«you really know how to make me cry when you gimme those ocean eyes» cantavo mentre gli accarezzavo i capelli, penso che anche tra cent'anni il ricordo di noi due distesi su un prato mentre io gli accarezzo i capelli rimarrà sempre vivo, come se fosse un film che il mio cervello riproduce in automatico alleviando anche le giornate più tristi e monotone. Una scena che vivrà per sempre dentro di me.
«non voglio che piangi, Maddie» mi sussurrò sfiorando il mio viso con le sue dita.
«mmh?» chiesi distratta, la sua voce mi riportò alla realtà mentre con la mente mi ero persa pensando a quanto bello fosse anche nei momenti più spontanei.
«nella canzone dici che ti faccio piangere, non voglio che piangi» replicò e sorrisi.
«lo so che vuoi aspettare ma sei la mia ragazza» continuò poi e gli diedi un bacio, un bacio tenero che avrebbe voluto liberarmi di una verità che ormai mi pesava ma che doveva essere ancora nascosta.
Poi come se mi avesse letto nel pensiero cominciò a parlarmi di suo padre, di quanto pregasse in silenzio per avere una vita migliore, un padre che gli volesse sinceramente bene. Che era felice che suo padre fosse appena partito per mesi, sapere di tornare a casa e di non trovarlo era la sensazione più bella per lui.
Non avevo molte parole da dire, sentivo come se ogni mia parola a riguardo fosse una bugia e il senso di colpa mi mangiava viva, piano piano, senza neanche accorgermene.
«Penso di essere così fortunato» irruppe poi.
«Di che parli?»
«Hai rinunciato a tutti quei soldi, per me, ma giuro che te li ridarò. È che sono un coglione ma risolverò»
«ogni cosa è risolvibile. E poi non voglio che me li ridai, li riguadagnerò in fretta, non preoccuparti»
«non voglio che fai lavoro extra per avere soldi che erano tuoi» e si incupì.
«JJ, va tutto bene, è stata una mia scelta. A me piace lavorare e poi...», guardai l'orologio e mi accorsi che erano le nove. Dovevo scappare all'istante, se avessi fatto di nuovo tardi a lavoro Tonya mi avrebbe uccisa. Mi alzai di scatto e tirai su con la mano JJ.
«Dobbiamo correre come pazzi JJ, sono super in ritardo» lui rise per il mio modo di esagerare le situazioni e ci incamminammo verso il the beach.
Era sabato sera e le persone prendevano quella giornata come una scusa per potere perdere i sensi a causa dell'alcol e il locale era il punto di approdo per tutti, tutti aspettavano con ansia quel momento perché nessuno poteva giudicarli, il ragionamento era del tipo "dai è sabato, alla fine non è martedì" e quindi perdonavano anche la sbronzata più plateale.
Eravamo arrivati in poco tempo nelle vie centrali, lo lasciavo accompagnarmi e camminare al mio fianco, ormai tutti sapevano che tra Tonya e John B ci fosse qualcosa e quindi davano per scontato che non ci fosse niente di strano se io e JJ fossimo diventati amici, in fondo in un modo o nell'altro entrambi eravamo i reietti della società. Io perché detestavo la superficialità che tanto la caratterizzava, lui perché ne rimaneva indifferente. In questo modo lui attraeva qualsiasi ragazza, perché si sa il fascino del ragazzo isolato non è mai passato inosservato. Io, invece, attraevo i più coglioni del liceo perché io volevo divertirmi, ma divertirmi da sola oppure occasionalmente e loro mi vedevano come una sfida. Peccato che per me loro non sono mai stati neanche il premio di consolazione.
Mentre io e JJ camminavamo, passò Nick, cioè il ragazzo che inconsapevolmente aveva tracciato un punto di incontro tra le strade mia e di JJ.
«Ehi, JJ, pensavo che rimanessi nel tuo buco di casa anche il sabato» gli urlò da dietro. JJ non fece una piega. E continuò ad avanzare verso il the beach.
«non sapevo che quel coglione di John B fosse tornato, quasi quasi mi mancava» continuò Nick imperterrito.
JJ mi guardò con gli occhi rossi di rabbia e le vene del braccio che quasi gli esplodevano, le mani chiuse in pugni imploranti vendetta.
«Mad, io voglio solo accompagnarti al locale e tornare a casa, non voglio cedere alle sue provocazioni ma ti giuro lo voglio fare stare zitto» mi disse piano, cercando di apparire tranquillo.
«non ci deve essere niente che lui possa dirti in grado di farti cadere alle sue provocazioni, è quello che vuole» risposi cercando di calmarlo.
«niente, Mad» disse più sicuro di sé. Ma Nick non era abbastanza soddisfatto.
«adesso ti porti pure a spasso la cagnetta. Bel culo però» non appena finì di pronunciare queste parole JJ si girò in un istante, senza pensarci. Nick aveva trovato il suo punto debole. Me.
Andò verso di lui con la faccia di chi rifiuta la pace e il dialogo nella maniera più assoluta, Nick indietreggiava perché forse non aveva mai visto una faccia più spaventosa come quella di JJ in quel momento.
Mi aggrappai al braccio di JJ.
«no, ti prego, non farlo, lo sai che te la farebbe pagare in qualche modo» lo supplicai ma non voleva sentirne di fermarsi.
«Madison, lasciami stare, non rispondo di me» e cercava di staccarmi le mani dalle sue braccia.
«JJ se tu solo alzi un dito su di lui io non ti guarderò più in faccia» ero consapevole del fatto che un figlio di papà come Nick avrebbe trovato qualsiasi modo per vendicarsi di JJ, persino riuscire a farlo espellere dalla scuola con tutte le donazioni che suo padre dava ogni anno. Non volevo che rischiasse così tanto solo per qualche parola idiota. E pensare che probabilmente se non fossi maturata così tanto io stessa avrei dato un pugno in faccia a quel mentecatto.
«bene, allora ciò significa che non mi vedrai più ma non può dire queste cose su di te» mi piantai davanti a lui, tra lui e Nick.
«Madison ti ho detto spostati cazzo»
«No», gli presi la faccia tra le mie mani, «guardami JJ, ti prego guardami», riuscii ad attirare la sua attenzione e i suoi occhi incrociarono i miei.
«ti guardo Mad» mi rispose e finalmente si fermò.
«non c'è bisogno che fai questo per me, ok? Non è necessario»
«ma hai sentito quello che ti ha detto? Io cazzo vorrei solo non vedere più la sua faccia da stronzo» e di nuovo diventava rosso di rabbia.
«no no no no no, JJ, guarda me» lui si arrese ai miei occhi e mi sorrise.
Mi mise il braccio attorno alle spalle.
«andiamocene via da qui» mi sussurrò.
Non sapevo quello che le persone pensavano di noi, se credevano fossimo solo amici o qualcosa di più, ma in quel momento non mi interessava.
Per adesso il padre di JJ era fuori città e ogni cosa sembrava andare bene. JJ aveva finalmente pagato i suoi debiti e non avrebbe avuto più casini.
Ogni cosa è risolvibile, mi dicevo.
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A place to rest;
Teen FictionJJ era un tipo strano, si diceva che dove ci fosse lui non ci potesse essere pace perché il suo unico scopo era solo fare casino. Eppure a volte la notte mi capitava di vederlo inerme e arreso alla vita di fronte al mare e mi chiedevo cosa avesse in...