21. Sconosciuta

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La luce del sole soffocata da una tenda entrava dall'enorme finestra del salone, illuminando tutta la stanza di un colore rossastro. Nel modo più assurdo possibile ci eravamo ritrovati lì ancora in pigiama, più confusi che mai. Il silenzio attraversava ogni angolo della camera senza lasciare traccia, trapassando ogni cosa si trovasse intorno a lui, compresi noi. Gli occhi di Derek erano rimasti fissi sulla figura della giovane donna seduta sul lungo tavolo al centro della stanza, mentre lei ricambiava il suo sguardo sorridente. Lo stupore sul suo viso mi faceva capire che non si aspettava la visita della sconosciuta. Milioni di domande mi circolavano nella mente come un turbine di parole incomprensibili, e credevo che se non le avessi tirate fuori le avrei vomitate da un momento all'altro.
-"Ok, siccome sembra che vogliate continuare a scambiarvi sguardi e sorrisini per tutto il giorno, faccio io gli onori di casa"- ammisi arrabbiata mentre il sangue scorreva bollente nelle mie vene. Guardai la donna e mi mossi dalla mia posizione, appoggiata ad una delle colonne che tenevano in piedi l'intera struttura, mi avvicinai al centro decisa a parlare senza interruzioni.
-"Chi sei, cosa vuoi da noi, e perché voi due vi conoscete?"- lo sguardo della donna si posò su di me senza agitazione.
-"Sono qui per aiutarvi"- scoppiai a ridere.
-"Aiutarci, e in che modo potresti farlo?"- lei abbassò lo sguardo come per cercare le parole giuste, poi scese dal tavolo e ci si appoggiò con la schiena.
-"So come uccidere il Manticora"-
Ammise decisa. Il mostro ora aveva un nome, eppure invece di farmi gelare il sangue nelle vene, mi venne quasi da ridere per l'assurdità di quest'ultimo. Prima che potessi parlare Derek mi precedette.
-"Cosa vuoi in realtà Fanny?"- chiese rigido. Mi voltai verso di lui. Che intendeva dire?
Sul volto della giovane donna spuntò un sorriso largo che fece mostrare i denti bianchi.
-"Oh Derek, possibile che io non possa venire ad aiutarti senza che debba per forza chiedere qualcosa in cambio?"- chiese divertita. L'ironia nella sua voce mi urtò il sistema nervoso.
-"Ti conosco bene"- pronunciò duramente -"E so che vuoi sempre qualcosa in cambio"- Fanny fece una risatina poi riportò gli occhi su di lui.
-"So come aiutarvi, e voglio solo una cosa in cambio. Per quanto mi riguarda potete anche andare a discuterne in un altra stanza, io ho tutto il tempo siete voi quelli che a quanto pare manca"- parlò con sufficienza. Tutto ciò che avevo pensato riguardo a lei, nei primi momenti in cui l'avevo vista, era cambiato con una sola frase. Stavo per saltarle al collo quando Derek si mosse verso la porta della sua stanza.
-"Lo faremo"-

Derek si chiuse la porta alle spalle una volta che io fui dentro, poi si appoggiò con un tonfo all'entrata e sospirò rumorosamente guardando in basso.
-"Chi è Derek? Me lo vuoi dire o no?"- mi sedetti scomodamente sul materasso del suo letto ancora sfasato e lo guardai arrabbiata.
-"Non mi fido di lei, non dovremmo farlo"- lui alzò lo sguardo e lo puntò su di me.
-"No, probabilmente non dovremmo farlo ma se sa qualcosa dobbiamo saperlo"- mi alzi di scatto dal materasso e sbattei un pugno sul muro mentre la rabbia mi attraversava il corpo.
-"Non capisci, vorrà qualcosa di impossibile e quando noi non riusciremo a darglielo ci darà problemi"- non ricordavo l'ultima volta che ero stata così arrabbiata per qualcosa che probabilmente in altre circostanze sarebbe stata innocua. Ma capì da come il mio stomaco si attorcigliava su se stesso che quella non era rabbia, ma gelosia.
-"No!"- esclamò duramente -"Tu non capisci! Qualsiasi cosa può esserci utile per essere un passo avanti a Kate. Sono sicuro che sappia qualcosa, la conosco bene, Fanny è tutto tranne che una bugiarda"- abbassai lo sguardo su i miei piedi nudi, poi parlai.
-"È stata anche una stronza?"- lui rimase senza parole, cercando di analizzare la mia frase. Lo guardai di sottecchi. Il suo sguardo sembrava imbarazzato, cosa che credevo non sarebbe mai successa con lui.
-"Si.."- disse quasi sotto voce. -"È stata una vera stronza"- il mio cuore perse qualche battito forse troppo felice della sua risposta, trattenni l'impulso di sorridere e risposi.
-"Se tu sei convinto che potrà aiutarci, allora sono dalla tua parte"- lui annuì deciso, poi si affrettò a prendere la maniglia della porta e aprirla di poco.
-"Ma sappi che continuo a non fidarmi di lei"- dissi prima che potesse spalancarla del tutto, si voltò per uscire mentre il suo corpo veniva inghiottito dalla luce del sole tenuta fuori dalla porta della sua stanza.
-"Si, neanche io"-

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