Capitolo 14

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"Non è ancora tornato"

Aveva detto Minho a Hyunjin la mattina dopo la festa. Il ragazzo dai capelli lunghi si era svegliato presto per dare il cambio e far dormire un po' il suo amico più grande, che era rimasto sveglio dalle tre in poi ad aspettare il compagno ancora disperso.
Tu in tutto questo dormivi ancora, erano circa le sette di sabato mattina e la cosa era totalmente comprensibile.

Non era la prima volta che capitava che l'ex leader facesse ritardo, anzi, quindi non si erano preoccupati di chiamarlo o controllare dove fosse.
Per quelle ore si erano tranquillizzati a vicenda, il più in ansia era Jeongin, che aveva risentito delle cattive esperienze di quando Woojin era ancora al maniero e il loro ex capo no. Ormai non era più con loro, ma il povero ragazzo accusava comunque la mancanza di Bangchan.

"Non ha nemmeno chiamato?"

Aveva chiesto Hyunjin ricevendo una risposta negativa da Minho, che aveva scosso la testa.
Il minore aveva sospirato cercando di congedare il suo amico dalle troppe ore in bianco e cercare di convincerlo ad andare a dormire, sapeva che non ci si sarebbe dovuto impegnare più di tanto per raggiungere il suo scopo, ma a un tratto avevano sentito il rumore di un elicottero, un rumore lontano ma non troppo.
I due ragazzi avevano sospirato sollevati dall'avvicinarsi del rumore, che alle loro orecchie era una melodia meravigliosa, e si erano diretti velocemente sul tetto, dove c'era la pista di atterraggio, ansiosi di incontrare Bangchan e di rimproverarlo per il ritardo.

Erano sorridenti una volta arrivati là, contenti, sollevati, tranquilli. Era tutto a posto, l'elicottero del loro amico era tornato ed era andato tutto bene.
Purtroppo quando avevano trovato il veivolo danneggiato, quasi completamente crivellato con dentro solo il pilota e gli ultimi due uomini rimasti e senza nessuna traccia di Bangchan il terrore aveva iniziato a prendere possesso del loro corpo.

"Cos'è successo?"

Aveva chiesto Minho. Aveva un vuoto nello stomaco, il sonno aveva lasciato il suo viso ed era stato sostituito da una forte sensazione d'ansia e dalla nausea e per Hyunjin era lo stesso. I due ragazzi non avevano mai avuto così tanta paura in vita loro.

"È-è arrivato il camion, ma era un'imboscata e-e hanno sparato a tutti, non sapevamo che fare"

Aveva balbettato il pilota prima di venire zittito da uno dei mercenari che aveva spiegato con più calma cosa fosse successo.

"I russi ci hanno teso un imboscata, il signor Bang ci ha ordinato di scappare, ma è stato preso"

Aveva fatto una pausa.

"C'era anche un uomo asiatico con loro"

A quelle parole i due ragazzi avevano sgranato gli occhi.

"Il nome dell'uomo? Lo sai?"

Aveva chiesto Hyunjin con voce sorprendentemente ferma, in realtà stava pregando con tutto sè stesso che non fosse chi aveva praticamente la certezza fosse.

"Woojin, lo ha sussurrato il signor Bang, non conosco il cognome"

Minho sentiva il bisogno impellente di urlare, ma in quel momento non poteva. Aveva la gola secca, ma sapeva che se avesse bevuto qualcosa avrebbe vomitato la colazione che non aveva fatto.
I ragazzi avevano invitato i mercenari e il pilota all'interno del maniero, per offrir loro un po' di tranquillità e calma inseme a del tè.

Tu intanto ti eri svegliata a causa del rumore delle pale dell'elicottero che avevi proprio sopra la testa e, non riuscendo a riaddormentarti, avevi deciso di alzarti dal letto, lavarti, vestirti con qualcosa di comodo e andare a fare colazione. Ovviamente non eri riuscita a sentire la conversazione dei tuoi colleghi, fiduciosa che fosse tornato il tuo collega.

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