15. Sotto la pelle

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L'imbarazzo era palese. Bucky si strinse l'asciugamano come meglio potè in vita, il cuore a mille nel vedersela davanti, così vicina.

"Ti prego scusami, torno più tardi" disse Veronika, le guance arrossate, che non poteva nascondere.

"No, dammi un attimo", Bucky afferrò dei vestiti sopra una sedia grigia in angolo della stanza e si fiondò in bagno, uscendo un minuto più tardi vestito con un paio di jeans slavati e una t-shirt blu che gli metteva in risalto quegli straordinari occhi di ghiaccio. Ghiaccio che fiammeggiava sul viso di Veronika.
La fece accomodare con un cenno della mano sul bordo del suo letto, la tensione palpabile. Una ciocca di capelli le sfuggì sul viso quando iniziò a parlare, schiarendosi leggermente la voce.

"Sono in partenza" disse, senza avere il coraggio di guardarlo in faccia. Da quando era così codarda?

"In partenza? Per dove?"

"Palmira, Medio Oriente". Veronika avrebbe voluto scappare da quella stanza, la cui temperatura si era velocemente raffreddata.

"Fury ti ha già dato una missione? Vorrai scherzare!" Disse Bucky gelido.

"Bucky.." il suo nome, sulle labbra di lei, suonò stranamente piacevole. "Ho difficoltà a relazionarmi con le persone ma sono ancora una spada in azione. Niente può farmi del male. E comunque Sam e Nat sono con me. Loro sono già partiti".

"E quindi mi stai salutando? Sarebbe un arrivederci?". Il tono di lui, sfumò da infastidito a dispiaciuto.

"Non lo so nemmeno io. Ma.. senti, mi dispiace di aver reagito andandomene quando mi hai detto di te a New York, ma avevo bisogno di stare sola per un po' e rifletterci su. Non puoi lanciare certe bombe e non pretendere di essere investito dalla deflagrazione."

"Sai bene che non l'ho fatto con cattiveria. Era tempo di mettere tutte le carte sul tavolo." Bucky si era seduto accanto a lei, tentennando. Sapeva benissimo che effetto gli faceva Veronika troppo vicina. Ma volle provarci comunque.
Lei annuì, gli occhi che sfuggivano i suoi.

"Sono sincera, dopo quella sera ti ho sempre ricordato. Mi chiedevo come stessi, cosa stavi vivendo al di là del mare. Non so come mai, ti ho subito considerato.."

Bucky tratteneva il fiato, attendendo.

"... una persona importante per me. Ed ora eccoci qua, tutto il passato in mostra e un futuro che è un'incognita."

"Sono felice che ti sia ricordata a pieno del nostro primo incontro. Non voglio mentirti, non lo meriti". Bucky le sorrise, decisamente più alleggerito. Potevano ricominciare, buttarsi tutto il passato alle spalle era la scelta migliore.

"Pace fatta?" Chiese lui, allungando il braccio sano, mentre quello bionico lo sosteneva al letto, un leggero cigolio mentre si allungava verso di lei.

