CAPITOLO 20

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"Adesso credo proprio che ci penserete due volte, prima di violare di nuovo il regolamento della scuola, eh?" fece in tono di scherno.

"Se volete sapere come la penso io, i migliori insegnanti sono il lavoro duro e le punizioni... proprio un peccato che non ne diano più spesso come una volta... Allora ti appendevano al soffitto per i polsi e ti ci lasciavano per qualche giorno! Ho ancora le catene in ufficio: le tengo ben oliate, nel caso che servano... Allora, andiamo, e non sognatevi di filarvela proprio adesso: se ci provate, sarà peggio per voi"

Si avviarono attraverso il parco immerso nell'oscurità.

Neville non la smetteva di tirare su col naso.

"Neville, sono così dispiaciuta che tu sia in punizione" disse Sofia "tranquilla, ero fuori dalla stanza per scelta mia, non mi avete detto nulla voi" mormorò lui "si però è colpa nostra".

"McKay sei patetica" sussurrò al suo orecchio Malfoy e lei sbuffò in risposta.

Intanto, si domandava quale sarebbe stato il loro castigo.

Doveva essere qualcosa di veramente orribile, altrimenti Gazza non avrebbe avuto quel tono gongolante.

La luna splendeva in cielo, ma ogni tanto una nube le passava davanti oscurandola, e sprofondava anche loro nel buio.

Davanti a sé, scorsero le finestre illuminate della capanna di Hagrid.

Poi udirono un grido in lontananza.

"Sei tu, Gazza? Sbrigati, che voglio incominciare"

Sofia si sentì sollevato: non sarebbe stato poi tanto male, se gli toccava ripassare con Hagrid.

Quel sollievo dovette riflettersi nell'espressione del suo volto, perché Gazza disse: "Non penserai mica che siete venuti a divertirvi insieme con quello zoticone? Be', levatelo dalla testa, ragazzo: è nella foresta che vi sto portando, e non so neanche se tornerete tutti interi"

A quelle parole, Neville diede un flebile lamento, e Malfoy si fermò, incapace di proseguire.

"Nella foresta?" ripeté, e la ragazza notò che non lo disse col suo solito tono sicuro.

"Ma non si può mica andarci di notte... ci sono in giro un sacco di bestie strane... lupi mannari, dicono"

Neville strinse la manica del mantello di Harry ed emise un suono strozzato.

"quello che ti fa paura, eh?" fece Gazza con la voce che tradiva la sua gioia maligna.

"Ai lupi mannari dovevi pensarci prima di combinare tutti quei pasticci, non credi?"

Hagrid emerse dalle tenebre e si avvicinò a loro, seguito a ruota da Thor.

Portava in mano la sua grossa balestra, e una faretra piena di frecce a tracolla.

"Era ora" disse.

"già mezz'ora che vi aspetto. Tutto bene? Harry, Hermione, Sofia?"

"Io non li tratterei con tanta confidenza, Hagrid" disse Gazza freddamente,

"in fin dei conti sono qui per essere puniti"

"Forse è per questo che siete in ritardo, signore?" chiese Hagrid a Gazza aggrottando le sopracciglia.

"Perché ha perso tempo a fargli la lezione? Ma non è compito suo, questo. Lei ha fatto la sua parte, da qui in avanti me ne occupo io"

"Allora io torno all'alba' disse Gazza, "...a riprendere quello che ne resta" aggiunse poi malignamente.

Sofia McKay e la pietra filosofaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora