Capitolo VIII

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Clarke's POV

Mentre mi preparo per andare all'università mi ritrovo a pensare alla serata orribile di ieri sera. Spero di non incontrare Phil oggi, vorrei resistere alla mia voglia di far incontrare il mio pugno alla sua faccia. Devo assolutamente parlarne con Raven e gli altri. Non so come reagirà Wells, è molto protettivo nei miei confronti. Io e Wells ci siamo conosciuti quest'anno frequentando il corso di legge all'università. Abbiamo legato fin dai primi giorni, dopodiché io ho preso l'iniziativa e l'ho presentato alla mia cricca. È stato accettato alla grande dai miei amici. Io mi trovo molto bene con lui. Sento di poter parlare di qualsiasi cosa. Lo conosco da relativamente poco tempo, ma sento che stiamo legando molto. Tra noi due però, c'è solo amicizia. Non ho mai visto Wells sotto quell'aspetto. È un bel ragazzo, ma tra di noi non c'è nient'altro e questo vale anche per lui, posso scommetterci.
Questa mattina ho solo una lezione, storia del diritto. Una materia che mi affascina molto.
Dato che finisco alle 10, ho in mente di fare un salto in libreria prima di andare in caffetteria.
Appena entro in classe vedo Wells che mi tiene il posto accanto a lui.
<<Ciao Wells.>> dico mentre mi siedo.
Il mio amico nota subito la freddezza nel mio tono di voce.
<<Cazzo Clarke ti è morto il gatto per caso? La mia matita emana più felicità di te.>> lo fulmino con lo sguardo.
Nello stesso momento dal corridoio entra in aula l'ultima persona che volevo vedere oggi. Phil.
Il rivoltante essere mi cerca subito con lo sguardo. Io non mi faccio problemi, anzi, colgo l'occasione per fargli arrivare il messaggio che se prova anche solo ad avvicinarsi gli tiro un calcio nelle palle. Non sono così aggressiva con le persone di solito, credetemi. È solo che ho ancora addosso la sensazione delle mani di Phil che toccano i miei fianchi e il resto. Non sono così pudica e riservata, anzi mi piace molto il contatto fisico e di conseguenza il sesso. Però in contesti come quelli di ieri sera mi stimola solo il riflesso del vomito. 
Wells nota lo scambio di sguardi tra me e Phil.
<<Non sembra che sia andata bene ieri sera. Sembra che tu lo voglia strangolare>>. Mi conosce proprio bene.
<<Se solo il porco non avesse cercato di toccarmi senza il mio consenso>>.
Wells si gira di scatto e mi tocca la spalla.
<<Cosa stai dicendo? Che ti ha fatto?>>
<<È stato scortese per tutta la serata, poi continuava a bere birra. Non era ubriaco, si stava solo sciogliendo. Forse era agitato e non voleva mostrarsi timido. Però non giustifica ciò che ha fatto dopo>> Wells continua a guardarmi, ma nei suoi occhi non vedo disgusto o curiosità, vedo solo rabbia.
<<Quando lo saluto e faccio per andare via, mi prende il polso e mi tira a sè. Fatto sta che comincia a mettermi le mani sui fianchi, poi si fa strada per palparmi per bene il culo, con annessi commenti. Io cercavo di divincolarmi, ma aveva una presa forte. Dopo avermi fatto capire che non voleva incontrarmi solo per due chiacchiere, riesco a spintonarlo via e minacciarlo di frantumargli il setto nasale.>> non faccio in tempo a finire la frase che Wells fa per alzarsi dalla sedia, con l'intento di raggiungere Phil. Io di fretta gli afferro il polso, per trattenerlo.
<<Wells>> riesco a fermarlo. <<Ti ringrazio per questo tuo gesto eroico, ma non ti devi preoccupare. Ho fatto capire le mie intenzioni.>>
Si ricompone e si mette a sedere di nuovo.
Mi guarda dritto negli occhi e fa una cosa che non mi sarei mai aspettata. Mi prende le mani. <<Clarke, ascoltami. Ci metto due secondi ad andare da quello stronzo e dargli una lezione. Non si deve permettere di toccare una persona senza il suo consenso. Non lo faccio solo perché sei tu, ma quello sfigato di sicuro lo fa anche con altre ragazze.>> apprezzo questo lato protettivo di Wells, ma io so cavarmela benissimo da sola.
<<Wells, davvero apprezzo molto questo tuo gesto, ma sono in grado di farmi valere. È questo il problema di voi uomini. Solo quando un altro ragazzo viene ad avvisarvi che vi mettete calmi. Altrimenti il rifiuto della donna stessa non basta, anzi sembra quasi eccitarvi di più>> con gentilezza tolgo le mie mani da Wells. Non amo il contatto fisico, neanche tra sorelle o genitori, figuriamoci tra amici. Mi sento a disagio anche quando Raven mi abbraccia amichevolmente. Non lo faccio troppo notare. Anche con Peter, tralasciando il sesso, che per forza di cose, difficilmente dispiace, quando mi toccava senza alcuna allusione sessuale, mi sentivo a disagio.
<<Hai ragione Clarke, però sappi che se ti serve aiuto io ci sono>> mi dice con un tono dolce.
<<Non preoccuparti Wells, questo lo so>>.
Entra anche il professore e dopodiché comincia la lezione.
Ci informa che tra poche settimane avremo il primo esame. Non ho assolutamente ansia, riesco a tenere tutto ripassato ogni lezione. Per ora lavoro e studio vanno d'accordo.
<<Clarke io devo scappare, ci vediamo stasera da Harper>>
<<Certo Wells, a stasera>>
Sistemo i libri nel mio zaino. Faccio per alzarmi quando mi ritrovo davanti lui. Phil.
<<Clarke>>
<<Cosa vuoi? Penso di essere stata abbastanza chiara ieri sera>>
<<Volevo chiederti scusa. Sono stato un vero stronzo, e soprattutto maleducato. È perché avevo bev->>
<<Risparmiati la scusa dell'alcool. Eri abbastanza lucido quando mi toccavi il culo>>
<<Beh devo ammettere che ne è valsa la pena. Sei davvero bella>>
Ma tutto apposto? Prima mi chiede scusa e poi se ne esce così. Che schifo, tutti uguali.
<<Senti, per favore vai a farti fottere. Ora devo andare. Non tormentarmi più, non accadrà mai>> spero di essere riuscita a convincerlo.
<<Clarke. O io o nessuno>> ma scherza?
Me ne vado senza dire nulla, altrimenti gli avrei bloccato la crescita con gli insulti.
Mentre percorro il corridoio mi giro per controllare che Phil non mi stesse seguendo. 
Sono le 10.30. Faccio ancora in tempo ad andare in libreria e poi andare a lavoro.
La libreria è poco distante dalla caffetteria. Appena entro mi dirigo subito nel reparto "Narrativa". I miei libri preferiti. So che può sembrare un cliché, ma sono un'amante di Jane Austen. Infatti questa settimana esce la nuova edizione di tutta la sua collana. Ovviamente io dovevo avercela per aggiornare la mia personale libreria a casa.
Comincio con "Orgoglio e pregiudizio" e "Cime tempestose" visto che avevo pochi contati dietro.
Dato che iniziavo il turno alle 12.30, avevo ancora circa 40 minuti di tempo. Decido di andare a piedi a lavoro, invece di usare il bus.
Mentre cammino mi tornano in mente le parole di Phil "O io o nessuno". Non voglio mostrarmi mai debole a nessuno, ma devo ammettere che ho avuto i brividi quando me l'ha detto. Io spero che sia solo stupido.
Oggi ho il turno con Nate, è stato assunto la settimana scorsa quindi Kane lo ha affiancato a me, dato che lavoro qui da quasi 5 mesi. È un po' timido coi clienti, ma col tempo si scioglierà. In caffetteria bisogna essere gentili, carismatici e far sentire come a casa i clienti. Kane ci tiene molto al rapporto con la clientela. La nostra caffetteria è molto trafficata dagli studenti, logicamente essendo quasi attaccata all'università, ma ci vengono anche il resto dei cittadini, anche fuori Midtown.
Oggi c'è parecchio circolo di persone dato che stanno proseguendo le presentazioni dei corsi ai nuovi studenti.
Stavo finendo di prendere l'ordine ad una coppia di anziani, quando Nate mi fa segno di raggiungerlo alla cassa appena possibile. Mi scuso coi clienti e vado dal mio collega.
<<Nate stavo finendo un ordine. Che succede?>>
<<Scusa Clarke, ma non riesco proprio a cambiare il rullino per gli scontrini.>> gliel'ho spiegato 4 volte e ancora mi tortura la cassa.
<<Va bene, ci penso io. Tu vai a finire gli ordini ai tavoli 4,7 e 9.>>
<<Grazie Clarke, ti offrirò da bere una di queste sere>> gli sorrido e tolgo il rullino dalla cassa. Vado nella famosa stanzina dei locali con scritto "Privato". So che vi aspettereste chissà cosa da quella stanza, ma non è altro che un deposito e una piccola area ristoro per i dipendenti. 
Cerco il contenitore dei rullini di carta per gli scontrini, ma ovviamente è finito e nessuno ha ben pensato di aprire la scatola sullo scaffale per fare il pieno.
Spero che Nate se la stia cavando, ci sto mettendo più del dovuto. C'è un casino di scatole qua dentro.
