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•JEFF'S POV•

8 mesi.
Erano passati 8 lunghissimi ed interminabili mesi dalla sua scomparsa.
Non avevo mai smesso di cercarla...
Non dormivo bene, non ero mai in pace con me stesso. Lei era costantemente presente nei miei pensieri, nel giorno e nella notte...
Mi mancava la sua presenza.
Mi mancavano i suoi occhi immersi nei miei, i suoi capelli che mi solleticavano il viso la mattina, il suo profumo inebriante, le sue labbra contro le mie...
Mi mancava così tanto che il desiderio di riaverla tra le mie braccia mi bruciava la pelle...
Ero seduto sul divano in soggiorno, con la testa fra le mani, gli occhi chiusi ed il respiro affannato.
Avevo bevuto troppo, la testa non smetteva di girarmi e un forte senso di nausea mi disturbava insistentemente. Il sangue delle mie povere e malcapitate vittime ricoprivano il mio pallido volto, insieme ai miei indumenti.
Mi alzai barcollando usando il muro come appoggio per non cadere a terra, sfilandomi lentamente la felpa...
Improvvisamente iniziai a tossire sputando sangue, accasciandomi a terra ormai sfinito tenendomi il petto...
Giorni fa ricevetti una fantastica e meravigliosa visita dalle autorità.
Dei poliziotti si presentarono davanti casa mia allarmati per le varie scomparse ed omicidi in zona.
Ne ero uscito con una pallottola in pieno petto.
I corpi dei poliziotti erano stati massacrati personalmente da me.
Non avevo avuto pietà, come sempre d'altronde.
Sospirai rimanendo sdraiato sul pavimento freddo, osservando con sguardo vuoto il soffitto in legno.
Lentamente le mie palpebre si chiusero per la troppa stanchezza e finii per addormentarmi di colpo cadendo in un sonno profondo.

•4 ore dopo•

Mi svegliai aprendo lentamente le palpebre, ritrovandomi sdraiato sul mio letto senza la felpa, con il petto completamente fasciato e medicato.
Mi alzai con cautela sedendomi sul bordo del letto, rendendomi finalmente conto di non essere l'unico presente nella stanza.
Vidi una figura familiare avvicinarsi con passo felpato, rimanendo distante a pochi passi.
Eyeless Jack era lì, di fronte a me e nel silenzio più totale.

Jeff: Jack?

Jack: Ciao Jeff.

Jeff: Ma che diamine?
Che ci fai tu qui??

Jack: Ti ho trovato steso ed inerme sul pavimento e se non ti avessi soccorso saresti morto dissanguato.
Ti ho medicato e portato sul letto per farti recuperare le forze.

Jeff: Che cosa vuoi Jack?

Lui sospirò sedendosi al mio fianco tenendo lo sguardo rivolto verso il pavimento.

Jack: Sono stato mandato dall'operatore.

Jeff: C-Che cosa?
Sei venuto fin qui per questo??

Jack: Jeff, tu non-

Jeff: HA RAPITO LA MIA DONNA!

Jack: Non hai mantenuto il patto Jeff.
E queste sono state le conseguenze.

Jeff: SONO MESI CHE LA CERCO! MESI!

Jack: È diventata un Proxy.

Mi alzai di scatto guardando Jack con sguardo completamente scioccato.

Jeff: C-Cosa?

Jack: È alla mansione di Slenderman, come tutti noi.
Manchi solo tu Jeff.

Jeff: PORCA PUTTANA JACK!
PERCHÉ VI OSTINATE A VOLERMI CON VOI?!
VI HO RIPETUTO PIÙ E PIÙ VOLTE CHE NON VOGLIO FAR PARTE DEL VOSTRO CIRCO PER BAMBINI! NON VOGLIO DIVENTARE UN PROXY, E NESSUNO PUÒ DIRMI COSA FARE!
PERCHÉ RAPIRE LEI?! SE LUI VUOLE ME, PERCHÉ PRENDERE SOFIA!!?

