Capitolo 7

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Dorian è fuoco. Un fuoco fatuo. Un fuoco ghiacciato. Vorrebbe anticipare il dolore, urlare prima che ce ne sia bisogno, vincere quella tabula rasa che ha davanti, parole, suoni, vuoti, vani, ha solo sedici anni. Eppure sente un bisbiglio dentro l'anima che gli suggerisce di urlare, di uscire, impazzire, accarezzare lentamente il viso di sua nonna, vorrebbe suo padre, accanto a sé, proprio ora, in questa stanza che sembra un universo, un sistema di pianeti sparsi ad asteroidi e comete, meteoriti pronti a scagliarsi contro il suo muro di fragilità, pronti a frantumare il cielo blu, il narciso immerso nel suo cuore.

Dorian è un fuoco.
Per molto tempo ha avuto la possibilità di riscaldarsi, sentiva il cuore a riparo, danzava nelle emozioni della vita, era immerso in un quadro di affetto e sorrisi, un campo di girasoli, il fuoco era quel sole che dona movimento ai fiori dorati, lui era il fiore più bello.
Finché aveva avuto la possibilità di assaporare i raggi del sole il suo cuore era stracolmo di sogni, infranti, ma integri, vuoti, ma pieni di speranza, non aveva mollato mai, era stato amore.
Poi lentamente si era allontanato dal fuoco, è come se avesse compiuto un viaggio alla ricerca di qualcosa che fosse più leggero, più sottile, è Dorian che si allontana da quel fuoco, è lui il girasole che prende il volo, ma il fuoco è lì, il sole è sole, il fuoco è fuoco, è immobile. Dorian se ne è andato con il vento, leggero, ha trovato rifugio in una casa di vetro, di neve.
Ora è neve. Notte infinita. Dorian è neve.

Nella sua camera Dorian cerca di rimettere in sesto le ultime cose, ormai si è rassegnato all'idea che l'oggetto del furto sia stato proprio il suo amato libro, è tutto inevitabilmente così triste. È come se una parte della verità sia volata via, senza un perché.
Ora scende nel piano inferiore, deve avvertire sua nonna, deve informarla del furto, gli batte forte il cuore, ha paura che le parole gli scivoleranno dalle labbra come un fiume, annaspando, per riuscire a galleggiare, vivere, silenzio, scortica piano il martellare del suo pianto, piange dentro di sé. Sua nonna Ersilia ha già troppe cose a cui pensare, il carico delle emozioni è già al culmine, è un vaso strabordante di acqua, non riesce a contenere ulteriori paure e inganni, iniquità.

<< Nonna! Nonna! Dove sei?>> urla Dorian.
Non può attendere molto, deve cominciare a prestare attenzione ai dettagli, alle mani che tremano.
Poche parole, non può temporeggiare, dirà a sua nonna tutto ciò che va detto, ogni particolare. Ciò che sa. Ciò che pensa. Ciò che pensa di sapere.

