Capitolo XII

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Bellamy's POV

Un fuoco arde dentro di me. Un fuoco forte e scoppiettante. E questa ragazza è come la benzina. Alimenta sempre di più il mio fuoco.
Non so neanche il suo nome, ma so che il mio cuore è suo. Fino a prima mi divertivo a stuzzicarla e vederla arrossire alle mie parole e ai miei sguardi.
Ma adesso è lei ad avere in pugno me, anche se per lei sono io a tenere le redini.
Il modo in cui perde controllo e lucidità davanti a me, mi fa impazzire. Non vuole dare a vedere questa sua particolarità, magari crede che debba mostrarsi forte davanti agli altri. Magari, crede anche che mostrarsi fragile la renda meno piacevole agli occhi altrui. Ma io penso che questa sua vulnerabilità la renda bellissima.
Ora è qui davanti a me, in bilico sulla decisione se baciarmi oppure no.
Lei dice che deve andare via, ma i suoi occhi e il suo corpo chiamano me.
Le nostre labbra sono ormai sul punto di incontrarsi. Mi cade lo sguardo in basso e vedo che si strofina con le gambe.
Non sto facendo nulla, non la sto nemmeno toccando, ma so che là sotto è già umida. Adesso voglio farla impazzire, come lei sta facendo impazzire me.
La mano appoggiata al muro decido di tenerla dove sta, così da non diminuire nemmeno di mezzo millimetro la distanza fra noi due.
Con l'altra mano tocco delicatamente la sua spalla, e subito sento il suo corpo sussultare.
Percorro tutto il braccio con un dito, fino a sfiorarle l'interno della mano.
Lei intanto mi sta guardando fisso negli occhi. Le sue pupille sono dilatate e il suo respiro è affannato. Se solo guardasse in basso noterebbe senza alcuna fatica la mia dolorante erezione intrappolata nei jeans.
Dal palmo della mano mi allontano di poco e raggiungo l'esterno coscia. Deglutisce ancora. Mi sta facendo letteralmente andare fuori di testa. Vederla così eccitata mette a dura prova la mia forza di volontà.
Non ho mai fatto così con le altre ragazze, dal bacio al sesso passa poco tempo, anzi spesso non c'è nemmeno il bacio.
Ma lei, lei è diversa. Mi fa provare emozioni e sensazioni totalmente nuove. E non voglio che sia come con le altre, e di sicuro non voglio che per lei sia come con quelli precedenti. Voglio desiderio. Voglio che lei si ricordi di ogni piccolo tocco provocato da me.
Con gli occhi guardo la mia mano che dal fianco sale fino alla pancia. Le mie labbra vengono stuzzicate dal respiro caldo proveniente dalle sue labbra socchiuse.
Resisto ancora e con la mano vado più in giù fino all'orlo dei pantaloni.
Metto appena un dito dentro per sfiorare la pelle calda e morbida. Anche solo sfiorandola, senza andare più giù, lei emette un gemito. Porto subito la mia attenzione ai suoi occhi. Ora ci stiamo guardando. Lei non c'è la fa più. Vedo nei suoi occhi desiderio.
Tolgo il dito dai suoi jeans e mi sposto con la mano dentro la maglietta. La sua pelle è liscia e scalda la mia gelida mano.
Sempre tenendo lo sguardo fisso sui suoi occhi, la avvolgo in vita con il mio braccio stringendola a me, facendole sentire la mia erezione.
<<Non sei affatto un +1 principessa>> le sussurro sulle sue labbra. Lei ora sposta gli occhi in basso, lo sta guardando.
Si morde il labbro e poi ritorna a guardare me.
Chiude gli occhi e si sporge verso di me. È pronta, mi vuole.
Decido di farla patire ancora un po', faccio per baciarla, ma mi sposto velocemente sul suo collo.
Do un leggero bacio alla sua pelle. Ha un buon sapore, come il suo profumo del resto. Entrambi mandano in ecstasy il mio cervello.
Continuo una scia di piccoli baci fino ad arrivare sotto l'orecchio, dove con la lingua faccio dei piccoli cerchi.
La ragazza trema e sposta il collo di lato per accogliermi meglio.
Appena sotto la mascella le lascio un bacio più profondo, con i denti stuzzico la sua pelle.
Ritorno di nuovo sull'orecchio, concentrandomi sul lobo. Lo bacio e infine lo aspiro. Le scappa un altro gemito.
Sono convinto che se non la stessi tenendo con un braccio in vita non riuscirebbe a reggersi.
Senza staccarmi troppo da lei, raggiungo la sua guancia. Lei mi mette una mano intorno al collo, per poi spostarsi sulla nuca e intrufolando le sue dita nei miei capelli, tirandoli leggermente. Con dei piccoli gesti riesce a provocarmi scariche di ossitocina incredibili. Non so se riuscirò mai a fermarmi.
Sono ormai vicino all'angolo della bocca.
Sembrerò un idiota, ma non voglio che accada qui. In uno scantinato, circondato da cibo e bottiglie.
Non voglio che abbia questo ricordo del nostro primo bacio. Io non sto facendo caso al luogo, sono concentrato su ogni centimetro del suo corpo, ma sono certo che non deve succedere qui.
Con una grande forza di volontà riesco ad allontanarmi dalle sue labbra.
Lei tiene ancora il braccio sul mio collo e io il mio sulla sua vita.
Mi guarda dubbiosa. Si chiederà perché non l'ho baciata. Ha il respiro corto. Il suo petto fa su e giù velocemente.
Siamo fermi così a guardarci.
<<P-perchè ti sei>> si ferma per prendere fiato <<perché ti sei fermato?>>
A vederla così fragile sotto di me mi viene da sorridere, un sorriso leggero.
Sposto la mano dal suo fianco e le accarezzo la ciocca, la quale sfiora il suo seno. Evidentemente il mio tocco con esso la sta facendo agitare. Forse si è dimenticata che il suo ventre è appiccicato al mio e riesco a sentire quando muove le cosce. Continua a strofinarsi il l'inguine.
<<Prima hai detto che devi andare di sopra>> non toglie gli occhi dalle labbra <<Cosa sei venuta a fare qui?>>
<<Devo portare delle casse di acqua al mio collega>>
<<Bene>> lentamente mi sposto da lei.
<<Ti do una mano io principessa>>
Lei mi guarda stupita per quello che è appena successo.
In fretta si ricompone e mi viene incontro.
<<Non serve che mi aiuti, c'è la faccio da sola. Tanto è solo una cassa di acqua frizzante>>
È impressionante come cerca di farmi credere che abbia tutto sotto controllo. Non sa che il fatto che io riesca a farla vacillare è la cosa più bella ed eccitante in assoluto?
Si avvicina per raccogliere la cassa, io le prendo la mano.
<<So benissimo che puoi farlo da sola, ma voglio aiutarti>>
Lei tutto d'un tratto mi rivolge un sorriso. Non me lo aspettavo. È ancora più bella quando sorride.
Ora sono io ad arrossire e lei se n'è accorta.
<<Va bene andiamo>> prendo con una mano la cassa di acqua e lei approfitta per accogliere quella libera con la sua.

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