14. Trust

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Avete presente il film big fish? La scena in cui lui si presenta sotto casa di lei circondato da narcisi gialli? È uno delle mie scene preferite e quello è uno dei miei film preferiti. Ho sempre desiderato avere qualcuno che lo facesse ma puntualmente non c'era nessuno che rispettava i miei standard. Nessuno che mi faceva vibrare il cuore, nessuno che mi faceva sentire le cosiddette "farfalle nello stomaco", nessuno che mi faceva tremare soltanto con lo sguardo. E poi è arrivato lui. Dietro la mia porta ad aspettarmi con cinque narcisi gialli in mano. Ansioso di sapere la mia reazione, sbatteva il piede contro il pavimento e si mordeva il labbro. Era lui quello giusto, quello che cercavo. Sì forse era inaspettato, era folle ma lui era lì con un mazzo dei miei fiori preferiti. Ero sempre stata convinta di non sopportarlo ma come potevo odiare quel faccino speranzoso adesso?
«Che ci fai dietro la mia porta?» gli chiesi raggiante.
«Beh tuo padre e mio padre sono fuori città questo weekend per la fiera e ho pensato di passare con una sorpresa per te» il suo sorriso mi scaldava il cuore. Era da giorni che ormai mi chiedevo come potessi sentirmi persa per questo ragazzo, mi sentivo un'idiota.
«Sei davvero un bambino, il mio bambino» mi buttai letteralmente su di lui e lasciando cadere i fiori per terra mi prese in braccio e mi baciò come se fossi la sua sposa. Stava succedendo tutto così in fretta che mi dimenticai che la nostra storia non era un segreto solo per mio padre ma anche per tutto il mondo. E ancora non avevo trovato il momento per dirglielo. O forse non ne avevo voglia. Non mi preoccupava che lui potesse dirlo a qualcuno perché era da un po' che era rimasto solo e anche se avesse detto qualcosa, non sarebbe stato molto credibile.  Ma se qualcuno ci avesse visti, beh sarebbe stato diverso.
«Ho un'idea, JJ. Va' a casa, io mi sistemo e ti raggiungo» senza dire una parola mi diede un bacio sulla fronte, fece dietrofront e tornò verso casa sua.
In realtà approfittai del momento per chiamare Tonya e dirle che non potevamo vederci quel giorno. Le dissi che dovevo ordinare la cantina. Peccato che per "ordinare" intendevo "baciare fino alla morte" e per "cantina" intendevo "JJ Maybank".
Mi misi un abito corto e azzurro, un paio di sandali e corsi più velocemente possibile verso casa del biondino. Quando stavo con lui il tempo si fermava e mi scorreva addosso senza neanche sfiorarmi. Baciarci era il nostro siero della gioventù.
Trovai la porta di casa sua aperta.
«JJ?» gridai, era tutto disordinato e vagamente sporco. Camminavo per il corridoio fino a quando non calpestai una bottiglia di birra e scivolai.
Rimasi zitta per il dolore e sentii dei rumori di sopra. Sentivo la voce di JJ dire "no no" e con la paura che potesse essere suo padre andai dritto fino a quella camera ignorando più forte che potevo il dolore alla caviglia.
«Madison, sei qua?» mi chiese JJ con al suo fianco una bella bionda in intimo.
«Oh sì, mi dispiace avere interrotto il tuo incontro con l'angelo di Victoria's Secret!» furiosa girai i tacchi. La ragazza rideva e JJ era diventato bianco come un cadavere. Mi ero dimenticata di un'altra mia frase guida "men are trash", dovevo tatuarmela sulla fronte così ogni volta che avrei guardato lo specchio mi sarei ricordata di quanto sono stata una deficiente per avere avuto fiducia in JJ Maybank. E come poi poteva non farmi schifo l'idea che lui fosse andato a letto con metà popolazione femminile?
Poco prima di uscire dalla sua porta di casa sentii qualcuno afferrarmi per il braccio.
«Mad, aspetta, non è come pensi!» mi girai e penso che si spaventò per le fiamme che uscivano dai miei occhi.
«Non ci provare, JJ, non ci provare!» gli puntai il dito contro e mi sentii come mia nonna Lynette quando mangiavo di nascosto i suoi biscotti.
«Madison cosa ti prende? Io non ho fatto niente con quella ragazza!» disse sbattendo le braccia contro le cosce.
«Ah niente? E perché lei era sul tuo letto?» urlai e sentendomi gridare mi davo sui nervi da sola perché non ero mai arrivata a questo punto. Figuriamoci per un ragazzo. E figuriamoci per JJ Maybank, un autentico stronzo.
«Lei... lei è venuta qua e-» lo interruppi, gli feci il dito medio perché mi sembrava tanto dire stronzate.
«Oddio Madison tu sei impossibile!» e cominciò ad urlare. Indietreggiai.
«E poi io non ti devo spiegazioni di alcun tipo!» era la goccia che faceva traboccare il vaso.
«Hai proprio ragione JJ, allora ti lascio con quella idiota, spero che vi divertiate insieme!» me ne andai senza girarmi indietro, lui continuava a parlare ma era come se avessi disabilitato le mie orecchie.
Almeno adesso non c'era più bisogno di non dormire la notte per cercare un modo in cui stare con lui e non dovere distruggere la vita di nessuno. Era lui ad avere distrutto tutto sta volta.
Tornai a casa mia, mi chiusi nella stanza, ascoltai la mia playlist di Spotify, quella che metto quando sono triste e ho voglia solo di mangiare hamburger non curandomi della dieta.
La musica venne interrotta dalla notifica di un messaggio. Era JJ.
"Madison, ti prego vieni subito da me" mi diceva.
Sentivo di odiarlo, di doverlo ignorare per il resto della mia vita, non so se lo consideravo il mio ragazzo ma lui mi aveva tradita.
Poi pensai a lui fuori casa mia con dei narcisi gialli in mano, lui era lì ad aspettare con dei fiori per me.
Mi misi apposto e lo raggiunsi. Non sapevo se potevo perdonarlo ma potevo ascoltarlo.

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