É difficile. Anche perché il furto apparentemente è avvenuto in quella sola sua stanza, quasi fosse stato compiuto da uno stesso abitante, che conosceva il posto dove era stato conservato.
Sua nonna è davanti al fuoco che sta riscaldandosi, lentamente si avvicina senza fare rumore, tacito, a passi leggeri.
<<Nonna, devo dirti una cosa..>> sibila piano, quasi come se avesse paura di parlare, con la persona in questo momento a lui più cara.
<< Dimmi, figliolo>> risponde lei a bassa voce, con un non so che di vago e particolarmente diverso dal solito.
<< Qualcuno è stato qui durante la nostra assenza, ha rovistato nella mia camera e ha preso il libro del nonno, non credo che abbia preso nessun altra cosa dalla casa, devi stare tranquilla, è solo un vecchio libro, non importa..>> le dice Dorian preoccupato più del dovuto.
<< Chi può essere interessato ad un libro misconosciuto? Che strano! Un ladro ci si aspetta che entri in una casa per rubare ricchezze, gioielli, ma chi sognerebbe di rubare un libro, che non possiede nessun valore?
Dorian, credo che qui sia in gioco la tua vita e il tuo futuro, non avrei mai pensato che il passato potesse riaffiorare ancora, tua madre, tuo padre, tuo nonno, quel giorno di tre anni fa, io non so più se riesco a essere forte per tutti e due, cadere, rialzarsi, piangere, io non posso farcela, ho bisogno che tu mi ascolti, non avrei mai pensato che questo giorno sarebbe mai arrivato, è giunta l'ora che tu sappia parte della verità su tuo nonno, quel libro, quando fu scritto, il motivo per il quale tuo nonno era così legato a tua madre, la fragilità di tua madre, mi dispiace di non aver mai avuto il coraggio di parlartene prima d'ora. Le parole nel vocabolario sono davvero molte, ma io cercherò di trovare quelle giuste, hai il diritto di conoscere parte della verità, dico "parte" perché il resto dovrai scoprirlo da solo, non conosco che una minima parte della storia, quella che ho vissuto sulla mia pelle, non piangere, ascolta, siediti, potrai urlare e non capire, scappare, capirò.
Potrai abbracciarmi, capirò.
Potrai anche piangere se lo vorrai.
Perdonami. Di averti nascosto ciò che io so.
Perdonami di averti guardato per tutti questi anni ed essere rimasta in silenzio, perdonami di non esser riuscita a tirare fuori le parole, una volta per tutte.
Perdonami di non averti abbracciato abbastanza, di non esser riuscita a darti la forza che ti serviva, perdonami di aver riempito di lacrime il tuo volto, di aver poggiato il capo sulla tua spalla, quella spalla che cedeva, cigolante.
Perdonami Dorian, ora siediti. Ascoltami. Ti parlo con il cuore in mano. Dammi le mani, non lasciarle. Voglio sentire il calore del tuo corpo, i brividi, sarò pronta a darti la forza che non ti ho dato in tutti questi anni.
Non è facile, lo so.
Cercheremo di volare a molti anni fa. L'inizio della storia, il viaggio che faremo, potrebbe sconvolgerti, correremo il rischio.
Correremo il rischio di cadere. Ci rialzeremo mano nella mano.
Ma ti prego, ascoltami...>> le sussurra sua nonna, in lacrime.
Dorian è esterrefatto. Lacrime scendono e camminano lungo le guance bianche del suo dolce volto.
Un abbraccio. Semplice. Infinito. Quel fuoco. È proprio il fuoco da cui Dorian si è allontanato la scena di quel afflato spirituale, corrivo, imperscrutabile.
Dorian ha paura. Questa volta è la paura dei "segreti". È una paura che non ha mai mostrato a nessuno, anche perché è la prima volta che la prova, è come sentire un vento dentro le orecchie, la sensazione che il mondo non sia in equilibrio, la sensazione che si sia rotto quel filo sottile su cui cammina, la sensazione che le cose a poco a poco diventino leggere, lontane, sfocate, ombre. Cenere. Parole. Solo parole. Di un tempo senza fine. Dovrà essere forte. Quella corazza di seta deve bruciarla. In quel fuoco. Sprofondare nel fango. Risalire. Ma un leone. Questa volta é solo un leone. Seta. Seta è cenere.
Bruciata in quel fuoco che è la vita.
Ora serve la criniera di una bestia verace, l'intraprendenza di un animale che corre a perdifiato. Perdersi e poi lasciarsi le mani. Non è il momento giusto.
Ama sua nonna.
Le stringe le mani.
Leggere. Vento. Fiato. Fiato contro fiato. Efferato dolore. Afflato.
Poi si siede accanto a lei.
Pronto ad ascoltare. Il cuore che batte forte, a tempo di musica, veloce. Lacrime, sul viso. Sorriso. Di infelicità.

<< Io non sono tua nonna, Dorian.>> le dice lei.

Allora gli stringe le mani. Più forti. È nave. È nave che si è persa in un mare di stelle. Naufragi sono i meteoriti, che si scagliano contro uno scoglio, argina il mare. Roccia. Vulcano. Esplode. Ha paura. Sibilo. Leggero. Greve. Silenzioso. Trema. Non ha il coraggio di emettere nessun suono. Può un gabbiano volare senza le ali?
Può l'alba giungere senza il sole?
Può una lacrima scendere senza l'amore?
Può l'amore vincere sulle iniquità?
Può il silenzio della sua voce parlare ed esplodere, bruciarsi un po', svanire nella stanza?
Non può.
Questa volta non riesce. Trema. Cerca di emettere un suono. Sono solo piccoli bisbigli, catene di silenzi.
Silenzi di strada.
Parole.
Poi piange. Abbraccia quella donna che gli sta di fronte. Non sa chi sia più oramai.
Ma l'abbraccia. E vola. Questa volta molto lontano. Oltre il muro del fuoco. Verso quel ghiaccio che viaggia nel tempo.
Acciaio. Neve. È neve e acciaio.
Sabbia fredda.
Deve essere forte.
Per quella donna che gli sta di fronte. Che ha tanto lottato, amato, pianto.
Lei cade. Nell'infinito della stanza.
Si accascia sul pavimento, non sente più niente.
È l'ultimo volo dell'usignolo.
È pronto a cantare per l'ultima volta.
Raccontare di quel volo tanto sofferto, che è la vita, il cielo, le stelle, il fuoco, i meteoriti.
Il canto dolce dell'usignolo. E Dorian è il fruscio delle foglie contro cui si scaglia il canto, il canto del mondo.
Ascolta. Ascolta, silenzio. Vita. È in gioco la sua vita.
Il leone è caduto. Ma deve rialzarsi. Per proteggere il suo regno, dall'inverno.

Un leone di seta e di ferroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora