8 dicembre 1945, Canale della Manica
Il treno blindato dell'Hydra stava viaggiando velocemente, la sua corsa inarrestabile. Era un'azione folle, suicida.
E così fu.
Steve vide Bucky precipitare, sempre più in basso, in quella distesa di neve, spoglie rocce e un vento imperioso.
Un precipizio senza fine accolse Bucky.
Un dolore viscerale e poi l'acqua, un milione di lame che gli mozzarono il respiro. Annaspò, soffocando in quella distesa gelida. Riemerse, la forza che lo abbandonava. Poi svenne.Si sentì trascinare con forza sulla neve ghiacciata. Aprì gli occhi un solo momento, ma tanto sufficiente a constatare una sola cosa: il suo braccio sinistro non era più al suo posto. Un moncone era tutto ciò che rimaneva, la pelle lacera. La vista di quella perdita lo fece svenire nuovamente.
9 dicembre 1945, Mosca
Bucky si svegliò lentamente, intorpidito da una luce al neon fredda e acuta. Il generale Vasily Karpov, colpito nel trovarlo ancora vivo dopo la perdita traumatica del braccio, fece un cenno deciso. Inserito in una cabina, Bucky venne sottoposto alla criostasi. La sottosezione del KBG, il dipartimento X pilotato da Zola, doveva intervenire subito.
Bucky, risvegliato dalla sua ibernazione, osservò l'ambiente circostante completamente spaesato. L'amnesia, a seguito degli eventi, durava da giorni. Nulla ricordava, nemmeno il suo nome. Una strana sensazione gli invase lo stomaco. Dove era? Che gli era capitato?
Davanti a lui, in un' identica barella, era legata mani e polsi una ragazza dai lunghi capelli castani, una magrezza spaventosa. Il viso, scarno, era rigato dalle lacrime. Solo un semplice camice bianco la copriva, mettendo in mostra due gambe emaciate, piene di abrasioni, botte, tagli profondi.
La giovane aprì lentamente gli occhi, quasi le costasse uno sforzo enorme. Incontrò gli occhi del ragazzo, e un brivido le scosse il petto. Lo sguardo si fece più vivace, più deciso, la bocca mosse un unica parola:
"Bucky", in un soffio rauco.
Poi un canuto scienziato, una siringa dal colore pupureo, prese il sottile braccio della giovane. L'iniezione fu veloce e sorprendente. La giovane chiuse gli occhi, mentre il suo respiro si fece sempre più esile. Solo pochi secondi dopo, e le urla che le uscirono di bocca, scossero Bucky fino nel profondo. La giovane si dimenò, le grida sempre più forti. Senza staccarle gli occhi di dosso, Bucky notò un cambiamento dopo l'altro: il viso di lei riprese di nuovo un colore salubre, le occhiaie profonde che le cerchiavano gli occhi spenti ma di uno stupefacente verde foglia scomparvero, il suo corpo si plasmò sempre più perfettamente. Ogni traccia delle violenze inflitte si riassorbì. Ogni taglio, cicatrice, svanita. Non esistevano più. Le spalle, sempre più sinuose come i fianchi, iniziarono a prendere forma sotto il camice. Poi, quegli occhi verdi persero tutto il loro calore. L'espressione sul viso di lei, indecifrabile.
Bucky era ipnotizzato, e al contempo impaurito. Lei lo fissava, nessuna emozione a solcare quelle guance ora perfettamente piene. La giovane, richiamata da Zola, si voltò lentamente e levate facilmente le fasce che la bloccavano, si avvicinò a Bucky. Una forza sovraumana bloccò le caviglie del giovane sergente, mentre lei non gli staccava gli occhi di dosso. La ragazza stringeva le sue gambe con una facilità impressionate, senza alcuno sforzo.
La conosceva, ne era sicuro. Ma non ricordava dove l'avesse incontrata. Niente riaffiorava nella sua mente.
Il professor Zola gli si avvicinò, un sorriso ossessivo sul viso."Ebbene, ora tocca a te" disse, un lungo ago tra le dita grassocce. "Tienilo stretto" disse rivolto alla giovane, che strinse la presa, strappandogli un urlo.
Bucky provò a muoversi, a fuggire a quel dolore, ma non ci riusciva. L'ago gli penetrò nella spalla buona, quella che ancora aveva attaccato il braccio, e poi iniziò un dolore che credeva lo avrebbe ucciso.
In un ultimo sprazzo di lucidità, osservò la ragazza, e sussurrò, inascoltato un nome."Lana".
Il Soldato d'Inverno prese il posto di James Buchanan Barnes.
14 aprile 2014
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Soldati dell'inverno : L'inverno nel cuore
Fanfiction"ore 20. 36, Innstrasse Lara e Nicholas Hegel erano seduti a tavola dei Konrad, una influente famiglia ebrea di banchieri, di cui il figlio, Adam, era un perfetto scapolo per la loro Veronika. Lara sarebbe passata sopra il loro orientamento religio...