-capitolo 7-

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T/N Pov°

"sensei, ora posso sapere dove stiamo andando?"

Domandai per probabilmente la ventesima volta all'albino senza ricevere una risposta. Sbuffai irritata alla situazione.

Stamattina Gojo-sensei ha mandato Itadori, Nobara e Fushiguro in missione contro un 'utero maledetto' mentre io sono dovuta partire con lui verso una meta a me ignota e per un motivo sconosciuto.

Probabilmente saranno passate 2 ore da quando siamo partiti dall'istituto e dopo mezz'ora di treno abbiamo iniziato a camminare attraverso dei boschi, facendomi, più volte, affrontare delle maledizioni di terzo e quarto livello.

Ma che diavolo ci faccio qua, se voleva mettermi alla prova non poteva farlo in una bella caffetteria?- mi lamentai mentalmente iniziando a perdere le speranze di rivedere uno spiraglio di luce tra gli alberi.

"bene T/n-chan, siamo quasi arrivati. Ora puoi domandarmi quello che vuoi" mi disse Gojo-sensei sorridendo innocentemente
"alla buon ora - borbottai tra me e me per poi iniziare a domandargli - posso sapere dove stiamo andando? È una specie di prova?"
"no non è una prova, anche se devo ammettere che non te la sei cavata male con le maledizioni che abbiamo trovato venendo fin qui. Comunque stiamo andando da delle persone che probabilmente vorrai vedere"

doveva rispondere alle mie domande ma sembra che mi stia facendo degli indovinelli- pensai guardandolo dal basso verso l'alto

"e chi sarebbero?"
"i tuoi nonni"

A quelle parole mi bloccai momentaneamente per dopo riprendere a camminargli affianco. Non riuscivo a dire più nulla, forse perché non avevo più domande. Volevo chiedergli com'era possibile ma in fondo loro non hanno mai dichiarato di essere morti o altro.

La storia della mia famiglia può essere considerata particolare.
All'età di 8 anni, qualche mese prima che i miei genitori morissero, i nonni materni decisero di allontanarsi alla mia famiglia senza un apparente motivo. Mia madre e mio padre dicevano che avevano avuto un litigio ma che sarebbe andato tutto bene.
Da quel giorno non li vidi più, né mia nonna Sakiko né mio nonno Ichiro.
Alla morte dei miei genitori mio nonno paterno, Baiko, si occupò di me fino all'anno scorso. Avevo deciso di affittarmi un appartamento in città badando personalmente alle varie spese per lasciare al povero uomo i suoi ultimi anni di vita nella tranquillità che tanto amava.

"eccoci qua" disse con aria soddisfatta l'albino riportandomi alla realtà dai miei pensieri.

Ci trovavamo davanti a una casa in mattoni con un tetto un po' malridotto. La casa si trovava proprio in centro a una distesa di verde di qualche metri circondata subito dopo da alberi; non era particolarmente grande e si potevano notare perfettamente le condizioni un po' disastrose del posto. Il tetto era malridotto e le mura in mattoni rovinate, sembrava disabitata.

"perché siamo qua?"
"perché è qui che abitato i tuoi nonni, su su entra. Ti aspetto qua" mi rispose senza distogliere lo sguardo dalla casa mantenedo il suo classico sorrisetto.

Annuì titubante e mi avvicinai alla porta. Diedi dei colpi alla porta e dopo lunghi attimi di silenzio la porta cigolante si aprì rivelando un vecchio signore dai capelli grigio-bianchi.

"come posso esserti utile signorina?"
"e-ecco...non saprei ma diciamo che sono stata portata in questo posto da quel tipo laggiù - dissi indicando Gojo-sensei - che mi ha detto...che insomma le persone che abitano in questa casa sono i miei nonni..." spiegai trattenendo il più possibile il disagio del momento
"aspetta sei- T/n?"
"s-si..."

L'uomo si fece da parte mostrandomi un caloroso sorriso.

"entra T/n, io e tua nonna ne abbiamo di cose da raccontarti e spero anche tu"
"grazie"

Lanciai un ultimo sguardo a Gojo-sensei, che puntualmente stava guardando il cielo, prima di entrare nella casa.
A differenza dell'esterno, all'interno era molto ben mantenuto e subito fui accolta da un calore, a suo modo, familiare. Le pareti bianche del corridoio erano accompagnate da dei mobili marroni mentre quelle di, quello che credo fosse il salotto, erano decorate con dei quadri e dipinti.
Analizzavo velocemente le stanze che attraversavamo fino ad arrivare in una cucina attrezzata del minimo indispensabile.
La porta di una mensola si chiuse rivelandone in viso di una donna anziana dai capelli corti bianchi e le punte grigie. Appena la donna mi vide spalancò gli occhi per poi guardare il marito come per chiede conferma di quello che vedeva.

"cara, lei è T/n, nostra nipote. Satori-san l'ha portata qua quindi credo che abbia bisogno di una spiegazione-"
"Ichiro almeno potresti farmela salutare - disse facendo il brocio mentre siavvicinava a noi allargando le braccia - sono così felice di vederti T/n avevopaura che non ti avrei rivista" disse con voce dolce mentre mi dava un'abbraccio confortevole e familiare.
"grazie...nonna"

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Hey hey heyy, come state?
Non ho niente da dirvi volevo solo ringraziarvi per le visualizzazioni e i voti che sto ricevendo.
Spero che questa storia vi stia piacendo ♡︎

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