" dissi ironico "giù le armi!" Ordinai e i due obbedirono poggiando giù le armi e alzando le mani.
Si sentirono le sirene della polizia: segno che Kunz era arrivato con le scorte.
In seguito, io e i miei colleghi, alzammo i cappucci e Christian e Karla portarono su i due incappucciati.
"Alex" la voce fioca di Daphne.
Mi girai erso di lei e, solo allora, potei osservarla meglio: capelli disfatti e trucco colato, vestiti strappati. I suoi occhi erano lucidi e minacciavano di far fuoriuscire lacrime.
Le cominciai a slegare le caviglie e i polsi, sotto i suoi occhi attenti.
Non appena fu libera, mi abbracciò e si sfogò piangendo.
"È tutto finito, Daph, è tutto finito" le dissi accarezzandole la testa che era sull'incavo del mio collo, lasciandole, di tanto in tanto, qualche bacio tra i capelli.

Un amore inaspettatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora