Spensi quella maledetta sveglia che non smetteva di suonare.
Mi rannicchiai per altri cinque minuti sotto le coperte prima di dirigermi in bagno per fare una doccia tiepida.
Questi giorni di sciopero ci volevano proprio, dato che adesso mi sento molto riposata e più pronta, rispetto ad altre volte, ad affrontare una lunga ed estenuante giornata di scuola.
Indossai un jeans e una maglia larga grigia e nera. Misi le mie Vans, anche queste perennemente nere.
Legai i capelli in una coda alta, misi un po' di correttore per poi dirigermi in cucina.
Mia madre stava riscaldando il latte ed Emily mangiava i biscotti; Niall, come al solito, dormiva ancora.
Le piaceva proprio la vita da "non studente" anche perché, ormai, dopo tre anni si era abituato.
«Dov'è papà?» chiesi sedendomi al posto libero vicino ad Emily.
«È andato a lavoro» rispose mia madre portandomi il latte bollente.
La ringraziai e le accennai un sorriso.
«Su piccolina, vai a vestirti altrimenti farai tardi a scuola» disse mia madre a mia sorella, mentre stava cercando di bere il suo caffè-latte
«Uffaa!» si alzò, mi diede un bacio e poi, come raccomandato, si andò a vestire.
Finita la mia colazione, presi lo zaino, mi controllai un'ultima volta davanti lo specchio del corridoio e mi incamminai verso la porta di ingresso.
«Mamma io vado, a dopo, ciaooo» la informai.
«Buono studio tesoro»
La giornata era proprio bella.
C'era il sole, ma non era tanto caldo e fastidioso..né tanto meno c'era freddo.
Quando arrivai a scuola, vidi Amy e Zoe nel posto dove ogni mattina ci incontravamo.
«Ragazzeee» dissi nel tentativo di attirare la loro attenzione.
«Che state facendo?» chiesi curiosa.
«Alyyyy» mi salutarono contente «Mmh...niente, non stavamo facendo niente» disse nervosamente Amy.
«Avanti, fatemi vedere cosa stavate facendo» le dissi predendo il cellulare dalle loro mani.
I miei occhi si spostarono su e giù per lo schermo del telefono.
Stavano guardando il profilo di Luke.
Sentii un dolore al petto non appena notai una sua nuova immagine.
Lui che si baciava con una ragazza vestita con un attillato vestito nero, quasi trasparente e che non lasciava niente all'immaginazione.
Invece di continuare a guardare la foto e procurarmi dolore da sola, diedi il cellulare a Amy prima di romperlo con le mani.
«I-Io...» balbettò Zoe.
«Lascia stare» le dissi nel tentativo di fare un sorriso e calmarmi dal mio stato nervoso.
In fondo non stavamo più insieme, può fare ciò gli pare; però non pensavo che trovasse un'altra così subito e facilmente.
È passata appena una settimana, questo mi fa pensare che non mi amava quanto lo amavo io, mi fa pensare che non gli interessava realmente di me, mi fa pensare a quanto sia disgustata ora da lui.
I miei pensieri su di lui si interruppero non appena la campanella delle otto schioccò ed io, Amy e Zoe ci dirigemmo presso l'entrata.
***