Capitolo 1

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Eri scesa dall'aereo, ancora molto nervosa. Dopo dodici ore in volo, sola con una guardia del corpo, la tua sola forza fisica, tattiche di combattimento e completamente disarmata toccare terra sembrò un sogno.

Quelle dodici ore -che ti erano sembrate le più lunghe della tua vita- erano state un enorme rischio per te, ultima erede della più potente fra le mafie italiane e ormai del mondo. Dopo la fine della guerra contro la mafia russa -da cui quest'ultima era uscita sconfitta- la tua famiglia aveva acquisito un potere pari solo a quello dell'impero romano, e quale miglior modo per spodestarli se non uccidere l'ultimo loro erede?

Ovviamente la tua famiglia aveva provveduto a tenerti ben nascosta per tutta la tua vita: niente cellulare, niente documenti, niente scuola pubblica o qualsiasi cosa che avrebbe potuto permettere ai nemici di rintracciarti. Eri praticamente un fantasma, ma nonostante tutte le precauzioni i tuoi genitori decisero di farti partire per la Corea del Sud.

Saresti rimasta lì fino alla morte di tuo padre, avresti continuato a studiare e saresti stata il capo dei vostri alleati in quel paese.

Tu eri un miracolo voluto da Dio e la tua famiglia non poteva assolutamente perderti. Dopo anni e anni di tentativi i tuoi genitori erano riusciti a dare un successore alla famiglia, e non potevano desiderarne uno migliore. Tu eri bella, bellissima, così bella e seducente da poter attirare l'attenzione di chiunque tu volessi, giovane ma così piena di talento e passione -in un certo senso- per il tuo futuro lavoro che anche se la tua famiglia avesse avuto altri eredi fra cui scegliere non avrebbero avuto bisogno nemmeno di pensarci.
La tua famiglia parlava di te come la mela che Eva aveva mangiato nel giardino dell'eden, come una rosa rosso sangue con spine velenose. Tanto bella e invitante quanto pericolosa.

"Andiamo?"

Sussurrò il tuo bodyguard, uno degli scagnozzi di tuo padre. L'avevano scelto perchè era poco più grande di te, sarebbe passato inosservato e inoltre era una delle reclute sacrificabili.

Lui ti avrebbe scortata a fino a fuori dall'aeroporto dove avresti incontrato il capo -ormai tuo vice- del ramo asiatico del vostro impero mafioso. Avrebbe preso un taxi e vi avrebbe raggiunti al loro maniero, sarebbe rimasto pochi giorni per poi ripartire per tornare in Italia.

Sapevi che la tua esistenza era per tutti una novità e che probabilmente lo scagnozzo di tuo padre sarebbe stato ucciso o trattenuto al maniero per evitare di fargli divulgare informazioni sulla tua esistenza, per questo hai evitato di parlarci o di creare un qualsiasi legame durante il viaggio. I vostri sedili erano pure in due corsie diverse per evitare che qualcuno notasse un collegamento.
La pietà non era di famiglia e tu ne capivi fin troppo bene il perché.
Eri in un certo senso molto devota e ammiravi quello che i tuoi parenti prima di te erano riusciti a fare, dovevi e volevi essere alla loro altezza.

Eri uscita da sola dall'aeroporto, sempre sotto il vigile sguardo dell'uomo di cui ignoravi il nome e lì avevi incontrato quello che ormai era un tuo sottoposto, Christopher Bang.
L'avevi riconosciuto dalle foto che tuo padre ti aveva fatto vedere: anche lui era giovane, molto bello ma piuttosto basso rispetto agli uomini con cui eri abituata ad avere contatti. Aveva un viso amichevole, piuttosto comodo per passare inosservato in pubblico.

Ti eri avvicinata a lui, notando divertita la sua sorpresa: ti aveva già notata da tre minuti buoni cercando in qualche modo di evitare che ti accorgessi del suo sguardo -una come te non passava inosservata- ma, nonostante la sua attenzione fosse su di te, non era ovviamente riuscito a riconoscerti.
A differenza tua lui non poteva conoscere il tuo viso, le uniche tue foto esistenti erano cartacee e in una cassaforte di massima sicurezza in un bunker in fondo al mare di sicilia. Per la tua famiglia la prudenza non era mai troppa.

Poisonus RoseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora