«Accidenti al diavolo! Chiudi gli occhi, subito!» urlo nel panico mentre tento di coprirmi il davanti meglio che posso.
Accidenti al diavolo? Davvero Lily?
«Non che ci tenga a guardarti, miss mutandine unicornate. Ma non credi che comunque abbia già visto abbastanza?»
Kaden continua a guardarmi, stavolta fortunatamente fisso negli occhi, quasi come volesse farmi intendere che molto probabilmente non gliene frega niente di avermi davanti a se mezzanuda.
«Appunto! Hai visto abbastanza quando in realtà non avresti dovuto vedere niente!» urlacchio di rimando guardandolo con aria truce, aspetta, come mi ha chiamata? «Scusa? Come mi hai chiamata?» gli chiedo sperando per me o forse più per lui, di aver sentito male.
«Hai problemi uditivi, miss mutandine unicornate?» ripete con estrema calma, calcando sulle parole per far si che le senta bene, così come lui sente bene la scarpa che gli ho lanciato ma che per sfortuna non l'ha preso neanche di striscio e che si va a scontrare con il muro dietro di lui.
«No, credevo solo che non fossi così stupido da ripeterlo ma a quanto pare non ci tieni per niente alla tua incolumità.»
«Ti ricordo che sono ancora il tuo capo.» mi minaccia cercando di intimorirmi ma sono troppo arrabbiata con Josh per avermi regalato queste maledette mutandine e con lui perché non si toglie di torno, in più troppo morta d'imbarazzo per farmi intimorire adesso.
«Ed io ti ricordo che sono ancora in mutande, potresti andartene?» ribatto fermamente, fulminandolo con lo sguardo.
«Tu sei pazza, adesso ne ho la conferma e so per certo che mi porterai un sacco di guai, spero per te che mi sbagli, ma non credo.» ciò che dice mi fa rimanere un po' male ma di certo non glielo do a vedere.
«Non credi?» borbotto e in tutto ciò mi ero quasi dimenticata di essere in mutande, perciò mi abbasso velocemente e alzo la gonna, la tengo stretta sulla vita.
«Io non mi sbaglio mai.» risponde sicuro di se,«Faccio venire Marilyn con dei vestiti adatti, non tardare più di quanto tu nonabbia già fatto.» detto ciò mi lascia con l'amaro in bocca e senza la possibilità di rispondergli a tono perché si volta e se ne va.
Qualche minuto dopo Marilyn fa la sua apparizione divina ed io per poco non faccio i salti di gioia.
«Cos'è successo?» mi chiede subito lei preoccupata, noto che ha una gonna in mano che mi passa subito.
«Ho avuto dei problemi con la divisa.» mi limito a dirle perché proprio non mi va di dirle che sono rimasta in mutande davanti a Kaden.
«E il signor Hale come ha fatto a saperlo?»
Mi ha visto le mutande con gli unicorni, ecco come ha fatto a saperlo.
«Credo stesse controllando gli spogliatoi, ha bussato e gli ho detto del problema, in fin dei conti è il mio capo, è a lui che mi devo rivolgere quando ho dei problemi qui.» faccio spallucce cercando di essere credibile.
Non ho mai detto così tante bugie tutte insieme.
«Oh, mi dispiace per il piccolo incidente. Comunque Hale mi ha chiesto di portarti la gonna e dirti di fare presto, sei in ritardo.» mi dice sorridendomi dolcemente, quasi apprensiva.
In ritardo? Sono in ritardo? È colpa della sua maledettissima divisa se sono in ritardo!
Quando Marilyn lascia lo spogliatoio, mi cambio velocemente la gonna. Poi mi avvicino alla porta e proprio mentre metto la mano sulla maniglia per aprirla, beh, mi blocco per qualche secondo perché come minimo dopo la figura di merda che ho fatto, mi ci rintanerei per sempre in questo dannato spogliatoio. Però mi tocca uscire, questo lavoro mi serve e se lavorare qui significa dover vedere ogni giorno la faccia di Kaden Hale e imparare a sopportarlo, beh, lo farò o almeno proverò a farlo.
Spero solo che non sia proprio lui alla fine a portare un sacco di guai a me, credo di attirarne e averne già tanti di mio.
Per tutto il resto della serata fortunatamente non incrocio neanche una volta Kaden e riesco a svolgere più che decentemente il mio lavoro, senza combinare altri disastri o rompere qualcosa.
Lascio il locale dopo aver salutato Marilyn e i due Pinco e Panco, poi lentamente mi dirigo verso casa, o meglio, il dormitorio del college.
