Hai gia ucciso?

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"Diego,tutto bene?" Mi domanda vedendomi con la testa fra le mani,intento a fare respiri profondi per evitare di spaccare qualcosa.

"Tutto bene un cazzo!" Sbotto buttandomi sullo schienale del divano.
Rossella mi siede accanto poggiandomi una mano sulla spalla.

"Rossella, non ho un piano. Ho agito d'istinto venendo qui ma non risolverò nulla. Ho fatto un casino enorme e adesso tutti mi tengono in pugno!".

Fa un sospiro. "Sei stato sempre un ragazzo dalle mille risorse,devi solo ritornare sul tuo obbiettivo e vedrai che capirai cosa fare. Noi siamo con te Diego,per qualsiasi cosa!" Mi abbraccia solo come lei sa fare,solo come una madre fa.
Una madre che per colpa di mio padre non può più essere madre...

"Non riesco più a ragionare lucidamente ormai. Ho costantemente il terrore di fare qualsiasi passo per paura che possa perdere anche lei..." mormoro mentre dentro di me sto lottando con i miei mille pensieri contrastanti.

Alcuni pensieri mi dicono di rifarci una vita lontani da tutti ma la parte razionale di me sa che soffriremmo e basta.
Non so che fare ormai.

Sua madre che mi minaccia perché vuole vederla solo ed esclusivamente con Tommaso,mia sorella che non ha più notizie da me da quando sono partito,mia madre che vorrebbe riprendere i rapporti ma ho troppa paura di essere deluso,mio nonno che non vuole più parlarmi da quando mi ha cacciato da casa sua... La mia vita ormai è al limite!

Mi lascio sovrastare dalle lacrime bagnando la spalla della persona che curava ogni mia ferita durante la mia vita qui.

"Tesoro mio,piangi,sfogati più che puoi!".

Mentre mi lascio coccolare e tranquillizzare da Rossella mi squilla il cellulare.

"Pronto" dico schiarendomi la voce.

"Abbiamo bisogno di te!"

In meno di due minuti sono già per strada alla guida del vecchio motorino di Salvatore dirigendomi all'indirizzo riferitomi.

"Novantadue..." dico tra me cercandolo.

Entro dentro il bar dal numero civico novantadue e vedo subito Tano,Peppe,Stefano ed Emanuele alle prese con una decina di ragazzi abbastanza robusti.

Prendo uno dei due ragazzi addosso ad Emanuele da dietro ed infilo il mio braccio sul suo collo tirandolo indietro. Gli sferro una ginocchiata alla schiena e lo vedo accasciarsi a terra.

Mi fiondo ad aiutare a Tano che seppur è il più forte ne ha tre a braccarlo.
"Pezzi di merda!" Strillo facendoli girare. Tano se ne approfitta per tirargli due calci bassi facendoli inginocchiare in preda al dolore. Il terzo si becca un pugno nel naso e uno allo stomaco.

Corriamo verso Stefano e Peppe che sono stati bloccati dagli altri cinque tipi. Tre tengono Peppe mentre gli altri due riempiono di calci Stefano.

Essendo in minoranza io e Tano capiamo subito cosa dover fare. Io mi munisco prendendo una sedia di ferro mentre lui due bottiglie di vetro da dietro il bancone.

Senza tante storie li colpiamo alla schiena facendoli atterrare ai nostri piedi.

"Stefano,stai bene?" Gli chiedo cercando di sollevarlo. Tossisce appena ci provo e mi fa cenno di star fermo con la mano.

-

Faccio avanti e indietro lungo il corridoio dell'ospedale in attesa di notizie. Un infermiera esce dalla porta blu e viene verso di noi.

"Abbiamo dovuto operare il paziente,sta avendo un emorragia interna. Speriamo vada tutto bene,i medici sono davvero in gamba!" Ci informa con lo sguardo afflitto.

"Lei pensa che ce la farà?" Chiedo spontaneamente,ma guardandola capisco che non sta andando bene come ha detto,per nulla.

"È giovane e pieno di forza. Speriamo che vada per il meglio!" Fa un sorriso tirato e rientra dentro.

Guardo Tano mentre mi assale una voglia potente di sangue e di pestaggi. Basta un solo sguardo per fargli stringere i denti e capire cosa mi frulla nella mente.

"Gira qui!" Strilla al mio orecchio provando a sovrastare il rumore del vento.

Giro lo sterzo e imbocco la traversa indicatami avventurandomi in uno dei quartieri da sempre rivali.

Subito dei tipi più grandi ci bloccano la strada.

"Tano,chi è il tuo amico e cosa ci state facendo qui?" Domanda un uomo sulla cinquantina.

"Don Pino so benissimo che qui non devo starci ma dei vostri amici hanno provocato una rissa in una zona neutrale e adesso Stefano sta lottando tra la vita e la morta!".

Don Pino scambia un occhiata con gli altri uomini accanto a se e poi ci indica dove parcheggiare.

"Solo perché conoscevo tua padre e so che bravo picciotto sei!".

Tano gli dedica un sorriso nostalgico mentre li seguiamo verso una piazza.

Suo padre è morto circa cinque anni fa,all'inizio in cui ero arrivato qui. È stato ucciso con tre colpi di pistola solo perché stava raccogliendo delle arance;certo,in un terreno privato,ma era solo per poter portare un pezzo di pane a casa!

Arriviamo davanti ai ragazzi del bar che subito si scaldano,basta un occhiataccia di Don Pino per calmarli però.

"Davide,questo amico mi sta dicendo che li avete provocati in zona neutrale...". Il ragazzo sussulta un po',posso fiutare la sua paura anche a distanza di qualche metro,ormai la so riconoscere quella scintilla!

"Don Pino non sapevo fosser-" Non riesce nemmeno a completare la frase che l'uomo gli molla un ceffone.

"In terreno neutro non dovete rompere il cazzo a nessuno!" Urla afferrandolo per il collo.

Tano sembra tranquillo mentre io sento il fiato poter mancare da un momento all'altro.
Non sono mai stato abituato a questo.

"Per quale cazzo di motivo Stefano Macaluso sta lottando tra la vita e la morte?" Gli chiede. Davide prova a rispondere ma la stretta che ha Don Pino non glielo permette,appena lo recepisce lo lascia libero.

Davide si massaggia il collo mentre tossicchia.
"Piero si è fatto la sorella di Stefano,l'ha messa incinta e poi l'ha mollata. Quando lo ha visto ha urlato davanti a tutti quanto sia puttana sua sorella e ha descritto le sue tecniche... È stato Tano però a colpirlo!" Gli racconta,mette un po' di distanza tra loro e si voltano a guardarci.

Tano annuisce alla versione del ragazzo.
"Io voglio bene a Catia come se fosse una sorella. Non potevo permettere che tutti sentissero quelle cose per poi andarla ad abbordare per strada come se fosse una prostituta!" Tuona il mio amico. Credo di non averlo mai visto più serio di così.

Sta tenendo i pugni ben serrati e spero vivamente per evitare di scagliarli contro a qualcuno di loro, non usciremmo vivi da qui sennò!

"Piero... Lo stesso Piero che mi ha rubato della cocaina per mesi per rivenderla a caro prezzo." Borbotta Don Pino con un cipiglio. "Se mai il ragazzo dovesse morire hai il mio permesso!".

Si volta lanciando un ultimo sguardo a Pietro e ci sorpassa.

"Hai già ucciso in precedenza,vero?".

ƗnsȺŧɨȺƀłɇDove le storie prendono vita. Scoprilo ora