SE SOLO FOSE VERO: Capitolo 2 - ho bisogno di amore

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Le 6:30 del mattino. Ormai è l'abitudine svegliarsi a questi orari folli, andando a dormire talmente tardi da non sapere chi sei.


La routine è classica: mi alzo, mi lavo, mi vesto, faccio colazione, preparo lo zaino, faccio una carezza al peluche di un panda che mi ha regalato la mia ragazza per il mio compleanno, esco di casa, aspetto il bus al freddo e al gelo, arrivo a scuola, faccio lezione. Incontro lei, la mia ragazza, fortunatamente andiamo nella stessa scuola. Si chiama Federica, ha un anno in meno di me, la trovo molto carina: un po' bassina, capelli lunghi, castani, solitamente legati con un fermaglio o una coda alta per non farli scivolare sul volto, un leggero trucco per non sembrare uno zombie. Per questo la ammiro, non so come faccia a truccarsi, io rischio di sbagliare pure a mettere i piedi nelle scarpe. Si veste sempre carina, spesso con una camicia e una gonna, per non prendere freddo rigorosamente la felpa che mi ha rubato un giorno che era a casa mia, non mi oso dirle niente, le sta davvero bene.

Stiamo insieme da poco, ma stiamo bene. Oggi non potrò farla venire a casa mia, troppi compiti da fare.


La giornata si ripete. Chiacchiero con Marcus alla fermata, viaggio in bus, arrivo a casa, compiti, telefono, dormire.
Ok. Dormire direi di no. Mi mancava Federica. Con tutte queste cose da fare non abbiamo nemmeno il tempo di stare insieme. Prendo il peluche del panda. Ha la grandezza di un qualsiasi orso di pezza, lo abbraccio, in un certo senso è come se lei fosse qui con me. Riesco ad addormentarmi. Finalmente domani è venerdì.

Mi sveglio, avere il panda vicino mi fa sorridere. Lo metto sul comodino e la giornata ricomincia. Torno a casa, ancora senza di lei. Non trovo il panda nella stessa posizione in cui lo avevo messo quella mattina. Era tornato dove lo avevo sempre lasciato, al fondo del letto. rimango perplesso a vedere che era li. Ma probabilmente è colpa di mia madre, lo avrà spostato lei per spolverare. lo riprendo per dormire.

La notte passa, finalmente è un sonno che non viene interrotto dal suono odioso della sveglia. Quando apro gli occhi non so che ore siano, sicuramente tardi. Sento profumo di lasagne. Scendo in cucina, avevo ragione. Mi siedo a tavola con mia madre, chiacchierando un po'con lei. Abbiamo un buon rapporto. Torno poi in camera per finire di studiare, anche questa volta qualcosa di strano, quel panda... ora non ricordo se prima di mangiare lo avessi messo al suo posto, ma è di nuovo li. Non ci faccio troppo caso, dopotutto ero mezzo stordito. Decido che è ora di rilassarmi, mi prendo il weekend per me, faccio ciò che mi piace, anche se la domenica sera inizio ad essere davvero triste, credo sia la classica "sindrome del lunedì" che molti hanno. Prendo il peluche e lo abbraccio, addormentandomi.



S.A.

S.F.M.A: Classified ObjectDove le storie prendono vita. Scoprilo ora