Capitolo 5

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La mattina dopo quella notte ti eri svegliata abbracciata a Bangchan, nel suo letto, quasi completamente nuda -soprattutto dalla vita in giù- e con uno strano dolore alla gola e dei lividi alle ginocchia.
Visto che avevi appena aperto gli occhi eri ancora abbastanza confusa, non sapevi esattamente cosa ci facessi lì o il perché di tutto il resto.

"Buongiorno principessa"

Ti aveva detto il ragazzo a fianco a te con la voce roca tipica del mattino, guadagnandosi un'occhiataccia a causa del nomignolo. Nonostante quell'espressione però non aveva nessuna intenzione di liberarti da quell'abbraccio.

Piano piano ti stava tornando in mente cos'era successo la sera prima: tu e lui vi eravate "rilassati" assieme per parecchio tempo e Bangchan non poteva esserne più felice.
All'inizio c'erano stati un po' di confusione da parte tua e imbarazzo per entrambi, non eri molto sicura di cosa avresti dovuto fare e come, il ragazzo era stato costretto a trattenersi qualche altro minuto per spiegarti, una spiegazione che aveva dato senza dubbio buoni risultati.
Trovavi che Bangchan fosse la scelta migliore che potevi prendere come prima volta, era stato rispettoso e paziente, ma nonostante questo non eri riuscita a concederti completamente, non te l'eri sentita di andare fino in fondo, ma quello era comunque un inizio.
Era sicuro che prima o poi sarebbe riuscito ad ottenere ciò che desiderava con tutto se stesso: tu, sua, completamente e in ogni senso.
Avrebbe dovuto impegnarsi.

Sorprendetemente, per quanto riguardava il lato fisico c'era andato vicino per molte più volte di quanto si sarebbe aspettato: in quelle ultime due settimane che mancavano all'inizio della tua carriera scolastica ti eri svegliata nella camera del tuo vice più volte di quante avresti dovuto, la tua "unica notte di svago" era in realtà diventata la prima fra molte.
Ormai non ti sembrava più il caso di rimproverare l'altra coppietta del maniero. Dir loro qualcosa sarebbe stata una cosa parecchio ipocrita da fare, nonostante voi due faceste un terzo del rumore di quello che facevano Minho e Jisung.

Nonostante tutte queste sere in compagnia del tuo vice però la mattina del primo giorno di scuola ti eri svegliata nel tuo letto, col pigiama addosso e senza strani dolori in giro per il corpo. La sera prima eri stata tentata, ma non volevi permetterti di ritardare al tuo primo giorno di scuola, anche se non la consideravi un impegno importante.
Tuttavia -anche se per quanto riguardava la tua carriera le superiori non erano fondamentali- eri abbastanza impaziente nell'andarci: non eri mai stata in una scuola ed essere in un posto pieno di tuoi coetanei sembrava invitante, soprattutto da ciò che ti avevano raccontato i tuoi sottoposti che -a differenza tua- ci erano andati.
Ti avevano dato qualche consiglio su come ti saresti dovuta comportare e anche per quello avevi deciso di ignorare le tue voglie, non volevi fare tardi o avere un aspetto poco consono.
Purtroppo per te e per l'impressione che volevi dare i segni che Bangchan ti aveva lasciato qualche giorno prima erano ancora lì, appena visibili se si osservava attentamente il colletto della maglia che indossavi.

"Buongiorno Y/n"

Ti aveva salutato Felix quando eri entrata in cucina, erano circa le sette e mezza e tu in mezz'ora saresti dovuta essere a scuola.
L'unica cosa che ti preoccupava era parlare con quel tuo forte accento italiano che, nonostante le lezioni, era rimasto.

"Buongiorno"

Avevi risposto con un sorriso prima di prepararti una tazza di espresso che avevi bevuto in un sorso solo per poi scappare fuori di casa.
Tua nonna ti aveva sempre detto di mangiare la mattina, ma non avevi ne fame ne tempo di fare colazione.
Changbin ti aspettava in macchina, si era gentilmente offerto di accompagnarti dato che aveva già delle cose da fare e non sarebbe stato un problema per lui darti uno strappo fino a scuola.

"Scusa il ritardo"

Avevi detto dispiaciuta aprendo la portiera, sedendoti a fianco al conducente.
Appena eri entrata in macchina il ragazzo aveva posato il piccolo tablet su cui c'era la lista delle sue commissioni e ti aveva sorriso.

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