Veronika strinse la mano di Bucky, una principio di sorriso ad incresparle le labbra. Il contatto fu il principio di un incendio. Una scossa percorse entrambi, ma la stretta di mano non si allentò.
Poi, inaspettatamente, la mano di Veronika si sciolse da quella di Bucky e risalì lentamente il suo braccio, la pelle calda di lui sotto le dita sottili. Bucky si beò di quel contatto, ipnotizzato dalle sensazioni che gli sprigionava.
Quando la mano di lei gli sfiorò il collo e l'orecchio, Veronika si avvicinò di più, il viso a pochi centimetri da quello di Bucky.
Il profumo del bagnoschiuma la avvolse, mentre le sue labbra delicatamente incontravano quelle dell'ex soldato d'inverno. Prima timide, un battito d'ali, quasi uno sfiorarsi impalpabile.
Poi, sentendo la risposta energica del giovane, l'intreccio si fece più voluttuoso ed intenso. Bucky si strinse Veronika tra le braccia, il calore tra loro che divampava. Assaggiò la sua bocca, dolce e morbida, non credendo nemmeno a quello che succedeva.
Quanto aveva desiderato baciarla, e baciarla ancora. Di più, e più profondamente.
Lo fece, senza indugio. Un brivido lungo la schiena lo colse quando le braccia di lei gli toccarono il petto, accarezzando i suoi pettorali con un gesto così lascivo da farlo impazzire. Quando lei gli morse delicatamente il labbro inferiore, stuzzicandolo per un attimo, non si trattenne più.
Prese il bordo della camicetta di Veronika e con gesti misurati e un po' impacciati per l'emozione, sbottonò la lunga fila di bottoncini, facendogliela scivolare velocemente sulla schiena. Lei non si oppose e iniziò a slacciare la cintura in vita di Bucky. Con un gesto si levò la maglietta, premendo poi il corpo di lei al suo. Quel calore, quello sfiorarsi lo faceva dannare da mesi.
Quante volte aveva desiderato averla così? Ormai ne aveva perso il conto. Quando anche i pantaloni di Veronika finirono sul pavimento, la prese in braccio e la distese sul letto, senza staccarsi un momento da quei baci paradisiaci.
Le gambe di lei lo strinsero in vita mentre lui standole sopra, le accarezzava per poi risalire fino alla sua schiena. Veronika si sollevò verso di lui, i lunghi capelli che le scivolavano sulle spalle, morbidi come velluto.
Tutto di lei lo faceva impazzire, letteralmente. Ogni cosa lo ubriacava, la testa leggera, il cuore in corsa, così vigoroso. La strinse a sé, sondando il desiderio di lei identico negli occhi. Con la mano bionica, fredda a contatto con la schiena di lei, in un gesto veloce le slacciò il reggiseno, che andò a cadere sul pavimento in un attimo. La sentì fremere quando la mano di Bucky, abbandonato il suo collo, scese terribilmente lenta verso il suo seno, seguendo la curva con una carezza. Lo sentì respirare pesantemente, quasi quel contatto lo bruciasse.
Veronika lo guardò negli occhi, perdendosi in quelle carezze, tanto dolci da farla stare male. Con il pollice e l'indice stuzzicò delicatamente il seno di lei, i capezzoli rosei turgidi e piccoli. Invitanti sotto le sue dita bramose. Le mani di Veronika percorsero i fianchi di Bucky, una corsa che terminò sul bordo dei jeans. Le dita si infilarono sotto, e piano fecero scivolare l'intimo e il tessuto dei pantaloni lungo le gambe dell'ex soldato, che allontanò tutto con un calcio.
Si distese sopra di lei, i sessi vicini che fremevano di quel contatto sublime. Bucky la baciò quasi con foga, non soddisfatto appieno di quel rapporto. Le sfiorò il naso con il suo e continuando a riempirle il collo di baci scese sul seno. Baci umidi e caldi sul seno, un leggero succhiare i suoi capezzoli, fecero perdere il respiro a Veronika, che si sentiva sempre più stordita.
Bucky era meraviglioso, intenso. Quando sentì fremere la ragazza sotto il leggero morso sul suo capezzolo, Bucky allontanò la bocca, soffiandoci sopra. La reazione di lei, la schiena che si inarcò leggermente e la pelle d'oca che la ricoprì, gli diedero conferma del desiderio di lei. Allungò la mano verso il bordo delle sue mutandine, e afferratele sul fianco, le fece scendere con lentezza calcolata. Non le staccò gli occhi di dosso per un istante, nemmeno quando liberatosi dall'impaccio dell'intimo, risalì delicato il suo interno coscia, rubandole un brivido.
La baciò ancora, le loro lingue avvolte e desiderose di molto di più. Pose delicatamente le sue dita sulle labbra arrossate di lei, entrando dolcemente nella sua bocca, indumidendosi. Poi, scese sul suo seno, stringendolo ancora e percorsa la pancia giunse tra le gambe di lei. Una leggera peluria, morbida, sensuale. Con le dita bagnate, iniziò con movimenti circolari a massaggiarle il clitoride, mentre lei alzava il bacino verso di lui, quasi un invito a continuare. Veronika stava ansimando di piacere, le mani strette al collo di lui, che continuava a baciarla dietro l'orecchio, mordendo seducentemente il suo lobo. Scivolò con la lingua lungo il collo, fino poi tornare al meno e e infilare la lingua di nuovo nella sua bocca, che lo accolse passionale.
Le dita di Bucky continuarono a tormentare il clitoride di lei, iniziando a scivolare tra le sue labbra, sempre più umide, su e giù, senza diminuire la pressione sulla sua intimità. Con una lentezza che le strappò un singulto, Bucky la penetrò con le dita, muovendosi dentro lei.
Era intenso, appagante, e ne voleva ancora.
Bucky arrivò con le labbra fino al suo ombelico, i baci che bruciavano come fuoco sulla pelle di lei. Senza permetterle di riprendere fiato, respirò il dolce profumo tra le cosce della ragazza, e languidamente iniziò a leccare la sua intimità, le mani strette alle sue cosce. Lei allargò le gambe così da permettergli quella seducente tortura, le mani tra i capelli di lui. Bucky iniziò a leccare e succhiare, il sapore di lei così dolce. Alternò la lingua con le dita, che spingevano in un ritmo che fece impazzire Veronika. Si staccò da lei, risalendo alla sua bocca, così affannati entrambi. Le dita di lei accarezzarono la punta del suo pene, delle prime gocce che uscivano tra le dita di lei. Iniziò a scivolare sulla pelle turgida del pene di Bucky, fino alla base, per poi risalire delicata.

