Capitolo 2

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Erano passate circa due settimane dal tuo arrivo al maniero.

In quei giorni avevi conosciuto meglio i tuoi sottoposti -che speravi sarebbero diventati tuoi amici-, la lingua e la cultura di quel paese, ma il tuo apparato digerente non era ancora sufficientemente preparato per il cibo locale. Era molto in disaccordo con quanto lo trovassi invitante alla vista.
La tua curiosità per i piatti etnici non si era rivelata una cosa troppo positiva per i tuoi organi interni, ormai avevi passato già troppe notti chiusa in bagno.
Le uniche cose che non faticavi a mangiare e digerire erano carne, verdure grigliate, pollo fritto, uova sode e -ovviamente- riso bianco.
Il riso bianco era sempre sul tavolo, come il pane a casa tua. Ormai li consideravi eguali, ma ci era voluto un po' per abituarti a questo cambiamento.

Ti avevano spiegato come funzionasse il contatto fisico e che non avresti dovuto toccare tutti quando e come volevi. L'avevi trovata una cosa molto strana, ma avresti imparato come comportarti a dovere, non volevi imbarazzare i tuoi sottoposti più del dovuto.

Le lezioni di coreano con Felix non potevano andare meglio. La trovavi una lingua affascinante nonostante fosse molto triste certe volte -eri rimasta esterrefatta quando avevi scoperto che la parola "lacrime" era tradotta letteralmente in "acqua degli occhi"- e divertentissima da scrivere.
Adoravi quell'alfabeto così diverso, era molto carino e più facile di quanto ti aspettassi e il fatto che fosse fonetico rendeva tutto molto più semplice.

Andava tutto a meraviglia, tranne l'unica cosa importante che sarebbe dovuta andare al meglio: la ricerca di Woojin.

Tu e Bangchan avevate deciso di sospendere tutte le attività dell'organizzazione -meno quelle indispensabili- per concentrare tutto sulla ricerca di quel traditore.
Purtroppo era stato molto bravo a nascondersi, in due settimane non avevate trovato nulla di più rilevante di un lembo di tessuto.
Il non avere niente di importare per la ricerca ti stava facendo impazzire a tal punto da promettere enormi ricompense anche per il più piccolo indizio che quella fastidiosissima spina nel fianco si fosse lasciato dietro.

La taglia che avevi messo sulla sua testa era così alta che le varie piccole gang locali alleate -o che cercavano di entrare nelle sue grazie- della fazione stavano cercando ovunque anche la minima prova del suo passaggio.
Di una di quelle più piccole e interessate alla ricompensa facevano parte dei tuoi futuri compagni di classe.
Era composta da pochi ragazzi, ma aveva qualche aggancio dove serviva e, se avessero trovato Woojin e l'avessero portato al maniero, il loro nome avrebbe finalmente guadagnato il prestigio che volevano.

Quella sera, circa verso mezzanotte, tre membri di quella gang stavano perlustrando un piccolo quartiere malfamato di periferia, dove sicuramente Woojin era stato per passare una nottata in un motel di proprietà della fazione.
Per arrivare ovunque senza che l'organizzazione lo sapesse ci voleva più tempo del normale, il giovane uomo sperava di raggiunere il luogo dove doveva arrivare in poco meno di un mese, ma era cosciente che sarebbe stato molto complicato.

"Hyung, vieni a dare un'occhiata"

Mingi, uno fra i ragazzi più giovani della gang, chiamò il loro leader Hongjoong.
A guardarlo non sarebbe mai sembrato uno dei più piccoli anche se dopo averlo conosciuto non sarebbe stato difficile da credere.
Era un ragazzo molto alto e con una voce molto profonda, non quanto quella di Felix, ma profonda.
Ogni volta che chiamava "hyung" il suo amico gli estranei storcevano un po' il naso, fra i due Hongjoong non sembrava affatto il più grande.
Erano poli opposti, il maggiore non si avvicinava per nulla alla statura del suo amico per quanto lo desiderasse e la sua voce era molto più acuta. Ciò che lo faceva sembrare un adulto nel corpo di un bambino erano la sua maturità e la bravura nel suo lavoro.
Quel gruppetto non poteva avere un leader migliore di lui.

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