Capitolo 13: stage dalla yakuza

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POV DEKU

Il festival sportivo era finito e nella scuola girava un atmosfera deversa. Tutti si congratulavano con noi, specialmente con me, Todoroki, Bakugou e Uraraka.

Il professor Aizawa entrò in classe e ci intimò di sederci dato che aveva due avvisi da darci. -Bene ragazzi oggi vi voglio avvisare che inizierete degli stage presso delle agenzie per hero. Vi mostro gli indici di popolarità durante il festival- vidi che Bakugou e Todoroki erano i più richiesti, mentre io non ero presente nella classifica. Poco importa, non sono un hero, ma non essere considerati da nessuno da un grosso fastidio. -scegliete pure le vostre agenzie. Lavorare in quest'ultime vi permetterà di fare carriera e costruire le basi per il vostro futuro- -professore. E la seconda notizia?- chiese Mina -quella ve la do io giovanotti- disse la professoressa Midnight annunciando la sua entrata in classe -oggi deciderete quale sarà il vostro nome da hero. 

Che seccatura. Tutti avevano scelto i loro nomi, tutti fantasiosi e in tema con i loro quirk o eroi preferiti. Io invece ho deciso di farmi chiamare Deku, ma non sarà il mio nome da hero, bensì quello da villain. Preparatevi a tremare al solo sentire questo nome hero.

Finite le lezioni andai al covo e lì trovai Chisaki. -Oh ciao Midorya. Ti chiami così giusto?- chiese il capo della yakuza -sì certo. Che ci fai qui?- chiesi -che cos'è quel foglio? Fammi vedere- lui lo girò e lo guardò -wow gli stage scolastici. Ascolta che ne dici di venire a fare uno stage da me?- -cosa?- -la tua conoscenza sui quirk potrebbe essermi molto utile nelle mie ricerche- -beh non so. Dovrei confrontarmi con il maestro e Shigaraki- -non c'è bisogno. Ho già chiesto io a loro se potevo prenderti per un po' e loro non hanno rifiutato. Dicono che lavorare con me potrebbe darti molta esperienza sul mondo del crimine- disse lui e a pensarci bene non era niente male come idea. Avrei fatto lo stage e sarei rimasto dentro il mio ambiente -perfetto. Accetto-.

Andammo a Osaka. Avevo addosso il mi costume da villain ,che bello indossarlo, ed entrammo dentro una piccola villa. Strano, mi sembra piuttosto piccola come luogo di esperimenti. Ma neanche a chiederlo che ecco che si aprì un passaggio segreto che portava ad un gigantesco complesso sotterraneo. Metaforico. Da quando gli hero sono aumentati e l'indice di criminalità è sceso le mafie hanno dovuto cessare di esistere o rimanere nascoste e loro stavano nascosti come ratti. Quanta pena.

Entrammo in un laboratorio dove trovai sangue, bisturi e una sedia piena di sangue e garze. -Vieni ti mostro qualcosa- Chisaki aprì la porta di una stanza e lì trovai sul letto una piccola bambina spaventata di 6 anni. Piangeva e guardava Chisaki con terrore -lei è Eri ed è la cavia dei nostri esperimenti- fanno esperimenti su una bambina?! -Te la affido, falle da tutore e cerca di renderla tranquilla va bene?- e poi se ne andò lasciandomi lì con la bambina. Lei mi guardava spaventata, se provavo ad avvicinarmi lei si allontanava. Non sarebbe stato facile.

Il giorno dopo Chisaki mi invitò a vedere i suoi esperimenti. Vidi Eri portata nel laboratori e legata alla sedia. Poi Chisaki si tolse un guanto, toccò Eri e lei si trasformò in una pozza di sangue. Il suo quirk si chiamava SMATERIAL potevo scomporre la struttura delle molecole e degli atomi togliendo e ridando forma o modificandola a suo piacimento. Lo vidi prendere un po' di quel sangue con una siringa e poi rimodellare Eri che era tornata come prima, ma perdeva molto sangue. 

-Il suo quirk le permette di riavvolgere le persone con il suo solo tocco. A 4 anni ha riavvolto così tanto il padre da farlo tornare un embrione per poi sparire. La madre la abbandonò e io la raccolsi e le diedi uno scopo. Abbiamo scoperto che l'effetto si prolunga anche sul suo sangue e stiamo creando dei proiettili in grado di riavvolgere il sistema genetico delle persone fino a farle tornare a quando non avevano quirk- in pratica avevano trovato una cura per il mondo alla minaccia dei quirk. Ero troppo felice, ma poi vidi Eri piangere e la mia felicità sparì.

Mi avvicinai a lei e la presi in braccio. Lei all'inizio tremò e cercò di staccarsi -sshhh va tutto bene ora ci sono qui io piccolina. Non soffrirai più- lei si calmò e si strinse a me. -Il tuo compito è fare in modo che lei collabori totalmente con noi- io non lo ascoltai e tornai in camera con Eri che subito si mise sotto le coperte. Per istinto le accarezzai i capelli, come per dire che io ero accanto a lei


Spazio autore

Eri!! La mia piccina! Quanto è tenera.

Ci vediamo al prossimo capitolo 

The villain of the brouken dreamsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora