Capitolo IX

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Clarke's POV

Finito di studiare la lezione di stamattina scendo giù per cenare. Le cene con la mia famiglia sono sempre molto animate, ognuno racconta le proprie vicende della giornata. Siamo una famiglia molto unita e aperta al dialogo.
<<Allora Clarke, dimmi come sta andando lo studio? Sei preparata per i prossimi esami?>> dice mio papà mentre azzanna la bistecca nel piatto.
<<Beh direi che sta andando molto bene, almeno per adesso riesco a stare al passo con le lezioni.>> affondo un pezzo di carne nella maionese.
<<Non vedo perché tu debba lavorare alla caffetteria, sai benissimo che possiamo permetterci la retta. Avresti più tempo libero, non solo per studiare.>>
<<Lo so papà, ma io voglio lo stesso dare il mio contributo. Con lo stipendio riesco a darvi una parte di retta e avere qualche soldo mio in più>> Si, sono molto orgogliosa, ma ci tengo veramente ad avere un lavoro. I miei genitori economicamente sono messi piuttosto bene, ma voglio cercare di essere più indipendente possibile.
<<Va bene cara, come vuoi tu, però non sentirti obbligata. Io e tua madre lo sappiamo benissimo che sei brava e sai gestirti in autonomia.>> mia madre mi rivolge un sorriso.
<<Sono d'accordo con tuo padre Clarke, se ti sembra che la caffetteria ti porti via troppo tempo allo studio butta giù l'orgoglio e molla il lavoro>>
<<Va bene, ci penserò>> ovviamente non sarebbe andata così. Dovevo evitare assolutamente questo scenario. Quindi il ragazzo di stamattina non deve più far parte dei miei pensieri. Mi limiterò a parlarci come ogni cliente. Tanto dubito che lui abbia provato le mie stesse cose.
<<Ah si, per sabato tenetemi in conto per la sfilata dei trattori qui a Kingfield>>
<<Certo Clarke, su questo non avevamo dubbi>> dice Marina.
<<A proposito, ho visto il figlio più piccolo dei Wilsor, Ryan. È un bravo ragazzo, hanno 70 ettari di campagna e lui lavora insieme al padre. Ha la tua età Clarke. Se ne sta sempre sul trattore, dovresti farlo uscire qualche volta con i tuoi amici.>>
<<Ho presente Ryan, a scuola se ne stava sulle sue. Comunque se lo becco in giro provo a parlarci>>

Finita la cena, aiuto le mie sorelle a mettere in ordine la cucina. Poi vado su in camera per farmi una doccia veloce e preparami per andare dagli altri.

Clarke: Raven, tra poco parto per casa vostra. Ho delle novità.
Raven: Okay Griffin, ti aspettiamo insieme ad una bottiglia di gin.

Parcheggio sotto casa delle mie amiche e mentre chiudo la portiera mi cade l'occhio su qualcuno all'angolo della strada. Non riesco a riconoscerlo, ma mi sta guardando. Entro in fretta nel vialetto e suono il campanello.
Finalmente si apre il portone e salgo su.
Da fuori la porta si sente la musica a tutto volume.
<<Griffin!>> mi apre Roah, con una birra in mano. <<Sempre più bella la nostra campagnola>>
<<La campagnola vorrebbe entrare>> dico ridendo.
Roah sposta il braccio dalla porta e mi fa passare. Appena entro vedo Echo che mi viene incontro per abbracciarmi.
<<Clarkiiie>> odio questo soprannome.
Come sempre la nuvola di fumo l'accompagna anche stasera.
Ricambio l'abbraccio sforzandomi.
<<Allora avete cominciato senza di me vedo>>
<<Certo Griffin. Anche se Jaha ovviamente voleva aspettarti>> mi dice Raven vedendomi incontro con un bicchiere di chissà quale bevanda.
Lei suppone che Wells provi qualcosa nei miei confronti, ma più volte ho cercato invano di convincerla del contrario.
<<È solo che so quanto a Clarke piaccia il beer pong>> ribatte Wells.
<<Cosa dovevi dirmi Clarke?>> prendo Raven dal braccio e ci spostiamo sul divano, mentre gli altri sono occupati a svuotare il frigo pieno di alcol.
<<Wells ti ha raccontato di Phil?>> volevo essere sicura che fosse al corrente. 
<<Mi ha accennato qualcosa prima, certo che è veramente uno schifoso. Se ti tocca ancora gli spacco la chiave a cricco nel cranio.>> scoppio a ridere.
<<Grazie Rav. Comunque dopo quello spiacevole episodio mi ero detta basta, non voglio più capitare con tipi del genere. Prima Peter, poi Phil. Insomma mi metto in panchina. Tanto son tutti uguali>> mentre racconto Raven mi passa un altro bicchiere ancora. Prendo un sorso.
<<Oggi pomeriggio ero di turno alla caffetteria quando arriva un nuovo cliente>>
<<Non dirmi che era un vecchio stavolta>>
<<No, il contrario. Un ragazzo moro, occhi scuri, alto, muscoloso, con un'aria da bel tenebroso. Aveva l'aria da stronzo, ma invece era gentile, molto gentile>>
<<Cominciamo bene>> dice Raven con un sorriso malizioso.
<<Il punto è che non lo avevo mai visto, ma c'era un'intesa strana. Continuava a guardarmi dritto negli occhi e io, beh, io n-non riuscivo, a-a>>
<<Dov'è finita tutta la tua sicurezza eh Griffin? Dev'essere proprio un figo questo per farti balbettare>>
<<Dopo io sono andata al banco frigo e ho fatto finire Nate con lui. Non volevo più parlarci. Sembra il classico donnaiolo, e io odio i tipi così. Fatto sta che lui è venuto dopo da me. Mi ha detto che verrà tutti i giorni per assaggiare le mie torte>>
<<Lo sai vero che con torte intende altro>> ridiamo insieme.
<<Dai Clarke non devi giudicare una persona senza conoscerla, sei sempre la prima a dirlo>>
<<Lo so, lo so. Ma quel ragazzo mi fa un effetto che non ho mai provato con nessuno, nemmeno con Peter>>
<<Ci credo Clarke, era uno stronzo>>
<<E probabilmente anche questo ragazzo lo è>>
<<Peccato che lavori proprio lì, e lui verrà sempre lì adesso. A meno che non ti licenzi, devi affrontarlo>>
<<Okay, mi licenzio>> mi metto le mani fra i capelli.
<<Cazzo Griff, se ti fa perdere così il controllo devo assolutamente conoscerlo e fargli i miei complimenti>>
<<Basta adesso non voglio più pensarci, facciamo un altro giro che dopo devo stracciarvi al beer pong.>>
La serata prosegue e le bottiglie vuote aumentano, intanto io il profumo di quel tipo non riesco ancora a togliermelo dalla testa.
Clarke Griffin sei in un casino totale.

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