28. Dietro ad ogni nuvola ce sempre un raggio di sole

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Han mi osserva sorridente, deve essere rimasto tutto il tempo ad aspettare che mi svegliassi, sento le dita della sua mano che portano dietro l'orecchio una ciocca di capelli.

-Ho temuto fossi davvero...- si interrompe, ed il suo sguardo si fa cupo.

Non riesco ad immaginare ciò che hanno passato, il dolore che hanno provato, soprattutto la mia famiglia.

Poso una mano sul suo viso, basta quel tocco per vedere Han che si rilassa, come se fino ad ora avesse avuto paura che si trattasse solo di un sogno.

-Sono qui- sussurro.

Mentirei nel dire che non ho avuto paura, voglio dire sono morta, solo gli sciocchi e gli stolti non temono la morte.

Non dimenticherò mai l'espressione di mia madre, quando lo spinta via dalla traiettoria del Blaster, finendo per essere colpita al suo posto.

-Prima o poi mi prenderà un colpo per colpa tua, Skywalker- borbotta Han.

-Quindi ora è colpa mia che mi hanno sparato?- domando incredula.

Han mi osserva, per poi iniziare a ridere così di punto in bianco, così come di punto in bianco mi ritrovo le labbra di Han sulle mie.

-Mi sei mancata- mi sussurra all'orecchio, e mi abbraccia.

Abbozzo un sorriso, mentre mi godo quel momento così intimo e nostro, approfittando di quel momento di tranquillità.

Rimaniamo abbracciati e in silenzio, il fatto che ci sia troppo silenzio dovrebbe insospettirmi, ma in quel momento voglio solo rimanere tra le braccia di Han, a tutto il resto ci penserò.

-Han non monopolizzarla, vorrei abbracciarla anche io, sai?-

Sia io che Han ci voltiamo verso la porta, vedo Luke che non lascia il tempo ad Han di spostarsi, mi ritrovo stritolata nel suo abbraccio.

Luke non mi lascia andare finché non gli faccio notare che sto soffocando, come se non ci vedessimo da una da una vita, è in quel momento che mi rendo conto di una cosa.

Han ha le occhiate come se non dorme da giorni, mentre Luke inizia ad avere un accenno di barba ed ha l'aria stanca.

Quanto tempo sono rimasta morta?

Luke si scambia un occhiata con Han, il quale se ne va con la scusa di dover avvertire tutti che mi sono svegliata, rimaniamo io e Luke.

-So che hai sentito, quindi non farmi ripetere la domanda a voce alta-

Luke si siede vicino a me, mi prende una mano tra le sue dandomi una pacchetta sul dorso della suddetta mano, mi guarda dritto negli occhi, è così serio che mi preoccupa.

-Sei rimasta in coma per quasi un anno, ed ora la Galassia é infestata dagli zombie-

È una cosa così assurda che potrebbe anche essere vera, se non fosse per il fatto che mi suona familiare, in più la mascella di Luke ha un guizzo, come se cercasse di non mettersi a ridere.

-Luke... quella non è la trama di The Galaxy Dead?- domando, scoccando un occhiata storta a Luke.

Lo sguardo innocente di Luke, seguito da un "può essere" mi spinge a tirargli uno scappellotto, ricevendo uno sbuffo da parte sua ed un mormorio sul fatto che non so accettare gli scherzi.

-Gli scherzi li so accettare, ma solo quando sono io a farli agli altri-

Ma gli faccio notare che non ha ancora risposto alla mia domanda, diventa un po' più serio dicendomi che non mi sono svegliata per una settimana.

-Papà così sconvolto, non lo mai visto era convinto di aver fallito, Ahsoka ha cercato di rassicurarlo ma...-  Luke si zittisce, trovando stranamente interessante il pavimento.

Evito di chiedere altro, perché non posso immaginare come si siano sentiti, come si sia sentito papà nel dover rivivere questa situazione.

-Ahsoka come sta?- domando.

-Lei dice che sta bene, ma era preoccupata, soprattutto dopo essersi resa conto che non ha più la Forza-

Le parole di Morai mi tornano in mente, non posso fare a meno di pensare che Ahsoka ha sacrificato qualcosa di così vitale per qualcuno come la Togruta.

Morai non avrebbe mai permesso ad Ahsoka di sacrificarsi, le ha donato la vita per un motivo che ancora non è del tutto chiaro.

Ripensando a ciò che ha detto ed è successo con Morai, mi domando perché ha preso soltanto la sua...

Il mio sguardo sconvolto lascia Luke stranito mentre mi alzo ed esco di corsa dalla casa, trovo Ahsoka ferma ad osservare il lago.

-Ahsoka...- sussurro.

Ahsoka ne ha passate tante, ed è la persona più forte che conosca, deve averlo pensato anche Morai per fare una scelta simile.

Quando Morai ha iniziato a contrastare tutta quell'oscurità, non ha pensato al fatto di non essere abbastanza forte per farlo.

Il fatto che abbia scelto Ahsoka, l'unica che in quel momento fosse senza Forza, la dice lunga sul motivo di tale scelta, specialmente perché si tratta di qualcosa di estremo.

Un contenitore per contenerlo.

-Leia, tu sei una Skywalker e una Palpatine, la Forza è potente nella vostra famiglia, in te, in tuo padre ed in tuo fratello, sarebbe stato solo questione di tempo prima che Palpatine si sarebbe fatto vivo, Morai ha fatto la scelta che ha ritenuto più giusta-

Ahsoka è stranamente tranquilla, come se lo sapesse che sarebbe finita in questo ed abbia accettato la cosa senza battere ciglio.

-Sarà stata la scelta più giusta, ma quella che ci sta rimettendo sei tu- mormoro.

-Skycosa, non fare come ha fatto tuo padre, non cruciarti per gli altri pensa alla seconda occasione che ti hanno dato- mi da una pacchetta sulla testa, sorridente.

Mi rendo conto che ha ragione, ho avuto una seconda occasione, non dovrei sprecare questo dono che ho ricevuto.

Grazie.

Ahsoka sorride come se avesse davvero sentito quel ringraziamento, o forse ho parlato a voce alta e non me ne sono accorta?, però  sembra sul punto di dire qualcos'altro, quando ad un tratto vengono placcata e stritolata in un abbraccio congiunto da parte di mamma e papà.

Rido quando tutti e ci ritroviamo per terra, ma entrambi non sembrano intenzionati a lasciare la presa, neanche quando faccio notare che non riesco a respirare.

Osservo Ahsoka che sorride a quella scena, prima di iniziare ad allontanarsi e lasciarci godere quel momento in famiglia, però posso giurare di averla vista trasformarsi in un convor e volare via.

Leia - Storia di una Ribelle MancataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora