Dato che tutti avevano degli impegni, uscimmo io e Liam da soli.
E dato che non dovevamo andare chissà dove, misi qualcosa di semplice: un vestitino lungo al ginocchio, unico colore.
Facemmo un giro in macchina e nel frattempo decidemmo il posto in cui andare; infine, optammo per un semplice pub.
Quando aprii la porta di ingresso, con Liam alla mia sinistra, restai un po' delusa dall'eccessiva presenza di gente, e dalla musica troppo ad alto volume, volendo rifugiarmi in un posto tranquillo.
Le luci erano spente, solo piccoli fari colorati, che vagavano per la stanza, erano presenti.
Lo spazio era riempito da ragazzi che ballavano al centro della sala, ed altri seduti su alcuni divanetti di pelle nera a bere e a rimorchiare ragazze.Noi preferimmo sederci su due sgabelli vicino al bancone del bar.
Liam ordinò due cocktail, che poco dopo ci furono serviti: due bicchieri lunghi di plastica, trasparenti, riempiti da una bevanda rossastra e una cannuccia nera che fuoriusciva.
Non me ne intendevo, dato che non bevevo quasi mai, ma l'aspetto era promittente.
Bevvi un piccolo primo sorso e guardai Liam trattenendomi dallo sputarglielo in faccia
«Che schiiiifooooo» dissi facendo un'espressione disgustata e posando il bicchiere sul bancone.
Lo assaggiò anche lui, dandomi conferma della mia precedente opinione.
«Sono certo che non riusciresti a berlo tutto»
«Scommettiamo!» risposi con aria di sfida.
Presi la bevanda e la bevvi tutta ad un sorso mentre tappavo il naso sperando non mi facesse sentire il sapore forte ed amaro.Finimmo con il fare altre scommesse, provai altri cinque cocktail, tutti di colore e sapore differenti.
La mia mancanza di esperienza di sopportamento dell'alcool stava iniziando a farsi sentire, mentre la mia testa scoppiava dal dolore.«Vado un attimo in bagno, Alyy».disse Liam alzandosi e lasciando la sua seduta vuota.
Ma essa non fu a lungo vuota, ed io non restai da sola ancora per molto.
Un ragazzo, a me familiare, si sedette. La mia vista era appanna a causa dei bicchieri che avevo ingerito, riuscivo però a vedere i suoi capelli biondi; le sue labbra rosse dipinte da un sorriso, e accanto ad esse un piercing argento.
«Ciao bellezza» mi sussurrò all'orecchio e avvicinandosi fin troppo a me.Quando ritornò ad una distanza accettabile, potei intravedere i suoi occhi, gli occhi che una volta consideravo i più belli e che mi guardavano con dolcezza e amore; ma l'azzurro splendente e vivo di essi questa sera sembrava spento, cupo; non vi era alcuna traccia di sentimenti. Erano cattivi, e mi fissavano inquietantemente.
Trasalii e di istinto mi alzai facendo dei piccoli passi indietro senza mai distogliere lo sguardo dai suoi occhi pietra.
La paura si impossessò di me quando, anche lui, si alzò e si avvicinò mentre io continuavo ad indietreggiare
«Non si saluta più??»
La mia "corsa" all'indietro fu interrotta quando colpii uno dei tavoli.
Lui rise leggermente, approfittandosi di questo momento in cui ero ferma per avvicinarsi.
Appoggiò una mano sulla mia guancia, accarezzandomi delicatamente.
Cercai di non sciogliermi al suo tocco, combattendo con le farfalle nello stomaco che minacciavano di uscire violentemente.
«Cosa vuoi Luke?» gli bloccai la mano e gliela tolsi con un gesto netto.
«Te» disse avvicinandosi e spostandomi i capelli su una spalla.
Il mio respiro si fece più pensante e la mia testa sempre più dolorosa.
«Cosa ti fa pensare che se non l'ho fatto prima,lo farò adesso? » la mia voce uscì quasi come un sussurro, la paura persisteva in me.Non voglio che si avvici a me.
Non voglio vederlo più
«Shh».mi ammutolì.
La mia testa si fece sempre più pesante e la mia vista sempre più sfocata.
Tentai di non cedere agli effetti collaterali dell'alcool proprio in questo momento, ma era più forte di me, le palpebre si chiusero sempre di più e le mie ginocchia diventarono molli tanto da non farmi più reggere in piedi.
Ma prima di cadere per terra, lui mi sollevò, volevo dargli uno schiaffo e prenderlo a pugni, ma l'ultima cosa che mi ricordo fu che mi addormentai tra le sue braccia forti.