Capitolo 12

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<<Figliolo, sei davvero diventato un ragazzino meraviglioso, con la tua pazienza, i tuoi sogni ancora in piedi, le tue dolci ambizioni, sei davvero il nipote che tutte le nonne desidererebbero, ammiro molto la tua speranza, la tua curiosità, sai, stare ad ascoltare questa lunga storia è un'impresa ardua e richiede pazienza, richiede dover riuscire a mantenere i nervi saldi, i segreti che ti sono stati rivelati finora sono scioccanti, ma devo avvisarti: i prossimi sono ben più sconvolgenti, carichi di dolore, porto con me la colpa di aver negato la vita, una vita umana, di aver acconsentito alle scelleratezze di tuo nonno, tua madre è morta senza saper nulla solo per colpa mia, non ho avuto la forza di affrontare la realtà, sono rimasta nascosta nel mio guscio, ho avuto paura..>>.
Ersilia scoppia in lacrime, sente che la storia sta divenendo sempre più complessa, non è ancora pronta per raccontare il finale macabro e sconcertante, seppur sia consapevole che parte della verità è ignota anche a lei, e che solo Dorian può discoprire quel velo di iniquità che mancano al giudizio universale.
Dorian tende le mani a sua nonna, la incoraggia, percepisce un'immane curiosità dentro di se che lo porta a voler conoscere ogni cosa, il sacrificio richiesto è enorme, ma pensa che ne vale la pena, egli dovrà crescere, maturare, vincere questa lotta senza fine.
Ersilia ricomincia il suo "canto", è debole, dovrà ammettere le sue colpe, ha paura di suscitare l'ira del suo dolce nipote..
Poi la voce comincia a sfiorare l'infimo soffio di vento che s'innalza dalla finestra e la storia si sviluppa nuovamente, gli occhi di Dorian sono carichi di attenzione, è "l'uomo" più paziente che sua nonna abbia mai conosciuto.
<< La grande storia d'amore tra tuo padre e tua madre, che d'ora in poi chiamerò con i loro nomi per comodità, nacque, come ti ho già detto, per caso.
Da quell'incontro ogni cosa mutò radicalmente, tua madre era costantemente persa fra le sue nuvole, io naturalmente capii subito che si trattava di qualcosa di nuovo, lo sguardo di una donna innamorata è indistinguibile, lasciava sempre le frasi a metà, il carico di emozioni era grandemente superiore al normale, tra le sue corse e i suoi respiri, non riuscivo in nessun modo a starle dietro, era ribelle, sentivo il suo cuore batter a mille, all'unisono con quello di Leonardo, che ebbi modo di conoscere solo poco tempo dopo.
Un giorno, in particolare, ricordo che uscì di casa al mattino, doveva incontrare il suo "uomo" seppi più tardi, fu la prova d'amore.
Tua madre amava giocare. Amava creare atmosfere talvolta esuberanti, le piaceva modellare i sentimenti altrui, cercando di instaurare un rapporto solido e neutrale.
Attraverso una breve lettera riferì a Leonardo, il quale, poiché voleva una risposta ad una sua proposta di fidanzamento, era ansioso di conoscere il "responso" della sua amata, che quel giorno avrebbe risposto affermativamente mettendolo alla prova, in modo che ella potesse rendersi effettivamente conto che i suoi sentimenti fossero veri, veri davvero.
Nella lettera, pertanto, seminò una serie di indizi attraverso il quale in una sorta di caccia al tesoro egli avrebbe potuto trovare il nascondiglio dove si sarebbe nascosto quel mattino.
La cittadina dove ora viviamo a quei tempi non era molto grande, Eunice decise di lasciare alcuni segni di riconoscimento nei luoghi più significativi della cittadina, dove, al suo arrivo, egli avrebbe trovato delle indicazioni utili al prossimo passo da percorrere.
Leonardo amava tua madre. Il suono dei silenzi del suo cuore era assordante quando lesse la lettera che gli aveva spedito.
Uscito di casa, quel giorno, così come raccontò tua madre, si diresse inizialmente nel luogo dove era avvenuto il primo incontro, che, avrebbe certamente nascosto un indizio rilevante per proseguire la caccia al tesoro.
Lì effettivamente trovò, su una panchina del parco un ciondolo meraviglioso, che rappresentava un falco legato ad una colomba, in un amplesso irripetibile.
Lo aveva infilato in una bustina blu ricamata agli angoli. Lei osservò la scena da lontano per assicurarsi che tutto proseguisse nel migliore dei modi. E non sbagliava.
Leonardo si diresse effettivamente nei luoghi simbolo del loro amore, che, anche attraverso un piccolo gesto, nella relazione che avevano instaurato, aveva rappresentato qualcosa per i loro cuori.
Bastava che lo sguardo circospetto di Leonardo intuisse o ripensasse a qualche loro incontro e il gioco era fatto. Riconosceva ogni suo oggetto anche dal lontano.
Sentiva l'ambiente circostante invaso da quel suo dolce profumo, intriso di passione, vita.
La caccia al tesoro si concluse la sera stessa.
Eunice si fece trovare in riva al lago che più amava, era affezionata a quel ameno piccolo angolo di paradiso, Leonardo aveva lo sguardo di in vincitore, sentiva nel petto l'orgoglio di esser riuscito a raggiungere il suo obbiettivo dopo lunghi sforzi, elegantemente ricompensati.
Si baciarono a lungo. Sotto lo sguardo invidioso della luna, che, nonostante tutto ama gli innamorati d'ogni tempo, con i suoi occhi velati di malinconia.
Cerca l'amore, cerca l'amore, la luna...

Dopo quella notte, immenso Dorian, Leonardo passava tutti i giorni da casa nostra, dopo la presentazione a me e al tuo nonno, infatti, Eunice si sentiva più sicura di sé, ormai nessun uragano di questo mondo avrebbe usurpato quella fiamma di fuoco d'amore che avevano generato nel più sacro dei santuari.

Mesi dopo, come naturalmente puoi immaginare, giacché il loro amore era diventato una realtà a tutti gli effetti, si sposarono.
Fu un rito ordinario, la cerimonia molto semplice, tua madre non amava questo genere di cose alla follia, sarebbe divenuta ben presto una donna in carriera, responsabile e impegnata nei suoi mie progetti.

Di lì a poco infatti, si sarebbe laureata e avrebbe realizzato il suo più grande sogno.
Leonardo era il suo sostenitore, in ogni cosa, si amavano quei due, così come si amano le foglie di limone al mattino, esposte allo sguardo accecante del sole.

La vita procedeva nel migliore dei modi. Sembrava, apparentemente, che si fosse raggiunto una sorta di equilibrio interiore in ognuno di noi, duraturo e destinato all'eternità.
Taddeo era felice. Nel significato più proprio della parola.
Aveva una famiglia al suo fianco, una figlia che amava oltre ogni modo, una moglie che, nonostante tutto si prendeva cura di lui, cercando di sopravvivere alla paura del vuoto, il vuoto che assalta le menti soggette al cambiamento.
La coppia da poco spostata, viveva, come già sai, nella casa qui accanto, la casa dove sei nato, figliolo, il luogo che per anni hai amato, ma che ora par ricoperto da un velo di dolore e crudeltà, in quell'eco maledetto, in quell'afa maledetta, di quel giorno d'estate...

Ora, Dorian, devi sapere che il prossimo avvenimento, cioè la tua nascita è la chiave di volta di tutta questa storia.
Qui si nasconde un segreto noto a pochi, lo porto con me da tanti anni, è il segreto che ha portato alla morte tua madre, Eunice, il nostro angelo..
È il segreto simbolico di cui probabilmente è venuto a conoscenza tuo padre, una delle reali vittime di questa storia...

Tua madre rimase incinta alcuni mesi dopo il matrimonio, ovviamente, contro il naturale volere della maggior parte di noi, dal momento che Eunice non si sentiva ancora pronta a divenire "madre", lei, lei futura donna in carriera...

Insieme con tuo padre presero la decisione di tenere il bambino, che, così come avviene da secoli e millenni sarebbe venuto al mondo nove mesi dopo.
Oltre ciò, presero la decisione di non conoscere il sesso del bambino, chiedendo pertanto che non fossero rivelate loro informazioni aggiuntive alle essenziali, ritenevano che tutto dovesse essere un regalo voluto dal cielo, che come ogni dono che si rispetti, il più delle volte è una straordinaria sorpresa.
Il giorno in cui nascesti, mio caro Dorian, qualche stella avversa, qualche maleficio stregato, si oppose al tuo concepimento, o meglio, le azioni e gli sbagli degli uomini, come al solito, condizionarono la riuscita di quel dolce miracolo.
Il travaglio fu lungo e difficile, Leonardo non era presente, era stato chiamato urgentemente per un'offerta di lavoro imperdibile, avrebbe cercato di raggiungere la sua famiglia il più presto possibile, ma tutto ciò non accade e fu rilevante, fu un errore fatale.
Io, quel giorno, io personalmente stretti male, sentivo che il cuore cedeva a poco a poco al carico di emozioni che mi aspettava, un malore mi costrinse a rimanere a casa quel giorno, ancora oggi, sì, credo che quel giorno il fato si mise contro di noi, non c'è nessun altra spiegazione, nessun altra...
Ad assistere al travaglio di tua madre rimase Taddeo, tuo nonno, era l'unica persona rimasta che potesse tenderle la mano, e abbracciarla, in un giorno difficile...
Ma non fu abbastanza, qualche folle idea balenò nella sua mente quel giorno, io non so se riesco a finire questa storia, so solo che mi dispiace, mi dispiace enormemente di non aver potuto aiutare tua madre nel momento del bisogno, io sono colpevole, sono colpevole indirettamente di aver nascosto il segreto e di aver negato la vita insieme con la sua famiglia ad una creatura innocente, fragile, vittima bianca...
Sono colpevole, Dorian, e mi porterò questa colpa nella tomba, per sempre>>.

Un leone di seta e di ferroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora