8. Un sogno che non si avvera

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Taehyung

Mi risvegliai di colpo, avevo di nuovo un panno bagnato sulla fronte e dei vestiti freschi addosso.

Erano forse le cinque del mattino, non controllai l'orario. Non entrava luce dalla finestra, ma pochissimi e leggerissimi raggi di sole che mi facevano capire che era ancora l'alba.

Mi massaggiai la testa, sentendomela scoppiare. Vidi sul comodino le pasticche per alleviare il mal di testa e mi chiesi quando avessi preso l'ultima volta una di quelle, primo perché non me lo ricordavo affatto, secondo perché avevo l'urgente bisogno di non sentire più quella tortura sulla fronte.

Cercai di ripensare a quello che successe la sera prima ma l'unica cosa che mi venne in mente era... io che entravo in camera mia e...

Oh no.

Jungkook ed io che ci baciavamo... non era successo davvero... me lo ero sognato?! A che caspita di livelli era arrivata la mia immaginazione?

Era stato tutto un bellissimo sogno, che però sembrava così reale e vivido. Avevo sentito quelle emozioni, le avevo percepite, eppure non era successo niente di niente con Jungkook.

«Aish...» sbuffai, prendendo il termometro per vedere se avevo la febbre. Ma di febbre non ne avevo, perciò sarei andato comunque a scuola. Anche perché non volevo far saltare questo giorno di lavoro pure a mamma.

Ma era ancora presto per alzarsi, così mi ributtai giù e sperai di riaddormentarmi un'altra oretta.

«Tae!» mi richiamò il mio migliore amico, seduto sul muretto del cortile. «Buongiorno!» era pimpante, invece io sembravo più morto che vivo.

«Ciao Jimin» sbadigliai. Sapevo di avere delle occhiaie grosse quanto... niente paragoni sconci, sapevo di avere i capelli spettinati e di indossare degli abiti più maschili che femminili — tranne la maglietta a maniche corte con scritto "Feminine" — ma quel giorno era iniziato nel peggiore dei modi.

«Sei un cadavere stamattina, hai dormito?» rise, mettendosi al mio fianco per entrare nell'istituto. Per mia fortuna quel giorno c'era l'assemblea e le lezioni sarebbero state annullate.

«Fino alle cinque si, anche troppo bene» ripensai a quel sogno e rabbrividii al solo pensiero.

«Se sei ancora stanco puoi dormire durante l'assemblea» ridacchiò, allungando un braccio verso una mia spalla per restarmi vicino.

«Voi due!» oh no.

Come avrei fatto a guardarlo in faccia dopo quello che era successo quella notte?

Jimin si girò verso la voce che ci aveva richiamato e sorrise subito. «Jungkook, buongiorno!» si fermò, per permettere al pallavolista di raggiungerci.

«Buongiorno a voi!» ci sorrise, poi fissò lo sguardo su di me. Non arrossire Taehyung, non arrossire. «Come stai oggi, Tae?» domandò, con tono seriamente interessato alla risposta che gli avrei dato.

«Meglio... credo» sussurrai, ma sapevo che avrebbe sentito lo stesso la mia risposta.

«Ieri sera sono venuto a casa tua» aspetta, cosa? «Ma appena sei entrato in camera hai iniziato a lamentarti dicendo di avere un forte mal di testa e ti sei addormentato. Ho cenato con tua madre» spiegò ed io mi sentii la persona più a disagio sulla faccia della terra. Mi ero addormentato appena avevo visto Jungkook?!

The Feminine Boy - KOOKTAEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora