Potrei vomitare a momenti, proprio qui, proprio ora, davanti all'auto di Kaden Hale, il mio finto fidanzato per una sera. Prendo un respiro profondo ed entro nell'auto attenta a non rompermi la testa, espellere sangue al posto del vomito sarebbe un problema ancora più grosso.
«Ciao.» dico non appena riesco a sedermi senza avere incidenti.
«Molto loquace, ciao anche a te.» mi risponde subito, poi mi guarda e quando dico mi guarda mi fa una vera e propria ispezione.
Non credo di avere qualcosa che non vada, ho messo una gonna beige stretta che mi arriva sopra al ginocchio ed è a vita alta, un top bianco senza maniche e un blazer del colore della gonna, stivaletti beige con poco tacco e una borsetta bianca.
Mi sono truccata in modo leggero come sempre e sono fiera di come mi è venuto l'eye-liner stasera, i capelli invece ho deciso di lasciarli sciolti e lisci al naturale.
«Sei» fa per dire ma io lo interrompo subito.
«Stranamente puntuale, si, lo so.»
«Volevo dire bellissima ma si, sei anche puntuale.» risponde sorprendendomi, sento subito il calore assalirmi le guance.
«Grazie, anche tu non sei niente male.» gli dico facendogli l'occhiolino in modo divertente per nascondere l'imbarazzo.
Kaden è semplicemente perfetto con i suoi jeans scuri e la camicia bianca con tre bottoni lasciati aperti, sexy ed elegante come solo lui sa essere.
Al ristorante ci arriviamo quasi subito, mia cugina ne ha scelto uno super elegante e non avevo dubbi al riguardo, prima di uscire dall'auto e affrontare questa serata infernale però, io e il ragazzone parliamo sul da farsi.
«Non fare niente che potrebbe farmi partire qualche neurone e dare di matto.» gli dico per la millesima volta da stamattina ad adesso.
«Allora potrò fare tutto ciò che mi va perché i tuoi neuroni sono partiti già da tempo.» mi prende in giro lui ed io gli faccio il medio come d'abitudine ormai.
«Divertente.»
«Ho capito, Parker. Baciarsi solo se è necessario, essere affiatati ma non troppo, niente nomignoli imbarazzanti e niente palpate.» lui elenca tutto ciò che gli ho detto anzi imposto ed io annuisco, «Anche se ripensandoci forse potrei palpeggiarti.» mi dice e per poco non mi strozzo con la mia saliva, mi ricompongo in meno di due secondi però.
«Vuoi avere figli in futuro?» gli chiedo e lui mi guarda smarrito.
«Cosa c'entra adesso?»
«Vuoi o no?» insisto e lui annuisce pur non capendo dove voglio andare a parare.
«Si, in futuro si.»
«Bene, allora non palparmi o potresti perdere la possibilità di averli.» lo minaccio e sul suo viso si apre un sorrisetto divertito che mi scalda il cuore e forse anche un po' le mutandine ma questo non vorrei ammetterlo ad alta voce né ora né mai.
«Potresti palparmi tu.» mi dice ed io decido di stare al gioco, perché è così che facevamo prima di tutto il casino che è successo.
«Potrei.»
«Potrei lasciarmi palpare.» risponde facendo spallucce ed io ridacchio, «Andiamo?» mi chiede poi, io annuisco.
«Andiamo.»
Usciamo dall'auto e quasi non muoio d'infarto seduta stante quando mi prende per mano, come fanno le coppie di solito.
«Vedi di mostrarti meno nel panico ogni volta che ti tocco perché chiunque noterebbe subito che qualcosa non va.» mi dice subito, «Che poi non capisco perché vai nel panico se ti tocco, sono solo io.» noto un pizzico di fastidio nella sua voce.
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Arrivi Tu
ChickLitLily Chérie Parker, meglio conosciuta semplicemente come Lily, ha diciannove anni e la sfortuna dalla sua parte, ogni giorno per lei è come una continua lotta di sopravvivenza, perché si, cerca di sopravvivere alle sue infinite figuracce. È un mix d...