27. Rovina

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Da quando era arrivata la lettera che avvertiva dell'imminente morte di Derek, le notti erano diventate più fredde e cupe, il vento ti trapassava il corpo congelando le ossa. Era stata una stronzata credere che potesse essere tutto finito, una speranza a cui ti aggrappi quando sei troppo stanco di tutto. Quella notte come tutte le altre da quel giorno, le avevo passate cercando Derek, insieme agli altri, ma lui sembrava sparito nel nulla. Ero stanca, delusa, completamente amareggiata, eppure non mi tiravo indietro.
-"Torniamo a casa"- urlò Stiles piagnucolando -"Tanto neanche questa sera concluderemo niente"- la rabbia mi era arrivata al cervello senza lasciarmi il potere di ragionare, tuttavia rimasi in silenzio aspettando che qualcuno gli rispondesse. Con la coda dell'occhio vidi gli altri iniziare ad incamminarsi verso la sua figura che aspettava vicino ad un albero spoglio, ricoperto di muschio. Continuai a cercare qualcosa che potesse aiutarci a trovare Derek, ma il rumore di passi che riempiva l'aria non riusciva a farmi concentrare.
-"Avanti Dakota, inizia a fare davvero freddo"- continuò Stiles. Socchiusi gli occhi e strinsi i denti in modo da riuscire a restare in silenzio, ma non funzionò. Mi voltai di scatto verso di lui mentre i miei occhi diventavano blu.
-"Andatevene!"- esclamai infuriata -"Tornate a casa, lasciate che me ne occupi io e fatemi il piacere di non tornare più. Cercherò e troverò Derek, con o senza il vostro aiuto"- il silenzio riempi l'aria trasformandola in una sostanza densa e soffocante. Scott apri la bocca per ribattere ma Kira lo fermò -"Lasciala stare. Non pensa ciò che ha detto è solo stanca e arrabbiata"- Lo tirò per un braccio riuscendo a farlo voltare verso di lei.
-"Noi lo troveremo Dakota, lo troveremo"- strinsi i pugni. Non l'avrebbero trovato. Erano inutili, come dei pesi legati alle mie caviglie, non avevo bisogno di loro, dovevo essere egoista e pensare a Derek, e se loro non avrebbero capito che avrei fatto di tutto per trovarlo, allora non avevano capito niente. Aspettai che le loro figure sparissero inghiottite dal fitto strato di nebbia, poi scoppiai a piangere. Le calde lacrime rigavano il mio viso, cadendo al suolo e diventando nutrimento per la terra umida. Mi asciugai le guance con i palmi delle mani, poi continuai a vagare nel buio del bosco dove le uniche cose a farmi compagnia erano rimaste gli alberi che mi sovrastavano con la loro immensità. Urlai più volte il nome di Derek, ma le lettere risuonavano come un eco lontano, un rumore sordo, soffocato. Sospirai rumorosamente, forse Stiles aveva ragione, neanche quella sera avrei combinato niente, ma proprio mentre quell'idea mi punzecchiava le parti più remote del mio cervello, qualcosa che partiva dal mio cuore mi diede l'impulso di voltarmi di scatto. Rimasi quai senza fiato in corpo e credevo di aver smesso di respirare. Ed eccoli li, in piedi in mezzo alla nebbia biancastra illuminata solo dai piccoli fari posizionati sul sentiero della radura. I suoi occhi erano stranamente limpidi, loquaci, tristi e pieni di paura, le sue labbra serrate in una smorfia di serietà, le sue mani strette a pugni e il suo corpo troppo rigido, come se si trovasse in una posizione di difesa. Allungai una mano verso di lui, cercando di capire se fosse la mia immaginazione, ma Derek spostò i piedi in dietro, e capì che non era affatto un gioco della mia mente. Ero così confusa, non sembrava felice di vedermi, bensì impaurito, ma non riuscivo a capire da cosa poiché li c'eravamo solo io e lui, l'uno difronte all'altra. Il rumore di qualche macchina in lontananza riempiva l'atmosfera rendendola ancora più cupa di quello che già era.
-"D...Derek.."- pronunciai quasi senza voce, per paura che se l'avesse sentito sarebbe scappato via. Eppure lui rimase lì, fermo in mobile, con lo sguardo fisso su di me. Mi mossi ancora iniziando a camminare lentamente verso di lui, l'impulso inappropriato di correre e abbracciarlo fino a togliergli il fiato, si impiantò in un piccolo punto della mia mente, punzecchiando le pareti e procurandomi un fastidio incontrollabile. Quando fui a meno di un paio di metri da lui le sue labbra si spalancarono lasciando che le parole si liberassero nell'aria densa.
-"No, ferma!"- mi ordinò con voce rabbiosa. Stavo per pronunciare il suo nome un altra volta ma lui mi fermò -"Non mi farai del male un altra volta"- corrugai le sopracciglia.
-"Derek che stai dicendo? Del male, io? Come potrei.."- la mia voce risuonò troppo debole e tremolante. Lui si spostò di qualche passo indietro per creare più spazio fra di noi.
-"I miei poteri, tu li hai rubati. Mi volevi uccidere ma sono ancora vivo, e io ucciderò te"- mi portai velocemente le mani sul petto, quella frase mi aveva spezzato il cuore. Come poteva affermare quello che diceva? Sembrava così strano, che ciò mi portò a guardare bene i suoi occhi, mi ero sbagliata, non erano del loro solito verde bensì violacei. Che gli avevano fatto, cosa gli avevano detto di me, perché mi odiava?
-"Derek ti hanno drogato"- ammisi preoccupata, ma lui sembrò non curarsene.
-"Lei mi ha detto chi sei. Mi ha detto che cosa hai fatto, e sappi che mi vendicherò"- socchiusi gli occhi, continuando a non capire.
-"Che...che cosa ho fatto?"- per un momento sembrò confuso, tornato in se, un barlume di lucidità s'intravide nei suoi occhi, poi come la scintilla di un fuoco svanì nel nulla, tornado con lo sguardo arrabbiato.
-"Hai ucciso la mia famiglia, Kate..tu sei stata la mia rovina"- quel nome mi spaventò a tal punto da farmi battere il cuore più veloce di quello che già faceva. Credeva che io fossi Kate, e non riusciva a capire che non lo ero.
-"Derek..Derek, io non sono Kate. Sono Dakota"- lui non battè ciglio, poi continuò.
-"Io ti ucciderò"- la sua rabbia trapassava da ogni singolo poro della pelle, puntò gli occhi nei miei.
-"Questa è una promessa"- e con quella frase spari tra gli alberi, lasciandomi sola nel mezzo del bosco. La luce fioca del mattino iniziava a intravedersi all'orizzonte e capi di dover tornare a casa. Forse quello che aveva detto Derek era vero, forse io ero stata davvero la sua rovina.

•Salve a tutti. Volevo ringraziare chi legge e scusarmi con chi ha commentato la storia, purtroppo non posso rispondervi perché il mio account ha qualche problema. Tuttavia vi ingrazio ancora. Spero che il capitolo vi piaccia e scusatemi per gli eventuali errori•

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