Appena trovato il rullino esco e noto che i clienti sono aumentati. Nate si trova in difficoltà. Pian piano imparerà anche lui. Solo facendo esperienza si migliora.
Mentre sostituisco il rullino nuovo e metto in sesto la cassa, noto che al tavolo più in disparte del salone, affacciato alla vetrata, c'è un ragazzo che mi stava guardando. Ha l'aria di uno che aspetta, Nate ne ha ancora da imparare. C'è una ragazza che deve pagare 1 brioche e un cappuccino. Decido di servirla io, dato che Nate era occupato con due ragazzi. Il ragazzo ha aspettato fino adesso, un altro minuto non lo ucciderà.
Mi affretto a prendere il blocchetto per gli ordini e menù e lo raggiungo.
Mentre cammino lo guardo con più attenzione. I suoi riccioli scuri gli coprivano appena metà fronte. Avvicinandomi mi accorgo degli occhi neri come la pece. La mascella marcata e la spruzzata di lentiggini rendevano il suo viso un qualcosa di spettacolare. Non lo avevo mai visto qui in giro, sarà un nuovo studente.
Piano Clarke. Ricorda cosa ti sei detta. Niente impegni. Hai visto con Phil.
Indossa una maglia nera, con jeans del medesimo colore. La giacca di pelle, ovviamente nera, lo rende il classico casanova.
<<Ciao! Scusa, ho notato che il mio collega non ti ha portato il menù. Eccolo qua.>>
<<Grazie.>>
Faccio per andarmene quando risento quella voce forte e roca.
<<Tu cosa mi consigli?>> rimango un attimo sorpresa da questa sua domanda, dev'essere davvero nuovo.
Mi avvicino a lui e mi accorgo che mi sono sporta più del dovuto. La mia spalla sfiorava la sua. Non so perché, ma mi è venuto spontaneo. Di solito non faccio così. In meno di un secondo mi arriva un odore forte e deciso, sembrava cannella insieme a un profumo legnoso. Era il profumo di questo ragazzo. Era buonissimo. Basta Clarke.
Visto che è un nuovo cliente gli voglio far assaggiare le mie torte. Si faccio le torte io per la caffetteria. Kane dopo averle assaggiate mi ha lasciato carta bianca.
Gli indico sulla carta la torta del giorno. Oggi era la cheesecake ai frutti di bosco. La mia preferita.
<<Torta del giorno?>> mi chiede con tono dubbioso. Non distoglie lo sguardo nemmeno per un secondo. Sento un calore che mi pervade dentro. Cerco di mantenere la calma.
<<Esattamente, ogni giorno torta diversa. Oggi c'è cheesecake ai frutti di bosco.>>
<<Ed è buona? Sai non sono un'amante dei dolci>> dice sorridendo. Clarke calmati. La mia testa sta cercando di farmi ricordare in questi nano secondi tutte le mie delusioni con ragazzi come questo. Peter e Phil per esempio.
<<Eccome, scherzi. Le torte le faccio tutte io, quindi per forza sono buone>> cerco di fare la simpatica per smascherare la mia vulnerabilità in questo momento.
<<Perfetto, sono in buone mani allora>> sento le guance avvampare, devo continuare a parlare.
<<Qualcosa da bere?>>
<<Un caffè grazie>> sembra un ragazzo gentile. Clarke ricordi Phil? Anche lui sembrava gentile.
<<Va bene, arrivo subito>> dico sorridendo.
Mentre giro i tacchi sospiro. Dovevo scaricare tutta l'energia che si era creata. Non conosco nemmeno il suo nome, ma provo un'attrazione come una calamità. È veramente bello e ha una voce sexy, anzi è tutto sexy. Ha le spalle grandi e muscolose, dalle maniche della giacca si intravedono le vene sul braccio che proseguono sul dorso delle mani.
Prendo la cheesecake dal banco frigo e la preparo nel piatto, mentre il caffè viene su. Metto tutto sul vassoio e raggiungo di nuovo il dio grec-, il ragazzo nuovo, o meglio il cliente.
<<Ecco la torta per il non-amante di torte. E il caffè>> ma che dici Clarke?
<<Grazie, sei molto gentile>>
Se prima le guance stavano avvampando, ora erano letteralmente andate a fuoco. Non mi aveva detto niente di che, ma la sua voce mi faceva venire i brividi, ma non di paura. Tutta la mia sicurezza mostrata fin'ora stava pian piano cadendo, spero la smetta di fare così e che se ne vada.
I miei occhi si girano nell'oscurità dei suoi. Rimaniamo pochi secondi a guardarci e basta. Non volevo cedere per prima, sono competitiva perfino coi bambini. Nonostante questo il calore dentro di me si stava propagando ovunque, sentivo caldo in faccia, nel petto, nel ventre, e sempre più giù. Cosa sta succedendo?
<<B-B-Beh grazie, insomma, voglio dire è il mio lavoro>> Cazzo. Per colpa dei petardi al posto del mio cuore, la mia voce mi ha tradito. Lui continua a guardarmi, io vengo distratta dalle sue labbra. Carnose e rosa. La parte più animale di me vorrebbe saltargli addosso in questo momento.
È una situazione pericolosa, non va bene l'effetto che mi fa questo ragazzo.
<<A-Adesso io devo andare, h-ho altre ordinazioni>> senza pensarci due volte mi giro e me ne vado. Ma che succede Clarke? Tu non balbetti mai. Possibile che le frasi in testa sono perfette, e invece il mio tono è tremante.
Vado al balcone per risistemarmi un attimo.
<<Clarke>>
<<Dimmi Nate>>
<<Mi dovresti preparare due porzioni di Millefoglie>>
<<Va bene>>
<<Ah no, ma se devi finire il cliente, tra poco dovrà pagare. Faccio io con le torte, me la posso cavare>> oddio no. Non posso parlarci di nuovo.
<<No Nate, non preoccuparti. Finisci tu, così fai pratica con la cassa>>
Noto con la coda dell'occhio che ha finito la torta.
Mi affretto al banco frigo, così da non incrociarlo nemmeno per sbaglio.
La Millefoglie stava dietro a tutte le altre torte, non ne faccio tante porzioni perché di solito non è tra le preferite dei clienti.
<<Ehi>> appena sento la sua voce sento una scarica elettrica che attraversa il mio corpo, concentrandosi soprattutto nel basso ventre. Non mi ha colto di sorpresa, è solo che mi fa quest'effetto la sua presenza.
Appena mi giro verso di lui, mi accorgo della differenza di altezza che c'è fra noi. I miei occhi sono all'altezza del suo petto. Devo alzare lo sguardo per poter incrociare il suo. Non mi sono mai sentita così eccitata. Mi ero ripresa da prima che eravamo al tavolo, ma ora è peggio. È a neanche mezzo metro da me e il suo profumo si sta facendo strada sempre di più.
<<Volevo solo farti i miei complimenti per la torta. Avevi ragione, è veramente buona.>> la smette di fare così? È così gentile. Sento di nuovo il fuoco in viso. Clarke ti ha detto che hai fatto una buona torta calmati.
<<Grazie mille>>
<<Quanti grazie oggi eh?>> mi scappa una risata, chissà che figura che sto facendo. Riesce anche a farmi ridere, c'è qualcosa che non va.
<<Senti. Siccome adesso so che fai una torta diversa ogni giorno, sarò costretto a venire qui tutte le mattine>> ecco cosa non va. A lui importa solo della torta. D'altronde sono veramente buone.
<<Perfetto direi. Almeno posso aggiungere al curriculum che sono riuscita a far piacere i dolci ad uno che non gli piacciono>> in effetti è una bella soddisfazione. Devo dirlo a Kane.
<<È merito tuo>> e mi fa un occhiolino. Boom. Il fuoco è diventato un incendio. Sento solletico vicino all'inguine.
<<Adesso devo andare, ma ci vediamo domani molto probabilmente>> non posso vederlo tutti i giorni. Mi ero detta niente relazioni, niente impegni, niente cazzate. Ho sofferto così tanto. L'amore è una debolezza e io non posso permettermela, devo studiare e fare bene. Non devo lasciarmi distrarre da questo ragazzo. Solo un cliente.
<<C-Certo, a domani>> ecco. Magari Clarke cerchiamo di non fargli capire quanto ci stai sotto.
Finalmente se ne va in tutto il suo splendore. Questo dev'essere proprio un donnaiolo. È un meraviglioso cliché.
Non essendoci più distrazioni posso continuare il mio turno tranquillamente senza balbettare.
Fino alla fine del turno non facevo che pensare a quel tipo. È stato tutto così veloce ed eccitante allo stesso tempo. Devo cercare di contenermi e non dare a vedere le mie emozioni.
Finito in caffetteria torno a casa in bus, anche durante il tragitto in bus mi ritrovo a pensare alle sue labbra e ai suoi occhi neri.
Arrivata a casa mangio qualcosa e ripasso la lezione di stamattina.
Stasera devo raccontare tutto a Raven.







Ciao a tutti! Spero che la storia vi stia piacendo. Scusate se questi due ultimi capitoli sono un po' lunghetti, ma ci tenevo a descrivere nel dettaglio l'incontro fra Clarke e Bellamy. Fatemi sapere nei commenti cosa ne pensate e se volete capitoli più brevi.
Grazie e buona lettura

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