Capitolo 16

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Ci si accorge fin troppo tardi dei propri errori. Poi si cerca di afferrarli, con una rete di seta, sottile, leggiadra, che non lascia spazio a ripensamenti, turbolenze, sogni infranti. Si cerca di ritrovare i propri errori per poterli riparare. Donargli quel volto d'incanto, come un velo appena cucito, il volto nuovo della nascita, della primordiale venuta al mondo di qualcuno, di qualcosa.

Dorian, nell'istante in cui esce dalla casa dell'anziana donna, ripensa ai suoi errori. Gli errori che, anche indirettamente ha compiuto, gli errori della sua famiglia, errori che portano le ferite di un tempo che non lo appartiene più, un tempo passato, un tempo di cenere, cenere e lapilli.

Ha un fremito. Come se il ricordo di qualcosa gli si fosse incastrato ad un tratto nelle orbite, come se un fulmine gli avesse colpito, dritto e veloce, con foga, il suo cuore.

Pensa alla donna. Quella con cui ha appena parlato. La donna che gli ha rivelato la parte mancante di una verità che non si lascia oltrepassare. La verità che vuole uscire a tutti i costi. Come un silenzio. Che vuole essere ascoltato a tutti i costi. Senza se e senza ma.

Pensa, riflette, ricorda lo sguardo dell'anziana donna quando le ha mostrato quell'indirizzo, su quel pezzo di carta. Come se, improvvisamente, le si fosse spaccato il mondo davanti agli occhi : lei aveva sussultato.

Dorian è astuto. Non si lascia ingannare. Ha le sue paure che lo proteggono. Il solito paradosso. Le paure che salvano la vita. La paura di essere ingannato.

Terribilmente strano è pensare come una madre conosca tutti quei particolari sulla propria figlia e sul suo nuovo amore, senza tuttavia conoscere un mero indirizzo. "Possibile che non sia a conoscenza dell'ubificazione del luogo in cui vivono ora, perché devono pur avercela una casa?" pensa Dorian.

Allora prende il suo cuore, quello che resta, le briciole del suo coraggio, e torna indietro. Non può essere ingannato. No. Non può farsi sfuggire un'occasione simile. Deve possedere quell'indirizzo. Trovare suo padre. Suo fratello.

Torna indietro, con la consapevolezza di uscirne vincitore. Le sue armi?

I suoi maledettissimi silenzi, che seguono il suo discorso, la sua arringa. Quei silenzi che spaventano. Che incutono timore.

La donna, dopo mille rimorsi e mille No, gli consegna quell'indirizzo, quasi con la consapevolezza che un rimpianto è pur sempre peggiore di un sorriso sul volto di un ragazzino che ha perso la vita in un burrone, eppure una parte è rimasta a guardarla da su, a cercare un appiglio. Quella parte che vive, nonostante il gelo di Dicembre.

Dorian ansima. Sente dentro di sé una malinconia che viene da lontano, vento del nord.

L'indirizzo si trova lontano. Come quel vento. Una terra osannata e odiata. Lontano. Come se fossero spariti per sempre. Perché si sa. L'America è terribilmente lontana anche per un aquilone, che gli vola sopra, volteggiando.

Rimane lì, ad ascoltare il suo respiro. Ha tutte le domande, ma nessuna risposta. E un solo indirizzo.

Poi prende il treno per tornare a casa, ha impiegato fin troppo tempo a cercare qualcosa di troppo lontano, qualcosa di irraggiungibile.

La casa dove abita gli sembra come cambiata. Forse è solo il risultato della lontananza, che annebbia la vista persino ai ciechi.

Ersilia lo accoglie come un bambino che viene al mondo, tra mille sguardi, e cento affanni.

Dorian le bisbiglia ciò di cui è venuto a conoscenza. Lei ascolta. Ascolta con il cuore, come se la parole le filtrassero fin dentro l'anima.

Un leone di seta e di ferroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora