Capitolo 17

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<Hey> Salutai Newt entrando nella stanza, chiudendomi la porta alle spalle.
<Hey> Mi salutò lui. Mi dava le spalle, stava osservando il panorama da una finestra.
<Allora?> Gli chiesi riferendomi alla situazione con Aris.
<Tranquilla, ho capito che non sapevi nulla, e che non hai fatto nulla di male> Mi rispose lui freddo.
<Allora cos'hai?> Gli chiesi recandomi accanto a lui.
<Nulla. E' solo che mi fa impazzire il pensiero che quel coglione ti abbia vista nuda> Mi rispose lui.
<Non pensarci> Gli dissi io, mentre chiudevo i miei capelli in un dolce chignon.
<Non è così semplice> Mi rispose lui, portando lo sguardo su di me.
<Che ne pensi se stasera lasciamo perdere gli altri e andiamo sulla costa?> Gli chiesi accennando un sorriso.
<Dipende> Mi rispose lui.
<Dipende da cosa?> Gli chiesi.
<Accetto, ma solo ad una condizione> Rispose lui accennando un sorriso beffardo.
<Sentiamo> Gli dissi roteando gli occhi al cielo.
<Ci facciamo il bagno a mare> Mi disse lui, leccandosi le labbra.
<Ci sto> Gli risposi sorridendo. Lui si girò verso di me, poi mi baciò.
<Quando andremo via da qui?> Mi chiese lui.
<Due settimane> Gli risposi leggermente spaventata.
<Sta tranquilla, andrà tutto bene> Mi rispose, avendo letto con chiarezza la paura nel mio tono di voce.
<Ora però pensiamo ad altro> Mi disse lui portando una mano sul mio fianco.
<No, non pensarci neanche. Sono venuta solo a vedere come stavi, ora dobbiamo tornare a studiare il piano con gli altri> Gli risposi leggermente dispiaciuta.

Le seguenti due settimane trascorsero fluide. A parte qualche occhiataccia tra Newt ed Aris era andato tutto bene. Mancavano ormai poche ore alla partenza, poi avremmo dato il via alla guerra.
<Ora andiamo tutti a dormire. Dobbiamo essere riposati per domani.> Disse Thomas alzandosi dal letto, e aprendo la porta per far tornare ognuno nella propria stanza. Nessuno protestò, e in fila indiana uscimmo tutti dalla stanza.
<Pronta per domani?> Mi chiese Newt accennando un sorriso.
<Sono nata pronta> Gli risposi accennando un sorriso.
<Ora dormiamo, o domani non avremmo la giusta carica> Dissi a Newt, infilandomi nel letto.
<Peccato, ieri è stato favoloso> Mi rispose lui sorridendomi, mentre mi raggiungeva nel letto.
<Già, lo è stato> Confermai io mente sentivo le sue forti braccia avvolgere la mia esile vita. Pensai a ciò che mi avrebbe aspettato io giorno dopo, e pensai che la cosa migliore da fare era dormire, piuttosto che restare tutta la notte sveglia a pensare a mille modi per non morire. Chiudi gli occhi e lentamente mi addormentai.
<Meg, se non ti svegli subito giuro che ti lascio qui> Sentivo Newt lamentarsi.
<Cosa c'è?> Gli chiesi con la voce impastata dal sonno mentre strofinavo le mani sugli occhi.
<È molto tardi> Mi rispose lui poggiando una mano sulla mia spalla e scuotendola avanti e dietro.
<Okay, mi alzo> Mi arresi io. Non capivo perchè fossi così stanca. Mi alzai e mi preparai.
<Ragazzi siete pronti?> Ci chiese Thomas spalancando la porta della stanza.
<Si, un paio di minuti e scendiamo> Gli risposi mettendomi lo zaino in spalla. Ognuno di noi portava uno zaino, cercavamo di portare con noi tutti gli oggetti che ci sarebbero potuti servire, oltre ovviamente a scorte d'acqua e cibo.
<Pronta, piccola?> Mi chiese Newt sospirando, mentre portava un mio riccio dietro l'orecchio.
<Si, tu?> Gli chiesi accennando un sorriso.
<Prontissimo> Mi rispose poi, poggiando una mano sul mio fianco.
<Okay, è arrivato il momento di fare quella promessa di cui avevamo parlato> Gli dissi accennando un sorriso. Lui mi guardò negli occhi e annuì.
<Inizio io> Gli dissi inalando tutta l'aria che riuscivo.
<Prometto di non abbandonarti mai> Dissi tutto ad un fiato. Lui mi sorride dolcemente, poi prese fiato.
<Prometto di non abbandonarti mai, per nessuna ragione> Mi disse lui prima di annullare le distanze tra di noi, unendo le nostre labbra in un dolce bacio.
<Ora andiamo, altrimenti Thomas ci ucciderà> Dissi interrompendo il bacio. Lui annuì e uscimmo dalla stanza. Ero spaventata, ma sapevo che sarebbe andato tutto bene, eravamo forti. Passammo avanti alla camera di Thomas, dove una volta c'era anche Winston, e mi fermai ad osservarla. Una lacrima lentamente bagnò la mia guancia, avrei voluto che fosse con me.
<Hey> Mi richiamò Newt. Io non risposi, rimasi ferma a guardare la stanza, e a intravedere tutti i momenti che avevo trascorso con Winston, fino al suo ultimo minuto. Newt si posizionò avanti a me, interrompendo i miei pensieri. Posò una mano sulla mia guancia, e con il pollice asciugò le lacrime.
<Ricorda, piccola: le guerriere non piangono> Mi disse lui.
<Hai ragione, sono patetica> Gli dissi prima di passare i dorsi delle mani sulle guance, per asciugare le lacrime.
<No, sei solo ferita. Le cose brutte succedono, e noi non possiamo farci niente, possiamo solo prendere tutto il coraggio e la forza che abbiamo e alzarci in piedi> Mi disse lui portando entrambe le mani sui miei fianchi.
<Grazie, Newt. Ti amo> Gli risposi prima di allacciare le braccia al suo collo e abbracciarlo. Lui sorrise, poi scendemmo dagli altri.
<Tutti pronti?> Chiese Frypan.
<Si> Rispose Aris, mettendosi lo zaino in spalla.
<Andrà bene> Mi disse Thomas avvicinandosi a me.
<Lo so> Gli risposi prima di spostare un riccio dietro l'orecchio. Thomas mi stampò un bacio sulla guancia, poi iniziò a camminare fuori dall'edificio. Arrivammo sulle coste, dove un'enorme barca ci aspettava.
<È tutta per noi?> Chiese sconvolta Teresa.
<Già, dobbiamo caricare l'auto> Rispose Thomas, portando un braccio intorno alle sue spalle. Ultimamente quei due erano molto vicini. Thomas, Newt e Minho aiutarono l'uomo che guidava la barca a caricare l'auto, poi salimmo tutti sulla barca.
<Hey, piccola> Mi salutò Newt portandosi una bottiglia alle labbra.
<Cos'è?> Gli chiesi indicando la bottiglia. Gliela strappai da mano e senza dargli il tempo di rispondermi la portai alle labbra.
<No aspetta!> Urlò lui strappandomela da mano.
<È alcolica> Continuò poi lui.
<Meglio> Gli risposi riprendendo la bottiglia e ricominciando a bere.
<Basta> Mi disse prendendomi la bottiglia dalle mani dopo avermi fatto fare due sorsi.
<Sai che non sei mio padre, vero?> Gli chiesi alzandomi in piedi. Lui non rispose, si limitò a roteare gli occhi al cielo. Arrabbiata mi avvicinai a Minho, gli strappai la stessa bottiglia dalle mani e la bevvi, fino all'ultimo sorso.
<Fa come vuoi, ma se sta volta provo di nuovo a fare sesso con me, sappi che non ti fermerò> Mi disse Minho accennando un sorriso.
<Tranquillo> Gli risposi ridendo.
<Cerca di controllarti, okay?> Mi chiese Newt arrabbiato. Non gli risposi, ma mi avvicinai a Thomas.
<Cosa c'è tra te e Teresa?> Gli chiesi curiosa.
<Cosa?! Niente> Mi rispose lui diventando leggermente rosso in viso.
<Andiamo! Credi che non me ne sia accorta? Sputa il rospo!> Gli risposi.
<Nulla di che, ci frequentiamo> Mi rispose lui.
<O mio dio, che schifo> Risposi disgustata.
<Cosa?> Mi chiese lui confuso.
<Nulla> Lo rassicurai sorridendogli. L'idea di vedere mio fratello con quella viscida, mi faceva venire il voltastomaco.
<A te con Newt va più che bene, giusto?> Mi chiese Thomas poi.
<Si, è solo molto geloso e protettivo> Gli dissi.
<E' solo innamorato> Mi rispose Thomas, accennando un sorriso.
<Ora vado da Teresa, cerca di non bere troppo> Mi raccomandò mio fratello, prima di dirigersi verso Teresa. Stanca mi sedetti, presi una bottiglia e la portai alle labbra. La scena che vidi in quel momento mi fece saltare in piedi. C'era Newt con una sigaretta tra le labbra, mentre riponeva il pacchetto con le restanti sigarette in una tasca.
<Posso sapere cosa cazzo stai facendo?!> Gli sbraitai contro.
<Che problema hai?> Mi chiese lui alzando le sopracciglia.
<Dove le hai prese?> Gli chiesi furiosa, indicando le sigarette. Sentivo lo sguardo di tutti verso di noi.
<C'era una specie di negozio accanto all'edificio dove stavamo, un ragazzo mi ha regalato un pacchetto> Mi rispose indifferente.
<Posso vedere?> Gli chiesi prendendogli la sigaretta dalle labbra. La spezzai e la spensi sotto il piede.
<Che cazzo fai?!> Mi chiese lui arrabbiato.
<Non voglio che tu fumi> Gli risposi.
<Non mi importa> Mi rispose lui, tirando fuori dal pacchetto un'altra sigaretta, e portandola alle labbra. Presi anche quest'ultima, e prima che potesse accenderla la spezzai. Lui sbuffò.
<Mi lasci in pace?!> Mi chiese lui freddo.
<Va' al diavolo, Newt> Gli dissi prima di allontanarmi da lui, e gettarmi tra le braccia di Thomas. Lui ricambiò l'abbraccio, poi mi accarezzò i capelli.
<Come stai?> Mi chiese Frypan sedendosi accanto a me, mentre tutti già dormivano.
<Non voglio vedere i suoi polmoni morire così> Gli dissi concentrata sulle mie mani, che cercavano calore a vicenda.
<E il tuo fegato?> Mi chiese lui.
<Andiamo! E' la seconda volta che bevo, da quando ho memoria. Il fumo è diverso, anche con quell'insignificante pacchetto potrebbe prendere il vizio> Gli risposi.
<Dimmi la verità, Meg, cosa c'è che non va?> Mi chiese Frypan portando la sua mano sulla mia.
<Mia madre. Qualche giorno fa ho ricordato tutto. Prima del virus, e tutta la catastrofe, lei fumava. Iniziò con un semplice pacchetto, poi però finì con un pacchetto al giorno. Ricordo che in ospedale ci ripetevano sempre che i suoi polmoni non avrebbero retto ancora per molto se avesse continuato a fumare così, ma lei continuava, e i medici continuavano a ripeterglielo. Finché un giorno i suoi polmoni non ne vollero sapere di far entrare l'ossigeno, quel giorno mia madre morì> Gli dissi mentre le lacrime cominciavano a rigarmi il viso.
<Cazzo, Meg, mi dispiace> Mi rispose Frypan, stringendomi in un abbraccio.
<Però questo Newt non lo sa. Parla con lui, diglielo. Siete perfetti insieme, ma se tra di voi non c'è comunicazione, non potrà mai funzionare> Mi disse poi lui, interrompendo l'abbraccio.
<Grazie, Frypan. Hai sempre la frase giusta al momento giusto> Gli dissi sorridendogli, mentre col dorso della mano mi asciugavo le lacrime.
<Ora va a dormire, ti sta aspettando> Mi disse Frypan, indicando Newt che fissava le stelle. Gli sorrisi per poi avvicinarmi a Newt.
<Hey> Mi salutò lui mentre mi stendevo al suo fianco.
<Mi dispiace per prima> Gli dissi girandomi verso di lui.
<Tranquilla io-> Provò a formulare una frase, ma io lo interruppi.
<Mia madre è morta per il fumo. Diventò dipendente e cominciò a fumare circa un pacchetto al giorno. Un giorno però i suoi polmoni cessarono di funzionare, è così che è morta> Gli dissi mentre poggiavo la testa sulla sua spalla.
<Mi dispiace, piccola, non ne avevo idea. Ti giuro che non fumerò più. Anzi se vuoi butto il pacchetto adesso, in mare> Mi disse lui con gli occhi lucidi.
<Prima cosa, non inquiniamo. Seconda cosa, che ne dici se prima ci facciamo una sola sigaretta insieme?> Gli proposi, evidenziando "una sola". Lui annuì, poi prese una sigaretta e l'accese. Fece un paio di tiri, poi la diede a me che feci lo stesso. Andammo avanti così fino alla fine della sigaretta, tra un bacio e l'altro. In fine diede il pacchetto di sigarette all'uomo che guidava la barca, poi tornò da me e ci addormentammo abbracciati.

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