Era arrivato finalmente il giorno in cui si sapeva il voto d'uscita degli esami.
Tornai alle undici dalla scuola guida.
Ansiosa, mi sedetti sul divano aspettando mia madre.Quando fui di fronte la scuola, mia madre si fermò a parlare con una sua vecchia amica. Io, non stando più nei vestiti, mi avviai verso il grande cancello in ferro, nero, che si trovava all'entrata della mia ex scuola, ormai. Sistemai la borsa sulla spalla sinistra e superai la soglia.
Mi feci largo tra la gente che a sua volta spingeva; alle pareti vi erano tanti fogli attaccati, sia a sinistra che a destra; mi avvicinai a quest'ultima dato che era meno affollata rispetto all'altra. Cercai invano la mia classe ripetendo a bassa voce la sezione come se in qualche modo il foglio, sentendomi, sarebbe saltato fuori magicamente.
Finalmente lessi, con fatica, date le tante persone ammassate davanti, la scritta in grassetto nera che tanto aspettavo "5°F".Abbassai di nuovo la testa, sentendomi terrorizzata. E se non fosse andato bene come speravo? O se... no basta con queste paranoie. D'un tratto però, ebbi ancora più paura quando sentii una ragazza accanto a me iniziare a piangere, corse di fretta e furia cercando di trattenersi e uscendo dal portone. Nel cortile vi era un grande chiacchericcio e mi sollevai quando notai che non tutti qui, stavano piangendo.
Con grande forza e riponendo la paura, mi misi in punta di piedi, iniziando a cercare il mio nome, ma mi risultava difficile, non ci arrivavo.
«L'altezza non ti aiuta?»
Sapevo chi fosse, ma non volevo dargli corda. Facendo finta di non averlo visto, continuai la mia ricerca.
«Vuoi che ti aiuti?» disse posizionandosi al mio fianco.
«No, posso farcela da sola» gli rivolsi un finto sorriso.
«Non mi pare» rise.
Non avevo intenzioni di arrendermi e dichiararmi bassa, ma non riuscivo proprio a leggere.«Maledizione. Forse... potresti guardare» sospirai.
«Forse?» fece spuntare una lieve fossetta ai lati della sua bocca.
Era sempre così fastidioso?
«Guarda.» risposi seccata.
Mi scansò, per mettersi al mio posto, e io ansiosa, iniziai a dondolarmi sui talloni «Ci vuole così tanto a leggere un numero?»
«Quale Alyson sei?» rispose ignorandomi del tutto.
Poi continuò «ci sono due Alyson» adesso anche Harry era stufo, lo capii dal suo tono, ma in fondo si era offerto lui di controllare.
«Horan»risposi dopo, ricordandomi di una mia compagna di classe con lo stesso mio nome.
«Horan?»chiese conferma. Era diventato strano? Non riuscivo a leggere la sua espressione.
Confermai.
Cosa c'era di così strano?Sembrava perso nei suoi pensieri e non aveva più lo sguardo rivolto verso il foglio ma verso il pavimento.
Insomma si voleva svegliare o no?
«Scusami tanto se ti interrompo dai tuoi lunghi pensieri, ma potresti darmi questo benedetto esito?» sbuffai, veramente stufa.
So di non essere stata affatto gentile e cordiale, ma quando mi innervosisco sono sempre un po' scontrosa.
Si girò finalmente verso di me e io iniziai a non respirare. «È andata bene?»
«Dipendi cosa intendi per bene»
Stava scherzando? Sapevo che lo stava facendo apposta per farmi innervosire, ma non volevo l'avesse vinta, così feci un lungo sospiro.
«Dimmi questo maledetto voto.»
«Ehi, come siamo acide» sorrise.
«Per favore?»mostrai uno dei sorrisi più falsi della mia vita, avevo fretta e ansia per rimproverarlo.
«In realtà non pensavo fossi così intelligente, comunque brava. Hai preso 91»sorrise«91?»strillai.
Dopo aver esultato abbastanza mi calmai «Emh..grazie per avermi...aiutata?! » dissi sentendomi leggermente in colpa per il mio atteggiamento.
Restai un altro po', con lui accanto, a cercare gli annunci per vedere quando sarebbe stata la consegna dei diplomi.
"Mercoledì 6 luglio"
Dopo aver letto le altre informazioni che mi occorrevano, mi diressi verso l'uscita, seguita da lui.
Corsi da mia madre ad abbracciarla, e ad informarla del mio esito, il quale la rese felice e orgogliosa di me, lo si leggeva negli occhi.Dopo essermi staccata dall'abbraccio con mia madre, Harry sì avvicinò verso di me.
Notai solo ora il suo abbigliamento: occhiali da sole, un paio di jeans e una maglia semplice blu.
Fece un colpo di tosse per farsi notare, mia madre, istintivamente, si girò dalla sua parte.
Oh no. Che momento imbarazzante.
Harry e mia madre insieme.Alyson calma.
Alyson non succederà nulla.
«Mh, beh, volevo solo salutarti, Alyson» disse grattandosi la nuca.
Poi spostò lo sguardo su mia madre, la quale lo guardava curiosa.
Le porse la mano.
«Piacere Mrs Horan, io sono Harry.»
Cosa penserà adesso mia madre?Oh no, si farà grossi film mentali.
Mi metterà in imbarazzo.
E non mi crederà se dirò che siamo solo...amici?
Siamo amici io ed Harry?
Smisi di pensare alle mie paranoie quando mia madre afferrò la mano di Harry e la strinse sorridendo
«Piacere mio, Harry, ma chiamami pure Kimberly, mi fa sentire vecchia sentirmi dare del lei» risero.
Harry annuì. E io arrossii. Non so per quale oscuro motivo.Finalmente Harry si rivolse a me, salutandomi, e sfoderando le sue fossette agli angoli della bocca. Dopodiché attraversò la strada, ed entrò in una grande porta grigia.
Non sapevo che Harry stesse vicino la scuola.Era davvero carino quando non faceva lo stronzo.
Cacciai i miei pensieri dalla testa e salii in macchina.
Sfilai il cellulare dalla tasca dei miei jeans e, insieme ad esso, presi per sbaglio "il foglietto del cappuccino" facendomi sentire ancora più in colpa perché non avevo ringraziato Harry, decisi però di andare domani mattina sul suo posto di lavoro, non appena avrei finito la lezione di scuola guida.
Riposi il biglietto nella stessa tasca da cui l'avevo preso e sbloccai il cellulare mandando un veloce messaggio a Zayn:
"Ho preso 91. Come avrei fatto senza di te?"
pochi minuti e ricevetti una sua risposta, che vanitoso come sempre, mi disse:
"Non ce l'avresti fatta ;)"#SPAZIO AUTRICI
Buon anno ragazzuoliii❤❤
Avete trascorso bene le feste?
Speriamo che in questo anno nuovo aumentino i lettori e il tempo libero per scrivere
xx Aurora e Manuela