Il temporale estivo si portò dietro una quantità infinita di detriti. Le spiagge sassose del Maine erano punteggiate di rami, foglie, cartacce, bianche conchiglie.
Veronika camminava scalza sul bagnasciuga nella luce del primo mattino, i passi lenti e misurati, il naso per aria, respirando a pieni polmoni quella fresca aria salmastra. Si strinse le braccia attorno al copro, facendo volare lo sguardo tutt'attorno. Grandi boccate che le scosserò il petto. Un vento frizzante stemperava quel sole di inizio settembre, ancora forte del suo calore. Uno stormo di gabbiani si posò sulla riva alla ricerca di cibo, mentre Veronika assaporava il meraviglioso velluto della sabbia tra i suoi piedi.
Onda dopo onda, il mare si infrangeva, un lento ma costante sciabordio: il suono della risacca e del ritirarsi delle onde, bianca spuma che correva fino a baciare la sabbia. Onde e sabbia come due amanti, un'incontro atteso.
Con un solo gesto Veronika lasciò scivolare la camicia da notte lungo le sue gambe, allontanandola con il piede. Un passo alla volta nel mare, una veloce corsa e poi il suono ovattata sotto il pelo dell'acqua. Vitree bolle risalivano dal suo naso, mischiandosi alla spuma lattea. Ogni suono attutito, insonorizzato dall'oceano. Rimase sott'acqua quasi due minuti, riemergendo in superficie boccheggiando e rinvigorita da quel piacevole bruciore ai polmoni iniziò a nuotare verso il mare aperto, le braccia che falciavano l'acqua come lame. Avanti, in un turbinio morbido. Rimase immersa più del previsto, il sole che diventava più alto, in posizione zenitale.
Sulla riva, poco lontano dai suoi vestiti, una conchiglia bianca dalle morbide striature argentee che alla luce del sole erano un opalescente azzurro cielo. Quelle sfumature le ricordarono gli occhi di Bucky, i suoi occhi tersi e profondi.Veronika la raccolse e indossata nuovamente la camicia da notte, tornò allo chalet.Bucky era fuori di se' per la disperazione e la rabbia. Ma dove accidenti era finita?
Dopo averla cercata per tutta la casa, era sceso al fiume. La canoa era al solito posto, la Mastang parcheggiata, le sue sneakers bianche abbandonate nell'ingresso. Non c'era traccia di lei.
I pensieri più spaventosi presero forma nella sua mente: l'Hydra l'aveva trovata e portata via. O se ne era andata, senza fare rumore. Era preoccupato, e non si dava pace mentre continuava a girovagare intorno allo chalet, i suoi passi che divennero chilometri.
Veronika sbucò dalla strada acciottolata che portava al mare e aveva l'aspetto di chi si fosse fatto un bagno sulla spiaggia. I capelli bagnati le gocciolavano ancora, la pelle leggermente arrossata per il sole. Il suo sorriso si spense non appena vide l'espressione furiosa di Bucky. Si bloccò ad un paio di metri da lui, la conchiglia nascosta dietro la schiena."Dove dannazione sei andata? Sono ore che ti cerco!" Disse lui, la voce quasi un urlo.
"Ero sulla spiaggia.." cercò di difendersi Veronika, dispiaciuta nel vederlo così arrabbiato. Si sentiva una bambina che veniva rimproverata per un guaio.
"E ti è sembrato saggio andartene senza avvisarmi?" Continuò lui, gli occhi in tempesta. Un azzurro gelido e senza diritto di replica.
"Ho perso la cognizione del tempo, avevo intenzione di tornare prima che tu ti svegliassi". La voce di lei sempre pacata, quasi un sussurro.
"Sei una completa stupida se non capisci la situazione in cui ti trovi! Ti è dato di volta il cervello per caso? No, giusto per sapere eh..". Bucky si pentì immediatamente di quelle parole e del tono utilizzato, vedendo il volto di lei cambiare espressione. Se in un primo momento il dispiacere era l'emozione che le leggeva sul viso, ora vide un accenno di disprezzo che gli spezzò il respiro. Le stava davanti, gridandole contro le peggio cose con una voce che non riconosceva come propria.
"Non succederà mai più. Scusami. Ed ora andrò nella mia camera. Mi trovi lì, mio carceriere."
Sottolineando l'ultima parola con piena volontà, aveva tutta l' intenzione di ferirlo con quelle parole. Ma per un attimo non le importò. Si sentiva furente di rabbia, ma un secondo dopo abbattuta e davvero umiliata. Ferita.
Passò accanto a Bucky e gli pose in mano la conchiglia che tanto le ricordava gli occhi del giovane. Lui la prese tra le dita del braccio bionico, mentre lei rientrava in casa senza voltarsi. Bucky osservò quell'oggetto tanto comune quanto perfetto nella sua forma e in quelle sfumature così particolari, quasi una lamina argentea lo coprisse. Il rimorso per le parole dette gli annodò lo stomaco, e rientrò velocemente in casa.
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Soldati dell'inverno : L'inverno nel cuore
Fanfiction"ore 20. 36, Innstrasse Lara e Nicholas Hegel erano seduti a tavola dei Konrad, una influente famiglia ebrea di banchieri, di cui il figlio, Adam, era un perfetto scapolo per la loro Veronika. Lara sarebbe passata sopra il loro orientamento religio...