Di solito metto le cuffie con tanto di musica quando sono per strada da sola, ma di notte non lo faccio mai, devo tenere orecchie e occhi spalancati purtroppo, perché anche se non è assolutamente normale ed è una cosa che non dovrebbe esistere, una donna non può camminare per strada di notte da sola in tranquillità, di solito noi donne troviamo sempre qualcuno pronto ad infastidirci o anche peggio, molestarci o farci dio solo sa che cosa. In molti negano, in molti fanno finta che non sia niente di che, in molti tacciono, ma la verità è questa, più triste e dura che mai.
Chi non sogna di vivere in un mondo dove donna non è sinonimo di debolezza ma di forza? Dove una donna può essere libera di vestirsi come le pare e piace senza che automaticamente qualcuno si prenda la libertà di molestarla verbalmente o fisicamente? Dove una donna può andare a letto con chi le pare senza essere giudicata male? Dove una donna può camminare sola per strada, tornare di notte sola a casa senza la paura di non tornarci più a casa? Dove donne e uomini abbiano la stessa importanza, la stessa indipendenza, gli stessi diritti, la tanto desiderata parità che dicono di averci dato ma che in realtà è solo una grande ed immensa balla perché per alcuni siamo ancora esseri inferiori, eterne sottomesse?
Beh, io personalmente sogno un mondo migliore, sarò anche troppo stupida o troppo buona, forse anche è decisamente troppo ingenua, magari tutte e tre le cose insieme, ma sogno davvero un mondo migliore per noi donne che dobbiamo subire questo ed altro, sogno un mondo migliore per le persone che vengono insultate, maltrattate, picchiate, uccise e scansate solo perché hanno un colore di pelle diverso, una religione diversa, un orientamento sessuale diverso, una cultura diversa, per essere essere diversi. Perché in molti ancora non hanno capito che essere diversi non è sinonimo di essere cattivi, essere strani, essere scarto o nullità. Non hanno capito che abbiamo tutti la stessa importanza nel mondo.
Ma purtroppo viviamo in questo di mondo e dobbiamo adeguarci, si, dico bene, adeguarci. Ma assolutamente mai e dico mai smettere di lottare con le unghie e con i denti per i nostri diritti, per il nostro futuro e per far sì che sia migliore.
Quando arrivo in stanza tiro un sospiro di sollievo, anche perché ho le gambe che mi fanno male per la camminata e per il fatto che sono stata in piedi tutto il giorno, in più sto morendo di sonno. Noto che India e Cara stanno già dormendo perciò cerco di fare meno rumore possibile. Lascio la borsa con il cambio sulla sedia della mia scrivania e subito corro in bagno per farmi una doccia, ho bisogno di togliermi la puzza di alcolici e il leggero sudore di dosso. Mi spoglio velocemente e non appena le mie mutandine toccano terra divento subito rossa ripensando a ciò che è successo.
Miss mutandine unicornate.
Così mi ha chiamata Kaden Hale, mi sono sentita talmente in imbarazzo! Beh, guardandola da un'altra prospettiva però ho scoperto che anche lui sotto sotto ha del senso dell'umorismo -contorto si, ma pur sempre senso dell'umorismo- e fantasia.
Butto quelle maledette mutandine nel cestino della biancheria sporca e mi lavo velocemente. Quando esco una trentina di minuti dopo -si, non proprio veloce, ma io adoro stare sotto la doccia, ci dormirei anche, se potessi-, metto il mio adorato pigiama perché si, io amo i pigiami e ne ho di tutti i tipi, decido di non asciugarmi i capelli e faccio una treccia per far sì che siano mossi l'indomani, sperando comunque che non mi venga il raffreddore. Quando finalmente finisco di fare tutto mi getto praticamente a capofitto sul letto.
E giuro che ci metto davvero poco ad addormentarmi e sognare ancora e ancora quella maledettissima figuraccia.
•Spazio autrice•
Ciao a tutti! Volevo solo dirvi, farvi sapere che sono ufficialmente tornata. Mi dispiace avervi fatto aspettare così tanto, ma come sapete o spero sappiate sono stata hackerata e ho dovuto aspettare moltissimo per riappropriarmi del mio account. Comunque aggiornerò più spesso e credo anche che pubblicherò un'altra storia che sto scrivendo. Presto ne saprete di più. Vi lascio con questo capitolo che spero vi piaccia, ci tengo molto alle cose che ho scritto in questo capitolo perché è la realtà, è ciò che viviamo, è ciò che penso e sento. Vi ringrazio per il supporto.
Vi abbraccio.
-Noemi💕
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Arrivi Tu
ChickLitLily Chérie Parker, meglio conosciuta semplicemente come Lily, ha diciannove anni e la sfortuna dalla sua parte, ogni giorno per lei è come una continua lotta di sopravvivenza, perché si, cerca di sopravvivere alle sue infinite figuracce. È un mix d...