«Mamma? Dove sei?»
Risate, spensieratezza, felicità.
Guardai mio figlio dalla fessura dell'armadio rimanendoci nascosta al suo interno.
«Mamma? Non riesco a trovarti! Sei troppo brava! Uffa!»
Sorrisi decidendo di uscire improvvisamente dall'armadio, afferrandolo da dietro e spaventandolo.
«A-AAH!!» Ridacchiai alla sua reazione, iniziando successivamente a fargli il solletico, vedendolo cominciare a dimenarsi e a contorcersi dalle risate.
«Mamma! Basta! Morirò dalle risate così!»
«Addirittura?» Gli chiesi guardandolo e sorridendogli.
«Si».
«Non morirai piccolo mio perché ti proteggerò sempre, a costo della mia vita.
Lo sai questo? Vero Peter?»
Lui annuì sorridendomi e abbracciandomi. Gli diedi un bacio sulla guancia rimanendo in ginocchio di fronte a lui, tornando poi a fargli il solletico.
«Cos'è tutto 'sto casino?»
Mi girai all'improvviso osservando Liu divertito alla scena che gli si parava di fronte.
«Papà! Sei tornato!» Peter corse velocemente verso di lui, saltandogli addosso. Liu aprì le braccia ridendo, afferrando nostro figlio e sollevandolo da terra, stringendolo tra le sue grandi e possenti braccia.
Li guardai sorridendo, alzandomi e avvicinandomi a lui, lasciandogli un bacio a stampo.
«Com'è andata a lavoro?»
«Bene amore, invece tu? Questa peste ha fatto i capricci in mia assenza?»
Ridacchiai dando un pizzicotto alla guancia di Liu.
«No no, Peter sa essere molto bravo. Sei tu quello che fa sempre i capricci Liu.
Vero piccolo di mamma?»
Liu ridacchiò alla mia affermazione, mettendo giù il piccoletto e guardandolo.
«Hey piccolo, che ne dici di andare a giocare con il cane in soggiorno?»
Peter corse al piano inferiore ridendo, senza fare obbiezioni.
Guardai Liu incrociando le braccia al petto.
«Che c'è? Il nostro Liu vuole fare i capricci anche sta sera?»
«Mh, potremmo divertirci un po' dopo aver messo a nanna il piccoletto, non trovi?» Disse avvicinandosi, iniziando a baciarmi il collo avvolgendo le sue braccia attorno ai miei fianchi.
«Liu»
«Mh?»
«Sono passati sei anni»
«Ah, già...»
Mi spinse sul letto con delicatezza, mettendosi poi al mio fianco e stringendomi a sé.
Erano passati sei lunghissimi ed interminabili anni da quando ce n'eravamo andati dalla mansione, per vivere sotto copertura in mezzo alla società.
Per alcuni poteva sembrare una vita normale la nostra; una coppia giovane e bella che si amava, con un figlio che riempivano d'affetto e amore. Ma non era così.
Liu era accecato da "lei". Così tanto da obbligarmi a cambiare nome, cambiare identità, diventando la nuova "Susan Woods".
A me non cambiava molto però.
Non mi interessava il modo in cui venivo chiamata, non mi interessavano più quelle piccole cose che servivano a riportare in me quel minimo di umanità.
Avevo portato in grembo suo figlio, l'avevo fatto nascere, l'avevo allattato, cresciuto e lui gli diede il nome di suo padre.
Avevo passato 6 anni a subire violenze da parte di Liu, a subire i suoi attacchi d'ira e panico ogni notte, a cercare di calmarlo in qualsiasi modo prima che potesse perdere il controllo e fare qualcosa a me o a suo figlio.
L'operatore aveva pianificato tutto.
Sapevo benissimo che si divertiva a far perdere la testa a chiunque.
Sei anni.
Sei anni senza mai aver rivisto Jeff...
«Susan?»
Mi risvegliai dai miei pensieri notando solo adesso che Liu mi aveva completamente spogliata.
Lo guardai sovrastarmi con il suo corpo, sentendo il rumore metallico della sua cintura mentre veniva slacciata.
All'improvviso la porta venne spalancata da Peter.
Liu tirò su le coperte ridendo nervosamente e rimettendosi al mio fianco, facendo salire il bambino sul letto.
Gli accarezzai la testa infilandolo in mezzo a me e Liu, dandogli poi un bacio sulla fronte.
«Mamma? Perché sei nuda?»
Gli sorrisi posando la mano sul suo pancino.
«Perché ho tanto caldo, tu non hai caldo Peter?» Lui scosse la testa per dire di no.
«Sono venuto qui perché avevo fame...»
«Ma Peter, hai già cenato»
«Si, però...»
«Cosa vuoi mangiare?»
«È che... Ho mangiato...»
«E cosa hai mangiato?»
Lui cambiò immediatamente espressione ed i suoi occhietti iniziarono a riempirsi di lacrime.
«M-Mamma...»
Mi sollevai confusa e preoccupata insieme a Liu. Mi infilai velocemente una delle sue camicie afferrando poi Peter in braccio.
«Che succede? Perché piangi?»
«I-In cucina...»
Liu mi lanciò un'occhiata veloce e scese frettolosamente le scale. Passarono diversi minuti e finalmente mi disse di scendere.
Appena entrai in cucina mi irrigidì immediatamente.
Liu era inginocchiato a terra, mi stava dando le spalle.
Appena si alzò notai il cane sdraiato sul pavimento circondato da una pozza di sangue, la pancia squarciata, le budella rovesciate sul pavimento.
«N-Non volevo...»
Guardai il bambino con occhi sbarrati, non riuscendo a credere alla mia vista.
Liu afferrò il coltello che era conficcato nel collo del cane, buttandolo nel lavandino.
«Pulisci, disossa il cane e buttalo nell'umido.» Mi disse, dopo di che se ne ritornò in camera da letto, lasciandomi da sola con il bambino.
Peter si era divorato le interiora del cane.