2. Nuovi inizi

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13 novembre 1939

Lo stato di trance da cui non riusciva a riprendersi perdurava da giorni.
Aveva perso tutto ciò che era importante: la sua famiglia. Nient'altro rimaneva. I suoi genitori erano morti.
La Notte dei Cristalli spazzò via molte vite, non solo a Monaco ma in tutta la Germania e l'Austria. Hitler aveva iniziato la sua sanguinosa scalata al potere.
La casa in Strungstrasse non era mai stata così silenziosa e cupa. Veronika era a letto, le persiane chiuse, la porta d'ingresso chiusa a chiave. Nemmeno Julien era in casa. Mancava da quella infernale notte. Nessuno lo aveva più visto.
Veronika aveva versato tutte le lacrime che una persona potesse avere in corpo. Gli spasmi la scuotevano, tremava come una foglia. I corpi dei genitori erano stati seppelliti nella tomba di famiglia, una piccola struttura bianca nel cimitero di Monaco. Non dovevano morire quella notte, era stato un errore. La furia omicida delle SS, convinta che anche loro fossero ebrei, aveva spento i loro sorrisi. Anche quello di Joshua. Sorrisi che affioravano nella sua mente e che morivano nel suo cuore. Anche Joshua e Anna furono seppelliti nella tomba di famiglia, in due bare dal legno chiaro, delle rose bianche come ultimo addio.

Un addio mancato.

Il pensiero della morte dei genitori si mescolava al rimpianto di non aver confessato il suo amore a Joshua, in un vortice di disperazione senza fine.
Ormai svuotata di ogni forza e con la testa pesante come un macigno, Veronika raggiunse lentamente il bagno, le labbra purpure, gli occhi gonfi e vuoti.
Si immerse nell'acqua calda della vasca, con la camicia da notte ancora addosso, il naso fin sotto il pelo dell'acqua.
Voleva affogare.
Affogare e non piangere mai più. Morire dolcemente, l'animo sereno.
Ma la vita è più forte.
Un colpo di reni e riemerge, sputando acqua e tossendo violentemente. Il viso cinereo, i capelli incollati al petto, sotto il tessuto bagnato della camicia da notte la lieve sporgenza delle sue scapole, sempre più evidenti.
La fame non era implicata nei suoi giorni.
Rimase nell'acqua finché non diventò gelida e tutta la schiuma si dissolse. Ma Veronika non se ne accorse, gli occhi fissi sul soffitto, innondati da nuove amarissime lacrime.

16 novembre 1939

Un bussare deciso alla porta d'ingresso fece uscire Veronika dal suo torpore. Non sapeva da quanto tempo era a letto, ma le lenzuola sapevano di stantio e il cuscino era umido di lacrime.
La casa era gelida, nessuno aveva acceso più il fuoco nella stufa da una settimana.
Veronika si alzò lentamente, la testa immersa in cupi pensieri. Raccolse una vestaglia dal pavimento di legno, e senza fretta scese le scale di marmo, fredde come la neve sotto i suoi piedi scalzi.
Aprì la porta, accecata dalla luce esterna della strada. Un volto famigliare la squadrò preoccupato. Il professor Erskine le sorrise, cauto.

"Posso entrare?" Chiese il professore, una preghiera indiretta nella sua voce.

A Veronika servì un momento per capire la sua domanda, e lentamente annuì col capo.
Si sedettero nel grande soggiorno azzurro, la carta da parati a nontiscordardimé e i divanetti di velluto cipria. Un luogo incantevole, ma senza calore ormai.

"E' freddo qui" disse Erskine, lo sguardo che girava intorno.
Veronika non lo sentì nemmeno.

"Ho saputo cos'è successo, mi dispiace" continuò l'uomo, la barba ormai più bianca che nera, gli occhiali tondi che nascondevano due occhi sinceramente addolorati.
Veronika lo fissò, incapace di reagire. Non una parola le uscì di bocca.
Passarono diversi minuti prima che il professore le chiedesse se gradisse un tè, come se il proprietario di casa fosse lui.

"Sì, grazie.." Veronika rispose, la voce arrocchita dal pianto e dal lungo periodo in silenzio.

Il professore tornò diversi minuti dopo, un vassoio tra le mani su cui facevano bella vista due tazze fumanti e dei biscotti secchi.
Veronika lo ringraziò debolmente e si sciolse nel calore della tazza che teneva tra le dita. Il silenzio tra di loro era carico di dolore.
Fu il professore, nuovamente, a prendere la parola.

Soldati dell'inverno : L'inverno nel cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora