29. Amnesia

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Ero pronta, del tutto pronta. Avevo capito che le cose belle non durano per sempre. Che quella parola è solo una favola, e le favole non esistono. Il mio fiato irregolare risuonava per tutta la clinica veterinaria mentre Doc, in piedi davanti a me, stava intingendo dentro una ciotola con un liquido denso color viola, la lama di un coltello. Avrei dovuto colpire al cuore Derek, trapassargli la carne e sperare che si svegliasse. Ma la paura che la sua morte potesse distruggere il mio animo, sovrastava il mio coraggio. Se fosse morto del tutto io sarei rimasta completamente sola, e la solitudine stava già divorando le mie interiora. Ma quella sera era arrivata, e con o senza il mio consenso avrei dovuto farlo. Tutti contavano su di me, nessuno escluso e io non potevo tradirli. Doc osservò il liquido denso incollarsi alla lama argentea e solidificarsi del tutto, poi senza proferire parola l'avvolse dentro un panno bordò e me lo porse.
-"Stai molto attenta, con un solo tocco di questa lama la tua morte sarà imminente"- per quanto sembrasse crude e violenta la morte per colpa di quel veleno, in quell'istante non mi sembrava più atroce di uccidere qualcun'altro. Avrei preferito essere da un altra parte, essere normale. Ma la vita questo non me lo permetteva, e adesso avrei dovuto perdere l'unica persona per cui davvero sarei morta. Doc mi guardò dritto negli occhi con uno sguardo serio, duro, m'indicò la porta d'entrata e fece un cenno con la testa.
-"È ora"- disse ci voce roca. Non annui nemmeno, mi alzai dalla sedia su cui ero seduta e mi incamminai verso la porta. Doc era rimasto in silenzio, dopo tutto quello che era successo, dopo tutto quello che aveva fatto per noi, non capivo come riuscisse a non proferire parola davanti a quello che stavo per fare, come nessuno avesse detto niente su tutta quella storia. Eppure Derek era sempre stato loro amico, li aveva aiutati quando serviva, li aveva affiancati, si era fatto ferire per loro, aveva quasi perso la vita, e ora, ora che quello in pericolo era lui, nessuno correva in suo aiuto e tutti cercavano di puntargli contro un arma, e questo non potevo spiegarmelo.
La luna era alta nel cielo circondata da milioni di stelle, e anche se dalla terra sembravano così luminose, la luce dell'enorme satellite naturale, illuminava ogni cosa. Tuttavia, il vento caldo che tirava verso nord, faceva muovere i rami degli alberi, rendendo la scena inquietante, ma non mi importava, non avrei avuto paura quella notte, sarei stata coraggiosa e avrei fatto quello che dovevo fare. Se Derek doveva morire, allora, avrei dovuto ucciderlo io.
-"Sei pronta?"- mi chiese Scott, appoggiato allo sportello della macchina di sua madre. Scossi la testa.
-"Tu saresti pronto ad uccidere qualcuno a cui tieni?"- lui rimase in silenzio. Sapevo già la risposta.

La radura assomigliava un posto desolato, creato da un mondo fantastico troppo inquietante per entrarci. Si era alzato il vento, che soffiava feroce tra le foglie degli alberi, creando un rumore simile ad un lamento. Sembrava come se anche la natura si fosse preparata a quella battaglia, come se da spettatore avesse deciso di penalizzare entrambe le parti. La nebbia ricopriva gran parte dell'atmosfera, impedendo agli occhi di vedere bene. Il fruscio delle piante distraeva l'attenzione, e l'odore di terra bagnata inondava i polmoni. Era tutto spaventosamente pianificato. Mi voltai verso Scott, nei suoi occhi non esisteva traccia di ripensamento, era deciso a uccidere Derek.
-"Vedo che hai portato tutta la famiglia"- urlò una voce squillante. Ci voltammo tutti per vedere chi fosse. Fanny era in piedi davanti a noi, un sorriso enorme le copriva tutta la faccia. Il suo viso aveva un accenno di lividi come il suo corpo, e qualcosa, dentro di me, diceva che fossero stati procurati da Derek, forse quando sveniva l'effetto dell'Amnesia e lui si ribellava. Un barlume di speranza si accese nella mia mente, e la sicurezza dei momenti prima, di uccidere Derek, era svanita del tutto.

•Salve a tutti. Volevo chiedervi nuovamente scusa per questo capitolo orrendo, per cui c'ho messo anche tanto tempo. Il fatto è che ho così tanti problemi per la testa, che non riesco a scrivere niente, e per giunta il fatto che io debba fare gli stage per scuola e lavorare fino al pomeriggio, non aiuta. Quindi scusatemi ancora, e proverò a fare di meglio•

•The Sun, the Moon, the truth•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora