22. Traditrice

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Probabilmente in un altra vita Fanny era stata una bella persona, con un ottimo carattere e un bell'animo. Tuttavia, quella sera la luce della luna che si rifletteva nei suoi occhi verdi mostrava tutta la sua arroganza e divertimento nel vederci li a sua disposizione. Mi irritava dover stare al gioco, non poter fare niente, essere impotente. Ero pazza di gelosia, cosa era stata per Derek? Che era successo? Perché adesso era tornata?
Fanny era appoggiata con la schiena sul tavolo al centro dell'enorme stanza. Mentre noi altri eravamo davanti a lei come bambini attenti ad una lezione. I suoi occhi divertiti saettavano da un viso ad un altro come se si aspettasse proprio quelle facce.
-"Allora.."- disse entusiasta -"Posso iniziare?"- Scott annui consentendole di parlare.
-"Bene..il Manticora è un essere estremamente potente, ma non è invincibile, si può sconfiggere."- aspettò un attimo che qualcuno parlò ma il silenzio si era affiancato ad ognuno di noi, e lei continuò.
-"Il modo è semplice. Il suo veleno, deve essere ucciso con il suo stesso veleno. Il Manticora, sta attento a non toccarsi con i suoi aculei, proprio perché non ne è immune."-
-"Certo!"- esclamò Stiles -"Che stupidi, che stupidi"- gli occhi di tutti si puntarono su di lui.
-"Era ovvio. Ci siamo impuntati a cercare una soluzione senza accorgerci che l'avevamo sotto gli occhi"- disse senza distogliere lo sguardo dalla giovane donna che sorrideva beffarda. Derek era agitato, aveva vene che sporgevano dalle braccia, il fiato veloce e irregolare e gli occhi attenti.
-"Ora che sapete come ucciderlo, è arrivato il mio turno"- rimanemmo tutti in silenzio, mentre Fanny con delicatezza si arruffava i capelli che le arrivavano poco sotto alle spalle, quella sera erano diventati straordinariamente ricci, tali da sembrare finti. Al suo naso era comparso un piercing, un piccolo cerchio color argento che spiccava sotto la luce della finestra. Era così bella che speravo se ne andasse il prima possibile.
-"Cosa vuoi?"- chiesi rabbiosa cercando di trattenere tutta la mia furia.
-"Derek"- pronunciò senza problemi, il viso di tutti si corrugò in una smorfia tra lo stupore e la disapprovazione. Scoppiai a ridere per l'assurdità di quella risposta.
-"Aspetta un attimo, non ho capito bene.."- dissi ironica -"Stai dicendo che vuoi Derek?"- lei sorrise a malapena poi parlò.
-"Sto dicendo che voglio che Derek venga via con me"- disse con arroganza. Rimasi stupita e mi domandai se stava davvero scherzando. Scossi la testa divertita, come se fosse tutto un gioco, poi con rabbia schiusi la bocca per parlare, ma Derek che non aveva detto niente fino a quel momento, mi fermò.
-"Ci penserò"-
I presenti rimasero senza parole e io con loro. Lo guardai alzando le sopracciglia e battendo più volte gli occhi.
-"Scusa?"- chiesi incredula. Lui nemmeno si voltò a guardarmi per rispondermi mentre continuava a fissare Fanny che sorrideva vincitrice.
-"Non sono affari tuoi. Questa cosa non ti riguarda"- mi sentì ferita da ogni parola detta in quella frase. Non credevo dicesse sul serio, ma se lo stava facendo per proteggermi, allora sbagliava in pieno. Rimasi con lo sguardo fisso su di lui, mentre il mio viso incredulo minacciava di scoppiare in lacrime da un momento all'altro.
-"Non stai dicendo sul serio"- dissi sotto voce per farmi sentire solo da lui.
Lui continuò ad avere lo sguardo perso nel vuoto come se stesse pensando di ammettere di aver sbagliato, poi corrugò le sopracciglia e si voltò verso di me.
-"Te lo ripeto, non sono affari tuoi"-
Quella frase mi distrusse il cuore frantumandolo in pezzi così piccoli e taglienti che avrebbero potuto lacerarmi le interiora. Tutto quello che avevo provato per lui, tutto ciò che stava nascendo dentro di me e che speravo sbocciasse come un fiore, stava appassendo. Lo odiavo con tutta me stessa, volevo che mi dicesse che mentiva, che lo faceva solo per proteggermi. Ma non lo fece, si voltò verso la porta seguito da Fanny felice che lo prese sottobraccio, e uscirono dalla porta inghiottiti dall'oscurità della notte.
I miei occhi si gonfiarono di lacrime che cercavo di rimandare giù. Lo stavo perdendo e non avrei potuto fare niente.

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