Jack: Perché sappiamo benissimo che faresti di tutto per riaverla.
E se la desideri veramente allora smettila di fare il superiore.
Perché sai meglio di tutti che non lo sei.

Sospirai infilando le mie mani nei miei capelli, digrignando i denti per la rabbia.
Afferrai la felpa infilandomela velocemente, impugnando il mio amato coltello in mano.
Mi girai verso di lui osservandolo freddamente, sollevando il mio cappuccio sulla mia testa.

Jeff: Alza il culo e andiamocene.

•SOFIA'S POV•

Ero appena rientrata nella mia stanza e avevo eseguito tutte le missione che l'operatore mi aveva ordinato di completare.
Lanciai la mia mazza chiodata sul pavimento, levandomi le scarpe.
Era un'ottima arma, e adoravo spaccare il cranio alle mie povere vittime.
Mi sollevai lentamente la maglia fino a scoprire il mio seno, ma improvvisamente qualcuno aprì di colpo la porta, rimanendo immobile sulla soglia.

Mi girai abbassando la maglia osservando l'intruso.

Sofia: Liu?

Liu: Puoi tranquillamente continuare a levarti la maglietta...

Lo fulminai con lo sguardo sospirando.
Lui di risposta ridacchiò infilandosi le mani nella tasca.

Sofia: Cosa vuoi?

Liu: Oh nulla...
Ero qui nei dintorni e sono passato a farti visita. È da tanto che non parliamo.

Sofia: Liu, ci siamo visti mezz'ora fa in missione.

Liu: E quindi? Per me mezz'ora equivale ad un'eternità e mi sei mancata...

Sofia: Perché sei venuto da me?

Lui chiuse la porta alle sue spalle, avvicinandosi lentamente a me fino a rimanere a pochi centimetri distante dal mio volto, iniziando a sussurrare al mio orecchio con voce profonda e roca...

Liu: Non posso passare un po' di tempo con la mia futura mogliettina...?

Rimasi immobile sentendo le sue mani afferrarmi per i fianchi, avvicinandomi maggiormente a lui fino a scontrare i nostri corpi...
Lo guardai notando il suo piccolo sorriso malizioso, posando una mano sul suo petto per cercare di allontanarlo...

Sofia: S-Sono appena tornata dalla missione... Devo farmi una doccia...

Lui non diede ascolto alle mie parole afferrando la mia mano, iniziando a tempestare di baci il mio collo stringendomi tra le sue braccia...

Liu: La facciamo insieme allora...

Sofia: No, levati.

Liu: Non ti preoccupare...

Sofia: Ho detto di no, lasciami.

Sospirai sentendo le sue mani infilarsi sotto alla mia maglia...
Lo fermai guardandolo freddamente, levando le sue mani da me.

Sofia: Che ti prende??

Mi spinse sul letto sovrastandomi velocemente con il suo corpo, immergendo i suoi occhi color smeraldo nei miei...
Si sfilò la maglia lasciandola cadere ai piedi del letto, per poi infilare la sua testa nell'incavo del mio collo stringendo i miei polsi con una leggera forza...
Cercai di dimenarmi ma fu tutto inutile...
Mi abbassò i jeans allargando le mie gambe mettendosi in mezzo ad esse, iniziando a tempestare il mio collo di umidi e provocatori baci, facendomi rabbrividire...
Sentivo la sua mano infilarsi sotto alla mia felpa, iniziando a stringere con perversione il mio seno destro, pizzicandomi il capezzolo con forza...
Di colpo sentii la porta della stanza aprirsi bruscamente...
Liu mi guardò rivolgendomi un piccolo sorriso beffardo, sollevandosi da me per rivolgersi all'intruso...

Liu: Ciao Jeff.




































•FINE VENTUNESIMO CAPITOLO•

𝔅𝔢𝔫𝔳𝔢𝔫𝔲𝔱𝔞 𝔫𝔢𝔩𝔩𝔞 𝔪𝔦𝔞 𝔪𝔢𝔫𝔱𝔢 [𝔍𝔢𝔣𝔣 𝔱𝔥𝔢 𝔨𝔦𝔩𝔩𝔢𝔯]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora