Capitolo XXII

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Non mi va di rileggerlo, come sempre :)
Spero non ci siano troppi errori, in caso fatemeli notare :(
(Dovevo aggiornare circa alle 11, ma mi son dimenticato)
buona lettura <3




"Mi stai facendo troppe domande, che stai dicendo?" Brontolò il rosso strizzando gli occhi.

"Ok, ti porto a casa." Langa si alzò, e si caricò: il suo zaino, lo skate di Reki, e Reki stesso sulle spalle.

Sembrava un asino da traino.

Dopo cinque minuti in cui si strascinava dietro il rosso si rese conto di non sapere dove abitasse.

"Non hai bevuto mica a lavoro?" Gli chiese il più alto cercando di risvegliarlo almeno un po'.

"No ovvio." Disse Reki ridendo

"Bene, dove abiti?"

"A casa mia."

"Ti prego, è il momento meno adatto per scherzare."

"Ho la posizione sul cellulare, prendi." Disse La zucca rossa estraendo dalla tasca il telefono.

"Non te lo avrei mai dato il telefono." Langa ripensò alle parole che gli furono rivolte da Reki qualche giorno prima, ed erano molto incoerenti rispetto alle sue azioni.

Sbloccò comunque il telefono, e trovò la posizione di casa Kyan.

"Bene andiamo." Disse ricaricandosi tutto in spalla.

Dopo vari minuti di cammino, qualche rischio di cadere, morire investiti, fratturarsi qualche osso, esser rapiti finalmente giunsero a casa.

Guardò l'orario e notò che fosse molto più tardi di quel che pensasse, infatti eran le 22:15.
(PRONTO ALLE PERSONE CHE LEGGERANNO EREN ANZICHÈ ERAN.)

"Cazzo, e se stanno dormendo?" Domandò Langa al rosso che si era staccato dalla sua spalla.

"C'è la chiave sotto il tappeto, ironico no?" Rispose Reki sbadigliando.

La zucca rossa si stese sull'uscio di casa, senza la benchè minima intenzione di alzarsi.

"Immagino che mi tocchi trasportarti fino a dentro?"

"Ehfheinf."

"Ok, immagino di sì."

Il più alto sollevò il tappeto e prese la chiave.

"Davvero ironico, i giapponesi son tutti cosí stupidi? Dove pensano di essere, in un anime?" Si chiese Langa aprendo la porta.

Le luci eran tutte spente, di conseguenza era buio.

Afferrò Reki per i polsi e lo alzò.

"Indicami camera tua e vado via."

"Quella." Disse Reki facendo segno ad una porta rossa.

"Che sobria." Rise il più alto guardandola.

Era davvero una camera poco sobria, seppur di media grandezza, c'erano solo  oggetti riguardanti lo skate e lo spazio sembrava poco.

Colori su colori, nessuna forma di ordine.

L'unica cosa ordinata, era il letto, che sicuramente aveva rifatto sua madre poco prima;
Per il resto anche a terra era un casino.

Riviste, rotelle, bombolette spray, tavole di legno.

"Sembra una falegnameria." Disse La testa blu poggiando il più basso sul letto.

"Casa dolce casa."

"Bene, io ora vado."

Fu afferrato per la manica della sua solita camicia da Reki.

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