CAPITOLO 2

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Una ventina di fantasmi erano appena entrati nella stanza attraversando le pareti.

Quello che assomigliava a un piccolo prete grassoccio disse "per me bisogna perdonare, dimenticare e dare un'altra possibilità..." "mio caro frate, non abbiamo dato forse a Pix tutte le possibilità che meritava? Non fa che screditare il nostro nome, e se devo dirla tutta non è un vero e proprio fantasma...dico...che cosa ci fate qui?".

Un fantasma in calzamaglia aveva notato gli studenti impauriti.

"Nuovi studenti!" disse il frate grasso "in attesa di essere smistati suppongo", quasi nessuno rispose, dato che tutti era impauriti.

"Spero di vedervi a Tassorosso, era la mia casa!"

"Sgomberare!" urlò la voce severa della McGranitt "sta per iniziare lo smistamento" e così i fantasmi si dileguarono attraversando le pareti dell'aula.

"Mettetevi in fila e seguitimi" disse la professoressa.

I ragazzi varcarono un grosso portone ed entrarono in sala grande.

Il soffitto della sala era illuminato da un centinaio di candele sospese a mezz'aria.

c'erano quattro lunghissimi tavoli, apparecchiati con calici d'oro, posate e piatti d'argento, attorno ad essi gli studenti erano seduti.

In fono alla sala su un piano rialzato c'era un altro tavolo e dietro ad esso erano seduti i professori.

La McGranitt accompagnò li studenti davanti al piano rialzato.

Sofia sentì Hermione bisbigliare a una ragazza che guardava il soffito nero che sembrava un cielo stellato "è un incantesimo che lo rende come il cielo nuovo! L'ho letto in Storia di Hogwarts!"

Fu collocato un sgabello davanti a loro, sopra di esso c'era un vecchio capello da mago tutto rattoppato.

Tutti gli studenti fissavano il cappello e lui poco dopo cominciò a parlare.

"Forse pensate che non son bello,
ma non giudicate da quel che vedete
io ve lo giuro che mi scappello
se uno più bello ne troverete.
Potete tenervi le vostre bombette
i vostri cilindri lucidi e alteri,
son io quello che al posto vi mette
e al mio confronto gli altri son zeri.
Non c'è pensiero che nascondiate
che il mio potere non sappia vedere,
quindi indossatemi ed ascoltate
qual è la casa in cui rimanere.
forse Grifondoro la vostra via,
culla dei coraggiosi di cuore:
audacia, fegato, cavalleria
fan di quel luogo uno splendore.
O forse è a Tassorosso la vostra vita,
dove chi alberga è giusto e leale:
qui la pazienza regna infinita
e il duro lavoro non è innaturale.
Oppure Corvonero, il vecchio e il saggio,
se siete svegli e pronti di mente,
ragione e sapienza qui trovan linguaggio
che si confà a simile gente.
O forse a Serpeverde, ragazzi miei,
voi troverete gli amici migliori
quei tipi astuti e affatto babbei
che qui raggiungono fini ed onori!
Venite dunque senza paure
E mettetemi in capo all'istante
Con me sarete in mani sicure
Perché io sono un Cappello Parlante!"

Non appena il cappello ebbe finito di parlare, scoppiarono tanti applausi ed esso fece un inchino ad ogni tavolo.

"Allora dobbiamo semplicemente provare il cappello!" sussurrò Ron a Sofia e Harry "io in verità lo sapevo, me lo ha detto la Greengrass" disse Sofia ridacchiando facendo spalancare la bocca ai due che erano oltraggiati.

"Sofia ovunque andrai sarai sempre la mia migliore amica, quelle estati senza di te sarebbero state orribili" disse Harry all'orecchio della mezza-vampira e le mimò un 'Grazie'.

Sofia McKay e la pietra filosofaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora