Taehyung
Rimettere piede in casa fu particolarmente difficile. Io e Jungkook avevamo passato gran parte del pomeriggio insieme, passeggiando per le stradine colme di negozi, e quando il sole aveva iniziato a tramontare le nostre mani si erano dovute lasciar andare, slegandosi e salutandosi dispiaciute di quel vuoto che provavano senza la compagna.
Stavo passando i giorni più belli della mia adolescenza con Jungkook, mi stava aiutando ad uscire da un uragano di disprezzo e infelicità portandomi nel suo mondo tutto rose e fiori.
«Eccoti qua, Tae» ma quando arrivai a casa, il sorriso pimpante di mia madre che mi aspettavo di vedere appena varcata la porta non si fece vedere nemmeno in penombra.
Quando mamma non mi accoglieva nel suo solito modo caloroso e affettuoso, voleva dire che c'era qualcosa che la turbava o che un qualche avvenimento le stava mangiando ogni fibra della sua energia, e odiavo a morte quando succedeva.
«Tutto bene?» chiesi quindi, sapendo già la risposta.
«Sto molto bene, Tae. Ho solo un po' d'ansia perché...» la vidi guardarsi alle spalle, mordersi le labbra smaltate di rossetto — che ora che ci mettevo l'occhio stavo iniziando a pensare che era parecchio strano, mamma non si truccava quasi mai — e giocherellare con le proprie mani. «Vedi...» tornò a guardarmi, con due occhioni preoccupati che trasmettevano solamente insicurezza.
Mia madre non era mai insicura.
«Puoi dirmi tutto, mamma, lo sai» cercai di rassicurarla, prendendole le mani fra le mie così da trasmetterle calore affettivo.
Ricevetti un suo dolce sorriso in cambio. Un sorriso che era capace di far tornare il cielo sereno e far scomparire quel temporale di emozioni negative che stavano crescendo impetuose dentro di me.
«In cucina c'è l'ex marito della donna che ci ha portato via papà».
Ok. Ammetto che mi prese un po' alla sprovvista. Non ero prontissimo a conoscere un parente di quella donna, che non potevo nemmeno definire essere umano per quello che aveva fatto.
«E anche suo figlio» continuò. «Ha più o meno la tua stessa età, sembra un bravo ragazzo. Andrete sicuramente d'accordo» accennò un annuire mentre parlava.
Cercai di riprendermi dal mio iniziale shook velocemente. Non dovevo farmi vedere impreparato, mamma era felice di star conoscendo un nuovo uomo, dovevo essere pronto a darle il mio sostegno.
«S-sono molto felice di poterli conoscere» deglutii, quelle parole servivano più per convincere me che lei. «Hai detto che sono in cucina?».
«Si, vieni, togliti il giubbotto e andiamo insieme».
Mi prese la mano, strinse le nostra dita insieme, proprio come facevamo quando ero piccolo e avevo paura di perdermi senza la sua stretta ferrea sul mio palmo. Il suo calore trasmetteva sicurezza e coraggio, quello che mi serviva per non scoppiare in lacrime davanti a quegli ospiti così... strani da descrivere che non sapevo nemmeno io cosa provavo.
Non avevo nessun rancore verso di loro. In fin dei conti erano stati abbandonati proprio come eravamo stati abbandonati io e mamma. Dovevo trattarli come trattavo lei? Probabile. Ma nessuno meritava il mio affetto completo se non pochi eletti. E fra quei pochi eletti non ci rientravano due sconosciuti, nonostante stessero passando un momento simile al mio.
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The Feminine Boy - KOOKTAE
Fanfiction[non appena posso revisionerò l'intera storia e probabilmente la riscriverò in maniera più dettagliata e soprattutto migliore] «Ascolta, testa di cazzo, quando imparerai a chiudere quella razza di fogna che ti ritrovi al posto della bocca?». Taehyu...