14. I gesti non si nascondono

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Namjoon

Vedere Seokjin tanto spensierato era quasi una manna dal cielo. Negli ultimi tempi era sempre occupato con gli impegni di sua madre, aveva sempre da fare, correre di qua e di là per stare appresso ai suoi genitori.

Ora invece l'orologio, per lui, si era fermato. Il tempo si era congelato per far sì che quella potesse essere una serata indimenticabile per entrambi.

Eravamo seduti ad un tavolo di una delle pizzerie più buone del nostro quartiere. Nulla di troppo costoso, ero dell'idea che era totalmente inutile creare un appuntamento con i fiocchi se poi le due persone non si sentivano a loro agio. Era meglio qualcosa di più semplice, seppur banale, ma che potesse rendere la serata perfetta.

E infatti ne io ne Jin sembravamo troppo presi dal panico. Ok, io si, ma perché dopo ormai anni che provavo qualcosa per lui, riuscivo finalmente ad averci un vero e proprio appuntamento romantico. Era stato bellissimo tornare a casa, sapere che dovevo lavarmi, sistemarmi i capelli, scegliere gli abiti e dover uscire perfettamente in tempo solo ed esclusivamente per Seokjin.

Mi piaceva tanto, senza peli sulla lingua. Non avevo il bisogno di nascondere i miei sentimenti, li provavo e basta. Come mi era stato insegnato, se non parla la bocca parlano i gesti, e gli sguardi che gli lanciavo, le reazioni che avevo ad ogni suo ravvicinamento o anche solo un sorriso, era quello che dimostrava senza nessun nascondiglio che mi ero innamorato di lui.

Riflettei così tanto che mi dimenticai inconsapevolmente di avere una pizza davanti a me e che ancora non l'avevo nemmeno sfiorata.

«Non ti piace?» chiese Seokjin, vedendomi fermo. Lui aveva già tagliato il primo trancio.

«Si che mi piace!» mi affrettai a rispondere, vedendolo sorridere a quella mia risposta frettolosa. «Stavo solo pensando...» e presi in mano le posate iniziando a tagliare la pizza in quattro spicchi.

«A cosa?» Seokjin era davvero interessato, ma io ero troppo timido per esporre davvero i pensieri che mi stavano passando per la testa.

«N-non serve che te lo dica...».

Mi accorsi solo dopo che quella frase poteva essere benissimo fraintesa ed immediatamente sgranai gli occhi, alzando il volto e sbrigandomi a risolvere l'equivoco.

«Non pensare male!» scossi le mani e la testa in sincronia. «N-non intendevo in... quel senso...» abbassai il tono della voce, sentendo il sangue affluire al viso rendendomelo più rosso della pizza che avevo davanti.

Seokjin mi rendeva così vulnerabile. Non riuscivo a restare calmo, il tremolio che assumeva il mio corpo era inevitabile.

Tuttavia, il ragazzo difronte a me rise con foga.

«Sei così adorabile» forse non si rese nemmeno conto di quanto quella frase riuscì a farmi sciogliere il cuore come un ghiacciolo al sole, che sorrisi, tanto innamorato di lui. «Comunque, non preoccuparti, non avevo frainteso» mi tolsi un grande peso dopo quella rassicurazione.

«Menomale...» e, ancora rosso in viso, portai alla bocca la prima fetta di pizza.

Camminavamo mano nella mano, verso il parco vicino alla pizzeria. Ci scambiavamo sguardi sorridenti, occhiate veloci, guance arrossate e talvolta stringevamo di più le nostre mani, come a far capire all'altro che non volevamo dividerci.

The Feminine Boy - KOOKTAEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora