Be mine

Bulling, memory

(questa sarà una sterek un po' lunga e triste, per cui TW:se siete sensibili a violenze o altro potete saltarla)

Stiles sorride finalmente, la sua vita, o meglio il suo passato non è stato dei migliori, ma adesso si ritrova all'età di 30 anni, con una carriera lavorativa che lo soddisfa, e perché no? Un bel conto in banca da disporre come e quando vuole, fisico asciutto e delineato da leggeri muscoli, che in adolescenza poteva solamente sognare.

Esce di casa per avviarsi a lavoro, ma prima che possa fare un posso fuori dal vialetto di casa sua vede una lettera nella cassetta della posta con scritto "Sig. Stilinski Stiles la invitiamo a festeggiare con noi il ritorno alle origini della classe 2009' , saremo lieti di rivederla".

Stiles guardò la lettera, e un moto di rabbia e dolore si fece spazio nel suo cuore, chiamò a lavoro e si diede in malattia, mentre i ricordi scorrevano veloci come se fosse successo il giorno prima e non 12 anni fa....

-ma partiamo dal principio di questa storia, il suo passato-

[...]

~Stiles prese a tossire, e il petto gli faceva ancora più male.
«Ancora non ne hai abbastanza Stilinski?» gli urlò contro Jackson continuando a prenderlo a calci, mentre i suoi amici riprendevano la scena ridendo; quel giorno Scott stava male e non era potuto venire a scuola, che di solito lo difendeva lui essendo capitano della squadra di lacrosse.
La sua vista iniziava ad appanarsi, le lacrime iniziavano a scendere e continuava a chiedersi perché doveva succedere proprio a lui, perse i sensi e svenne....~

(Presente)

Chiuse gli occhi cercando di cancellare quegli attimi infernali della sua adolescenza inutilmente; andò in cucina prese una vaschetta di gelato al pistacchio si avviò sul divano con tanto di coperta mentre i ricordi passavano per la sua testa in modo inevitabilmente..

...«Derek ti prego» lo pregò in vano.
«Hai sento Jackson? Il secchione mi sta pregando» e continuò a ridere, mentre il castano piangeva a dirotto, nel corridoio mentre nessuno si azzardava a fare niente, nemmeno il suo cosiddetto "amico" Scott.
Che non aveva provato a fare niente, rimase lì a guardare qualche secondo e poi se ne andò.
Le costole gli facevano un male cane, e cercò di non muoversi per non peggiorare le cose, un calcio, poi un altro e un altro ancora, prese a uscire del sangue dal naso, la vista si stava oscurando un po' per le lacrime e un po' per i troppi calcio ricevuti dal pestaggio di Derek e Jackson, poi svenne.

A Stiles vennero i brividi lungo la schiena, quello forse era uno dei peggiori ricordi, assieme a quando lo avevano pestato talmente tanto da farlo stare una settimana in ospedale...

Scosse la testa cercando di cancellare quelle immagini orribili. Cavolo non era più un adolescente, doveva fare vedere ai suoi demoni che lui era diventato un uomo forte e in carriera, che non era più un debole.
No, sta volta avrebbe dimostrato che i perdenti erano loro, che il male che gli avevano fatto era niente.
Guardò il foglio che aveva accartocciato sul tavolino di fronte a lui, si alzò dal divano lo prese, lesse il giorno dell'incontro e si preparò mentale, con l'unico pensiero fisso era "gli farò cascare la mascella a terra per lo shock".

[Skip time, giorno dell'incontro]

Si guardò un ultima volta allo specchio, aveva indossato una camicia bianca che si intravedeva il fisico asciutto e delineato, pantaloni neri e aderenti, e in fine scarpe nere lucide.
Si sistemò un'ultima volta i capelli alla meno peggio;

Il telefono prese a squillare ed era Lydia.
Lei era l'unica che dopo il fatto dell'ospedale gli era rimasta affianco, all'epoca era fidanzata con Jackson, e dopo aver saputo la verità da Stiles, avevano troncato ogni rapporto.