5. Daddy issues

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Quella sera al locale c'era un casino pazzesco, è sempre così le prime sere d'estate. Hanno tutti fretta di divertirsi e di ubriacarsi per illudersi che il tempo passi meno velocemente. Mentre servivo i tavoli, da lontano vidi in un tavolo coperto dalla folla JJ con una ragazza in braccio. Inutile dire che sembrava si stessero divorando la faccia.
Mi voltai subito perché preferivo evitare di ritrovarmi di fronte certe scene. Ma la mia espressione parlava per me.
«Ehi, Madison che ti è successo?» e a Tonya non sfuggì il particolare.
Istintivamente dissi subito che avevo visto il modo raccapricciante in cui JJ baciava le ragazze avvinghiate a lui.
«Cosa? Quel coglione ha osato mettere piede nel mio locale? Di nuovo?» mi resi conto solo dopo che Tonya lo odiava e non lo voleva tra i piedi. Mi sentii subito in colpa perché già dalla mia ultima conversazione con JJ non era finita molto bene. Non volevo metterlo nei casini o in qualche modo influire sulla sua vita.
Cercai di fermarla per il braccio ma, l'ho detto, quando Tonya è incazzata nessuno può fermarla.
«Esci subito da qui!» la seguii mentre urlava di andarsene a JJ che appena vide Tonya sclerargli addosso sussurrò qualcosa alla ragazza e se ne andò via in fretta. Non potei nascondere una risatina. Lui mi guardò con un sorrisetto e poi si concentrò nuovamente su Tonya.
«Dai, non rompere le palle. Non sarò un problema per Nick e per i suoi amichetti, ok?» e continuò a bere.
«Sei un problema per me!» continuò ad urlare lei.
«E perché? Perché rubo le tipe con cui Nick tradisce la sua fidanzatina?» e scoppiò a ridere da solo. Ovviamente era ubriaco e non prendeva sul serio la situazione.
«Ti giuro, JJ Maybank se non te ne vai via, ti prendo a calci in culo all'istante!» io guardai Tonya un po' scioccata perché sì, voleva proteggere i suoi interessi e assicurarsi che il gruppettino di figli papà continuasse a spendere i loro soldi in alcol e patatine, ma mi sembrava esagerato come stesse trattando JJ. Però rimasi zitta.
Lei lo prese per il braccio e con tutta la forza che aveva in corpo lo trascinò fuori dal locale.
«Senti ma vaffanculo! Io continuerò a venire, non mi puoi impedire di entrare qua!» urlò JJ all'uscita.
«Sai cosa farò? Chiamerò tuo padre e mi assicurerò che lui non ti faccia più mettere piede qui dentro» lo sguardo di JJ si congelò e d'un tratto sembrò perdere la parola.
«Non sai cosa dire? Hai paura del paparino?» chiede lei capendo di aver trovato il suo punto debole.
«Ti prego, Tonya, non farlo. Ti prego, per favore» sembrava fosse sul punto di inginocchiarsi.
«Oh no, caro. Non mi posso fidare di te» JJ puntò il suo sguardo su di me.
«Ti prego Madison, non farle chiamare mio padre, ti prego cazzo!» sentii il bisogno di aprire bocca e dire a Tonya di stare ferma, di difenderlo o abbracciarlo, forse.
Però non feci niente.
Il locale era di Tonya e dovevo stare alle sue regole. Cosa poteva fare poi di così tanto grave il padre di JJ? Gli poteva vietare di uscire il weekend? Non lo so. Sembrava solo molto spaventato.
«Adesso levati dalle palle, JJ» disse Tonya l'ultima volta e senza dire niente lui si allontanò. Mi guardò distrutto e girò le spalle.
Rientrammo nel locale e lei non perse tempo nel chiamare suo padre e dirgli tutto. Era molto soddisfatta di sé.
«Ma come conosci il padre di JJ?» le chiesi sorpresa che avesse il suo numero.
«Una volta si è presentato qui per fare il buttafuori ma non lo abbiamo preso» rispose sorridendo.
«E perché no?» chiedi curiosa.
«Quel tipo picchia a sangue suo figlio, non vogliamo che faccia troppi casini qui dentro!» disse e se ne andò riprendendo a lavorare.
Mi si gelò il sangue, mi sentivo una idiota, una persona schifosa per non averlo aiutato, per non avere impedito a Tonya di fare così la stronza. Aveva dato una ragione in più al padre di JJ per picchiarlo e io non lo sapevo.
E non potevo più fare finta di niente.

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