10. Due piccole pozze d'inchiostro - 2

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[mi scuso infinitamente se
questo capitolo è scritto
in modo peggiore degli
altri, la mia salute nell'
ultimo periodo non è delle migliori
e anche scrivere mi viene
più difficile. ci tengo, in più, a
ringraziarvi per le 1k letture <3]

Jungkook

Taehyung non era venuto a scuola quel venerdì. Potevo solo immaginare quanto stava male in quel momento, avevo provato a mandargli dei messaggi ma non aveva risposto, ne visualizzato.

Avevo incrociato Jimin nei corridoi e gli avevo chiesto quali fossero le condizioni di Taehyung ma non mi aveva dato grandi soddisfazioni la sua risposta: «L'ho chiamato varie volte ma non ha mai risposto».

Ero talmente soprappensiero per lui che durante le due ore di matematica non avevo nemmeno preso appunti e mi ero beccato un bel richiamo da parte dell'insegnante, bassa e scorbutica come pochi.

Inutile dire che anche durante l'allenamento, nel pomeriggio, sbagliai la maggior parte dei colpi e tutte le battute che facevo o non arrivavano oltre rete, oppure finivano fuori dal campo.

«Cosa succede, Jungkook? Troppo stress?» mi chiese il coach, alla fine dell'allenamento. Sicuramente aveva notato qualcosa di strano e avrei colto quell'occasione per sfogarmi con qualcuno che conoscevo bene.

«Si ricorda del ragazzo che l'altro giorno Namjoon ha portato qua in palestra?» domandai e lui annuì. «Ieri... è successo dell'altro dopo l'assemblea e non sta molto bene. Oggi non è venuto a scuola ed io sono molto preoccupato per lui» mi mordicchiai il labbro, sperando che l'adulto potesse capirmi e magari darmi un consiglio.

«Mi dispiace molto per il tuo amico. Ci tieni molto a lui, non è così?» mi posò una mano sulla spalla e vidi la sua espressione cambiare totalmente. Aveva stirato sulle labbra un sorriso comprensivo, sembrava come se mi stesse facendo intendere che mi capiva.

«Ci tengo tantissimo a lui» arrossii alla mia stessa risposta, poggiai una mano sulla guancia e me la sentii scottare. Febbre?

«Ti posso assicurare che lo si capisce facilmente. Non penso vi conosciate da tanto tempo eppure sembrate veramente molto legati. Vai a trovarlo magari, parlate un po', gli fai compagnia».

«Il problema, coach, è che...» non sapevo se potevo davvero dirglielo, era una cosa abbastanza personale per me e Taehyung. Ma mi fidavo di quell'uomo. «Gli piaccio» abbassai la testa, preoccupato per una sua possibile reazione negativa. «Me lo ha detto ieri...».

«Penso che, in ogni caso, fargli sapere che sei presente e che non lo abbandonerai nei momenti di bisogno sia la soluzione migliore» mi sorrise ed io, alzando la testa, ricambiai un po' impacciatamente. «Mi fido di te, vai a cambiarti, fatti una doccia e corri subito da lui!» esclamò, dandomi una pacca sulla spalla e io subito feci come mi era stato detto, già più felice e sereno.

Taehyung

Ero solo in casa, mia madre stava lavorando.

Mi ero appena fatto un bagno rilassante per liberare un po' la mente da tutti i problemi dell'ultima settimana, ma, conoscendo la mia goffaggine, appena misi piede sul pavimento freddo del bagno con la caviglia che mi ero storto il giorno precedente, rischiai di cadere di faccia per terra.

The Feminine Boy - KOOKTAEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora