Capitolo XIV

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Bellamy's POV

La festa è iniziata da poco più più 20 minuti e mia sorella ha già conosciuto quasi tutti i presenti.
Ci aveva accolto un ragazzo alla porta, mi pare che si chiami Roan, sembra simpatico. Ora sono nel suo gruppetto, dove mi sta facendo conoscere gli altri. Invece Octavia è con Raven e altre amiche. Ha il sorriso stampato in faccia, sembrano piacerle queste nuove persone. Io non mi sto entusiasmando più di tanto sinceramente. Nonostante io stia rispondendo ad un sacco di domande sulla mia vita, continuo a pensare alla ragazza, di cui non so ancora il nome.
Quello successo nella cantina oggi è stato pazzesco.
Fuochi d'artificio. Mi sento ancora elettrizzato. Il suo corpo in sintonia con il mio, come se entrambi sapessero già cosa fare l'uno all'altro. Non mi ha mai fatto sentire così nessuna prima d'ora.
Una ragazza così forte, così sicura, che però sotto le mie mani si mostra fragile e delicata.

<<Quindi avevate un locale insieme tu e il tuo amico?>> mi chiede Lincoln.
<<Esattamente, gestivamo tutto io e lui>> quanto mi manca John. Ci siamo sentiti prima al telefono mentre Octavia finiva di prepararsi. Mi manca lavorare con lui, uscire con lui, cazzeggiare con lui, fare tutto con lui.
<<E hai abbandonato tutto per venire qui con tua sorella?>>
<<Si>> la conversazione stava diventando troppo personale, mi stavano facendo troppe domande. Devo cambiare discorso.
Noto che c'è un tavolo da beer pong. Io sono un maestro a beer pong.
<<Vedo che c'è un tavolo da beer pong. Facciamo una partita>> propongo ai miei nuovi amici. Vedo sulle facce di Roan, Lincoln e gli altri un sorriso di sfida.
<<Nessuno gioca al beer pong senza Clarke>> il ragazzo che mi rovina i piani di togliermi dell'attenzione si chiama Wells. Era quello di cui parlava Raven stamattina.
<<Beh possiamo iniziare e quando arriva lei si aggiunge>>
<<No. È una nostra tradizione. Solo quando arriva lei si gioca. È il suo gioco>> ora capisco perché dicono che questo tizio abbia una cotta per questa famosa Clarke. La difende come se fosse la sua ragazza. E poi perché dobbiamo aspettare qualcuno per fare qualcosa?
Poi come ha sottolineato la parola "nostra", da lì ho capito che non gli vado molto a genio a Wells. Mi deve vedere come un intruso nel suo gruppetto.
<<Wells calma. Ora lo sa>> dice Roan.
<<Dai Blake, vediamo come se la cavano i newyorchesi con il calcetto>> aggiunge mettendomi un braccio intorno al collo.
<<Linc tu sei dei nostri vero?>>
<<Voi iniziate intanto, vado un attimo in cucina>>
Mentre ci dirigiamo all'angolo del calcetto, noto con la coda dell'occhio che Lincoln si sta avvicinando a mia sorella.
Cosa crede di fare? Vuole già abbordare mia sorella? Ma nemmeno la conosce.
Calma Bellamy. Non stanno facendo nulla, parlano.
Ho promesso alla mamma che non avrei fatto pressione a Octavia.
Però mia mamma non c'è ora, per ora sto buono, ma se vedo che quello scimmione le da fastidio, gli spacco la faccia.

È passata ormai più di un'ora e Raven continua a guardarmi e mandarmi segnali molto espliciti. Io mi sono limitato a salutarla e parlarci.
Non voglio avere niente a che fare con lei, non è lei che mi interessa. Però mi sembra giusto doverle dire la verità. Mi sembra che lei abbia capito che mi interessi. Non posso lamentarmi, dato che era questo il mio intento per farle anticipare la festa. E direi che ho fatto proprio bene, dato che se non ci fossi stato sabato, quel Lincoln avrebbe avuto via libera con mia sorella. Invece ora sorellina ci sono io a pestare tutti quelli che ti danno fastidio.
Ora qua con i ragazzi nel salotto. Stiamo parlando di macchine, e della mia nuova Audi. Ho scoperto che Lincoln e Roan hanno la mia età e frequentano scienze forestali. Octavia scordati di frequentarti con uno della mia età. Però non devo saltare a conclusioni affrettate, magari non le piace. Anzi sicuramente è così. Stavano solo parlando.
Adesso Octavia è in cucina con Raven e un'altra ragazza che non riesco a inquadrare, data la poca luce e una marea di fumo.
<<Bellamy che ne dici?>> Roan mi fa tornare alla realtà.
<<Di cosa?>>
<<Sabato mattina ti va di venire con noi al lago? Tutti insieme. Poi al pomeriggio andiamo a vedere la sfilata dei trattori>> mi metto a ridere animatamente.
<<Sfilata di cosa?>>
<<È una cosa molto famosa qui da noi, ed è una figata. C'è sempre un sacco da bere, musica e soprattutto belle ragazze.>>
Poveri voi, non avete idea di chi sia una bella ragazza.
<<Ovviamente può venire anche tua sorella>> mi dice quell'idiota di Lincoln. Carino il suo tentativo di fare il simpatico con me, visto che sono suo fratello.
<<Non credo propr->>
<<Clarke!>> urla Wells allegramente.
Porto lo sguardo nella stessa direzione di quello di Wells, e rimango tramortito.
È la ragazza della caffetteria. La ragazza responsabile di uno dei più bei pomeriggi della mia vita è qui ora, davanti a me.
Porca troia. È insieme a Raven. Loro due si conoscono. Sono amiche. Raven e Clarke. La ragazza che ha rapito il mio cuore è amica della stessa ragazza con cui ci ho provato per spostare una stupida festa.
E a giudicare dallo sguardo di Clarke ne è a conoscenza pure lei.
Non ci sono più gli occhi pieni di desiderio e felicità di oggi. Ora c'è un freddo e gelido ghiaccio. Sono vuoti. Mi sta guardando con.. delusione?
<<Clarke ti presento il fratello di Octavia, si chia->>
<<Bellamy>> dice guardando solo e unicamente me <<il ragazzo di stamattina di cui mi hai parlato così animatamente>> il suo tono è ironico e freddo. Mi vuole far capire che lei lo sa, che Raven le ha raccontato di come ci siamo conosciuti stamattina alla caffetteria. Deve averle descritto tutto nei dettagli perché mi sta guardando come se volesse prendermi a pugni.
Cazzo ho rovinato tutto. Adesso lei pensa che io sia un donnaiolo. Magari pensa che quello successo fra noi due oggi per me non era altro che una cosa fatta e rifatta. Se solo sapesse quanto per me è stato importante.
Ma quante cazzo di probabilità c'erano che si conoscessero, che fossero amiche? Cazzo a me non frega di Raven. C'è non mi interessa in quel senso, è una gran bella ragazza, ma per me ora c'è solo lei. Clarke. Che strano chiamarla per nome, ora.
<<Si esatto Clarke, è lui>>
<<È un piacere conoscerti Bellamy>> il suo sarcasmo è pungente. Nessuno vicino a noi riesce a capirlo, lo capiamo solo io e lei.
<<È un piacere anche per me Clarke>> appena parlo, noto con piacere che sta deglutendo. Riesce a fingere benissimo che non mi ha mai visto prima.
L'unica cosa che mi rende perplesso è il fatto che tutti i suoi amici mi hanno descritto Clarke come una persona sicura e forte, che non perde mai il controllo. È vero è molto sicura di sé, però mi sembra assurdo di come i suoi amici non riescano a vedere il suo stato ora.
Ha le spalle tese come una corda, continua a giocherellare con le mani e a sbattere le ciglia.
Il contatto visivo con me non lo perde nemmeno per un secondo.
È veramente bella stasera. Lo è sempre, ma adesso è divina. Ha un vestito nero che le dona tantissimo. I capelli dorati rendono ancora più luminoso il suo viso. Pensare che qualche ora fa le mie labbra stavano baciando il suo collo.
Nei suoi occhi, nella sua voce e nel suo modo di muoversi percepisco che lei sta male. Vuole nascondere il dolore. Sta pensando che io voglia portarmi a letto Raven, come ovviamente crede Raven e di come ovviamente lei gliene avrà parlato.
Devo assolutamente spiegarle. Da soli.

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