"Sei meravigliosa" disse in un soffio lui, il fiato corto, guardandola negli occhi. Lei sorrise, quel viso da bambina che lo faceva diventare matto di desiderio. Aveva il seno arrossato per le carezze, turgido per quei baci profondi. Lo eccitavano terribilmente. Lei era eccitante, vogliosa quanto lui.
Veronika non rispose, un' espressione complice e furba sul viso. Continuò a toccare il pene di Bucky, senza staccarsi mai. Poi, in un attimo lei si mise sopra di lui, contemplandolo appieno. Era così bello, così virile mentre le mani di lui le strinsero i fianchi, fermandosi sul suo sedere. La passione tra loro era qualcosa di mai provato. Nulla gli era parso così forte fino ad allora.
Un colpo alla porta mozzò il respiro di entrambi.

"Bucky, sei in camera?" Fury era sulla soglia. La porta non era stata chiusa a chiave.

"Si. Sono appena uscito di doccia" disse Bucky, cercando di mascherare il fiato corto.

"Ti voglio tra un minuto di sotto, con Thor. È un ordine". La voce di Fury non ammetteva repliche. "Ora!"

Veronika lo guardò e si sollevò con eleganza. Bucky, con un sospirò si mise in piedi, e iniziò a vestirsi in fretta. Avrebbe ucciso Fury a mani nude per aver interrotto quel momento perfetto con lei.

"Io torno fra un attimo. Aspettami per favore" disse alla giovane, in piedi di fronte a lui. Nuda, i capelli che le coprivano il seno. Terribilmente desiderabile. Bucky avrebbe continuato a baciare quella pelle morbida, in ogni angolo del corpo.

"D'accordo, non metterci troppo" disse lei, gli occhi nei suoi. Bucky le rubò un altro bacio e scivolò fuori dalla stanza, facendole l'occhiolino. Veronika si rimise a letto, avvolgendosi nelle lenzuola. Avevano il profumo di Bucky. Rimase ad aspettarlo diverse ore e poi il sonno ebbe la meglio. Si appisolò nelle prime ore del mattino, ma Bucky non era ancora rientrato.

Soldati dell'inverno : L'inverno nel cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora