Capitolo XIII

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I CAPITOLO CHE NON VEDEVO L'ORA DI POSTARE, in realtà non fanno piangere, però è un po' triste, non so perché lo sto postando, ho postato meno di 24 ore fa🤡

TW: segnerà l'inizio di "eventi" che potrebbero "nuocere" dar fastidio a qualcuno.

A fine capitolo ci sarà una sintesi per chi ha saltato tutto per il warning!

⚠️TW: autolesionismo, disturbi alimentari.⚠️

Ray tornò in camera sua, e dopo pochi minuti arrivò Aoi.

"Signorino, Cosa vuole che le prepari per cena?" Chiese dolcemente la donna entrando in casa.

"Oh, ho mangiato un sacco di cioccolata, quindi non mi va molto di mangiare."

"Ne è sicuro?"  La domestica notò la tensione che si fosse creata ed iniziò a girovagare per casa.

"Si, sono sicurissimo."

"Quindi non le darebbe fastidio se aprissi il frigo per controllare che abbia veramente mangiato."

"Invece mi darebbe fastidio." Sputò il corvino in modo cattivo spingendo una mano sulla porta del frigo, in modo che non potesse aprirlo.

Ci furono secondi di silenzio in cui Aoi lo guardò con le lacrime agli occhi.

"Cosa le sta succedendo? Perchè non vuole mangiare?" Gli domandò la donna portandogli una mano sul volto ed accarezzandolo.

"Sono sazio, ho mangiato. Poi quel che faccio non ti riguarda, pensa al tuo lavoro." Rispose Ray spostandole le mani.

"Allora io vado."

Ancora sull'uscio della porta la donna si girò e gli disse:

"La prego, non mi faccia preoccupare più di così. Le preparerò qualcosa comunque, lo lascerò nella cucina vicino il capanno in giardino."

Terminata la frase uscì dalla porta lasciando solo Ray, il quale si fiondò sul frigorifero per nascondere l'intero pacco di barrette che non aveva mangiato.

Le nascose in giro per la casa, pregando che per quando Aoi facesse le pulizie non le trovasse.

Spesso faceva così, non era un bel periodo.

Andò d'avanti lo specchio ed alzò la felpa.

Era magro, si, ma agli occhi degli altri.

Sotto il suo punto di vista no, vedeva nello specchio tutto ciò che odiava.

"Questo è il mio riflesso?" Si chiese toccandosi la pancia.

Andò in bagno e si chiuse la porta alle spalle.

Si accasciò dietro di essa e le lacrime presero a scendergli per il volto.

Più strizzava gli occhì, più  copiosamente continuavano il loro percorso, quindi decise di lasciarle perdere e di abbandonarsi in quello sfogo.

Aveva trattato male anche una delle poche persone che si preoccupasse davvero per lui, ed ora si sentiva ancor peggio.

"Forse non dovrei esistere." Si disse ormai spoglio mentre preparava la vasca da bagno.

Girò lo specchio non appena vide il suo corpo all'interno.

Con la solita grazia che lo distingueva poggiò entrambi i piedi nell'acqua bollente, che sollevava gran quantità di fumo.

Le lacrime ormai eran cessate, lasciando il posto agli occhi arrossati  e due segni sotto di essi abbastanza evidenti.

"Ci mancavano solo questi segni osceni." Disse agitando l'acqua in cui stava fissando il suo riflesso.

Prese il bagnoschiuma ed iniziò ad insaponarsi le braccia, facendo attenzione ad i tagli che portava su di esse.
Posò poi la testa sul bordo della vasca e si abbandonò a quel silenzio.

Pensò che la sua esistenza sarebbe dovuta cessare in quella stessa notte.

Ai suoi genitori sarebbe importato qualcosa?

Suo fratello sarebbe tornato dalla Francia per il suo funerale?

Qualcuno avrebbe versato qualche Lacrima per lui?

Qualcuno lo avrebbe apprezzato?

Qualcuno gli avrebbe portato dei fiori sulla tomba?

Queste numerose domande iniziarono a girargli per la testa, e si rese conto del fatto che il silenzio non gli giovasse affatto.

Si alzò velocemente dalla vasca da bagno cercando qualcosa per zittire la sua mente.
Afferrò la piccola e fredda lametta che era sullo scaffale e la portò vicino le braccia.

Ritornò a guardarsi il tagli che tanto odiava, gli facevano disprezzare ancora di più se stesso facendolo sentire inferiore.

Inferiore a suo fratello, inferiore ai suoi genitori, ai suoi amici ed a chiunque altro esistesse sulla faccia della terra.

E se ripensava al fatto che non si piacesse le lacrime ritornavano a scorrere.

"Dovrei concentrarmi sul dolore fisico in questo momento, forse lo merito? È colpa mia?" Io sono nato così, è colpa mia se ho questo aspetto, se ho questo corpo, se ho questo temperamento, è solo colpa mia."

Strinse Quella Lama tra le mani lacerandosi il palmo.

La sensazione del sangue, e quel rosso acceso lo riportarono alla realtà, e si rese conto di cosa stesse facendo.

Gettò quella Lama il più lontano possibile, sciacquandosi il sangue dalla mano.

"Sono un idiota, ovvio che non è colpa mia." Cercò di convincersi.

Nello stesso bagno si curò la ferita passandoci l'acqua ossigenata.

"AHIA, questa brucia."

Guardò la lama e le gocce di sangue presenti a terra.

"Non succederà più che io mi riduca in questo stato.."

Le lacrime ritornarono sul suo viso, ma stavolta si confusero con l'acqua.

Si rimise in vasca rimanendo con la lama tra le mani.

Posò il suo sguardo sulle braccia.

"Ed io merito tutto questo?"

Poggiò la lama sul bordo vasca e decise di non pensarci, era il giorno della svolta.

Sarebbe rinato dalle sue stesse ceneri come una fenice.
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sintesi per chi ha saltato il capitolo:
Ray litiga con Aoi perchè voleva controllare se avesse mangiato.
Era autolesionista, infatti ha dei tagli sulle braccia che nasconde spesso con le felpe.
Non si piace, infatti cerca di dimagrire saltando pasti e mangiando irregolarmente.
Si taglia il palmo della mano e si rende conto del fatto che lui non meriti tutto questo, merita una svolta.



spazio autore: i love him so much, va protetto vi prego.
Lips bite, domani aggiorno di nuovo forse

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