prima che iniziate a leggere: sono
rimasta leggermente sorpresa dai
commenti riguardo T nello scorso
capitolo. non può essere lui yoongi
perché se ci pensate, lui è già
fidanzato con hoseok. li abbiamo visti
nei capitoli in cui taehyung subisce
bullismo da jaebum e deve andare
in infermeria. e poi jimin dice
che di T sa solo che gioca a pallavolo, è di daegu e che è più grande di lui.
perciò, mi dispiace
deludervi, ma non è yoongi 😭Jungkook
Mancavano solo due giorni alle finali. Non mi sentivo affatto pronto a competere contro la squadra di Daegu, sapevo quanto fossero forti e del loro perfetto coordinamento.
Noi avevamo una buona ricezione. Sicuramente con Hoseok in seconda fila e Namjoon come muro eravamo molto protetti. Avevamo Mark, un ottimo palleggiatore. E poi l'attacco, che si, riconoscevo di essere un buon attaccante, ma avevo paura di cedere.
Quella non era una partita come tutte le altre, era la partita. Se perdevamo ora, non avremmo avuto più occasioni di vincere e portarci a casa quella medaglia che tanto speravamo.
Anche in quel momento, nella camera della piccola casa che i miei genitori avevano affittato per me, con il pallone stavo continuando a schiacciare piccoli attacchi contro il muro. Sapevo benissimo che dall'altra parte della parete c'erano i vicini e che quasi sicuramente mi stavano mandando più maledizioni che altro, ma non riuscivo a staccare le mie mani da quel pallone.
Non riuscivo a pensare ad altro se non al momento in cui sarei dovuto uscire di casa, quella domenica, con le ginocchiere, i polsi fasciati, dei pantaloncini, una maglietta con su scritto il mio cognome e tanto coraggio.
Sarei dovuto entrare in quella palestra, che fortunatamente sarebbe stata la nostra, ed entrare in campo. Avrei dovuto toccare quella palla, trattarla come se fosse stato il mio acerrimo nemico negli attacchi, ed una dolce migliore amica se fosse stata una difesa, per salvarla dal pavimento duro e legnoso che l'aspettava ghignando.
«La pallavolo è uno sport in cui non si può stare fermi nel campo come delle seggiole, lo scopo del gioco è non far cadere la palla a terra, e cosa si deve fare per evitarlo? Correre!».
Sorrisi ricordando i primi mesi in cui avevo iniziato quello sport. Non sapevo nemmeno come palleggiare una palla, figuriamoci mandarla da un campo all'altro con dei fondamentali.
E poi suonò il campanello.
La schiacciata che stavo per dare alla palla non ci fu, quest'ultima cascò per terra rimbalzando fino a toccare il muro. Chi era a quell'ora?
O meglio, non aspettavo nessuno nel pomeriggio, chi mai sarebbe venuto a trovarmi? Forse era il postino, oppure il vicino del piano di sotto che era venuto a riportarmi qualche panno che per colpa del vento si era staccato dalle mollette ed era cascato nel suo giardino.
Perciò uscii dalla mia stanza, ancora leggermente confuso, e andai all'ingresso per chiedere con il citofono chi mi stesse aspettando.
«Chi è?».
«Sono Taehyung».
Per due secondi rimasi leggermente scosso. Non mi aspettavo una sua visita, soprattutto di sua spontanea iniziativa. In quel momento lo stavo un po' odiando, non mi aveva avvertito e da un diciassettenne disordinato come me non poteva aspettarsi una casa pulita e splendente, ordinata e luccicante. I vestiti che indossavo non erano affatto adatti a farmi vedere da lui, quella maglietta grigia con su disegnato un piccolo maialino non era proprio l'indumento che mi donava di più.
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The Feminine Boy - KOOKTAE
Hayran Kurgu[non appena posso revisionerò l'intera storia e probabilmente la riscriverò in maniera più dettagliata e soprattutto migliore] «Ascolta, testa di cazzo, quando imparerai a chiudere quella razza di fogna che ti ritrovi al posto della bocca?». Taehyu...