Capitolo XX

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Bellamy's POV

La tentazione di chiamare il mio capo per spostarmi il turno di stasera è forte. Andrei a bussare porta a porta per cercare quell'idiota. Vedere Phil toccare Clarke senza il suo consenso mi ha reso parecchio nervoso. È riuscito a darmi un pugno solo perché ero distratto da Clarke. Mi stava guardando con gli occhi pieni di paura e ciò ha compromesso i miei riflessi. Non avrei voluto ridurlo così. Aveva la faccia irriconoscibile, piena di tagli inzuppati di sangue, l'occhio sinistro non riusciva ad aprirlo. Sarebbe bastato molto meno per dargli una lezione, ma il modo in cui non dava a Clarke la possibilità di liberarsi, come la guardava, e soprattutto come la toccava mi ha fatto perdere la lucidità. Volevo solo pestarlo.
Quando finalmente se n'è andato via, il viso di Clarke era pieno di lacrime, con occhi pieni di panico. Era così scossa. Guardava il vuoto con le mani che tremavano e una piccola ferita sulla tempia. Quando però ci siamo abbracciati e con le braccia l'ho completamente avvolta è cambiato tutto. Il suo fragile corpo tremolante si è rilassato. Non tremava più. Il suo respiro è diventato regolare. Continuava a piangere lo stesso, ma sembrava più che si stesse sfogando su di me. Solo il contatto fisico con me è riuscito a calmarla, a farle passare la paura e dimenticarsi di quello schifoso per un attimo. Per un pelo non mi sono messo a piangere pure io. Mi ha fatto commuovere il modo in cui riuscivo a confortarla. Pensava veramente che l'avrei lasciata da sola per andare a cercarlo? L'ho detto solo per sfogare la mia rabbia. Non l'avrei lasciata da sola nemmeno per un secondo, poi in quel momento lì. Aveva bisogno di me. E io ci sarò sempre quando lei avrà bisogno di me.
Solo noi due.
Sono state le sue parole, dette fra una lacrima e l'altra, e mi hanno fatto capire quanto io sia importante per lei. Non ci conosciamo da neanche una settimana, non stiamo insieme, probabilmente non siamo nemmeno amici, ma siamo entrambi consapevoli di quanto forte sia quello che c'è fra noi.

<<Mi dispiace che la giornata sia finita così. Dovevo farti vedere ancora la città e tutto il resto>> siamo ancora seduti sulla prima panchina che ho trovato. Volevo assicurarmi che Clarke stesse meglio.
<<Clarke>> prima di prenderle la mano, cerco l'approvazione nel suo sguardo. Inizialmente le guarda titubante, poi però mi fa un lieve sorriso e me la prende lei <<Non devi preoccuparti di nulla. L'importante è che tu stia bene. Possiamo fare un altro giorno, non c'è problema.>>
<<Grazie Bellamy. Per tutto. Se non fosse stato per te, b-beh n-non so cosa..>> dice abbassando lo sguardo <<Ehi>> cerco di richiamare la sua attenzione <<Phil non è più un problema. Non si avvicinerà più.>> lei mi risponde con un dolce sorriso <<Cosa facciamo ora?>> mi alzo dalla panchina e mi rivolgo verso di lei e le porgo la mano <<Adesso principessa andiamo a casa mia>> a sentire le mie parole sgrana subito gli occhi <<A-a casa tua?>> vedo la preoccupazione nei suoi occhi, chissà cosa starà pensando <<Non farti strane idee, voglio solo offrirti qualcosa per migliorare la situazione. Non credo tu sia in vena di continuare il giro>> ecco che è tornato il suo bellissimo sorriso. Si alza e timidamente si affianca a me, dev'essere proprio scossa per comportarsi così, di solito con me è sciolta e molto fisica. Phil ti odio, stronzo.
<<Non sei costretto a fare così. Posso anche andare a casa>> cerco con la mia mano la sua e lentamente intreccio le nostre dita <<Non dirlo nemmeno per scherzo. So che non vuoi stare sola in questo momento, ti accompagno io a casa più tardi.>> lei osserva le nostre mani e poi sposta il suo sguardo sui miei occhi. Mi guarda per qualche secondo, che sembra infinito e infine mi sorride.

Siamo davanti al vialetto di casa mia. Mentre camminavamo prima, Clarke continuava a guardarsi indietro, come se avesse ancora paura che Phil potesse comparire dietro alle sue spalle. Ogni volta che lo faceva, io le stringevo la mano e la rassicuravo. È incredibile quanto Clarke si mostri forte agli altri, sempre con tutto sotto controllo, ma invece ora si mostra fragile e vulnerabile in mia presenza. Mi sento così protettivo nei suoi confronti, per non parlare di quello che provo. Non so benissimo spiegarmi cosa provo, ma sento che ogni secondo che passa il mio cuore appartiene sempre di più a lei. Il modo in cui ci guardiamo, come scherziamo, la costante voglia di saperla al sicuro. È tutto nuovo per me, non ho mai provato un'emozione così prima d'ora. Sembra che prima di lei nulla avesse senso. Nessun'altra ragazza o storiella avesse significato prima dell'incontro con Clarke. 

Just the two of UsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora