Una macchina da guerra.

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Sophia

Dopo essere usciti da quella casa Diego sembra sempre più irrequieto. Ho provato a parlargli ma pare essere in una bolla che assorbe tutti i suoni esterni.
Per strada l'unico rumore è quello del motore che sfreccia verso casa.

Non so se potermi avvicinare ed accarezzarlo o dovergli rimanere a distanza.

Scendiamo dall'auto e senza fiatare raggiungiamo la dependance. Diego si rifugia in camera sua,ed è ormai ora di cena quando decido di provare a parlare con lui.

"Diego puoi aprirmi?"

Non ricevendo risposta busso più insistentemente per quelli che sembra due-tre minuti poi la porta si apre.

Guardo il suo viso e non mi ci vuole un genio per capire quale sia il motivo di questi occhi rossi con le pupille dilatate nonostante la luce del salotto illumini il suo viso con prepotenza.

Cerca di sorpassarlo per entrare ma sbarra il passaggio ponendosi davanti e appoggiando le braccia ai lati della porta.

"Soph,lasciami stare per stasera" bisbiglia ma io scuoto la testa.

"Fammi restare con te stasera,ti prego" Sbatto le lunghe ciglia e porto il labbro inferiore in fuori cercando di persuaderlo.

È una tecnica che ha sempre funzionato con la mamma quando voglio che mi compri qualcosa!
Con Diego pare non funzioni però.

"O mi fai entrare in questa maledetta stanza oppure chiamerò il mio spacciatore e mi farò portare una quantità industriale!" Strillo spazientita.

Trattengo il respiro quando me lo ritrovo a pochi centimetri dal viso, non mi ero nemmeno accorta che si fosse mosso.

Soffia con voce rauca sulle mie labbra "Mario e nessun altro spacciatore ti darà ciò che vuoi"

Sento il mio corpo reagisce quando inizia a mordicchiare il mio collo,poi percorrere per quel che può la spalla coperta dalla felpa.

"Come conosci Mario?" Il mio respiro si fa più corto quando mi cinge i fianchi e prende ad accarezzare sempre più in basso.

"Lavora per me. E mi sono assicurato personalmente che non ti fornisca più nemmeno un misero milligrammo di quello schifo"

Nascondo un sorriso ripensando al fatto che mi aveva detto: Se fossi stata la sua fidanzata non mi avrebbe fatto toccare mai più quello schifo.

"Questi vuol dire che sono la tua fidanzata?" Accarezzo il petto muscoloso da sopra la maglietta e lui socchiude gli occhi.

"Non possiamo di certo mentire a mia mamma" mi attira di più a se facendomi accaldare di botto.

Forse indossare la felpa non è stata un ottima idea.

Con una spinta mi attira verso il suo corpo facendo chiudere la porta dietro di noi.

Mette una mano sul mio fondoschiena e l'altra tra i miei capelli facendo unire le nostre labbra,le nostre lingue si accarezzano e si cercano innescando una reazione palpabile tra noi.

Poggia la sua fronte alla mia,l'eccitazione mi cresce a dismisura appena guardo le sue labbra gonfie,mi prende per le cosce ed indietreggiando senza mai staccarsi da me si sdraia sul letto.

"Sono fatto. Se sei incerta dimmelo adesso perché un altro bacio del genere e il mio cervello va in arresto."
Arrossisco violentemente per questa sua schiettezza.

Mi chino di nuovo su di lui e lo bacio facendo ricongiungere le nostre lingue,la mia mano si infila tra di noi e tento di slacciargli i jeans,con un assoluto fallimento.

ƗnsȺŧɨȺƀłɇDove le storie prendono vita. Scoprilo ora