Arrivato all'appuntamento nemmeno riuscii ad avvicinarmi a Martina per baciarla, lei mi fermò, dicendomi di seguirla. La vedevo strana. Lo era stata per diverso tempo negli ultimi mesi, all'inizio mi aveva detto che fosse per la scuola, non avevo idea di quanto stavo per scoprire.
Seguii la mia ragazza tra le strade della città, provai a parlare ma lei continuò a dirmi che non era quello il momento. Arrivammo alla fine in una zona isolata, li si voltò finalmente a guardarmi
-Nate... io.. mi dispiace...
La guardai stranito, cos'è mi stava per lasciare? Purtroppo si. Mi fece un lungo discorso sul fatto che mi amasse, che sarebbe voluta restare con me e tutto il resto, peccato che quel discorso non riuscì a farmi rattristare, anzi, c'era qualcosa di davvero strano nelle sue parole. Sembrava quasi una bambina che aveva imparato a memoria il discorso di natale. La guardai mentre ascoltavo quello che aveva da dirmi, ad un certo punto si mise anche a piangere, anche se pure quel gesto, che dovrebbe essere la maggior espressione di dolore non mi causò nessuna emozione, sembrava essersi segnata le frasi nel quale piangere, generalmente se qualcuno prova emozioni così forti da piangere non succede nelle frasi più importanti che sta per dire, succede da prima, visto che la mente deve preparare il discorso. Lei no. Lei piangeva solo nelle parti salienti del discorso, quando diceva di amarmi per esempio. Mi disse di avermi tradito da quando ero andato via, soprattutto all'inizio, oltre questo mi disse anche che quasi non mi sopportava più per il mio continuo parlare di cose che non esistevano. La guardai stranito da quell'affermazione
-aspetta. Non ti ho mai parlato di quello che leggo, anche se te ne ho parlato non così tanto. Ti ho parlato solo del mio lavoro!
Lei iniziò una scenata, mi attaccò a parole, secondo lei non solo il mio lavoro non esisteva, visto che non le avevo mai detto se e quanto guadagnassi, ma oltre a quello avevo anche la colpa di non essermi commosso e non averla abbracciata dicendole "poverina". La guardai scuotendo la testa, sapevo che stava per partire una litigata, ma non potevo starmene zitto
-beh, certo che non ti ho mai detto quanto guadagnassi a lavoro, sai, volevo evitare di vedermi usato per i soldi! E oltre a questo è parecchio difficile piangere di fronte ad una tragedia così visibilmente recitata!
Lei restò di sasso, nuovamente ricominciò la sua predica. Non avevo cuore perchè lei stava esternando tutte le sue emozioni, non riuscivo a capirla perchè non la amavo veramente e tutto il resto. Rimasi fermo a pensare qualche secondo, la guardai
-stai continuando a dirmi questo solo per far si che sia io a lasciarti? Hai avuto il coraggio di tradirmi e di venirmelo a dire, ma non di dirmi "ti lascio, sono innamorata di un altro"? Vuoi che tutti vengano da te a consolarti, ad abbracciarti e dirti "poverina, ti ha lasciato così male!"?
Lei sembrò mugugnare qualcosa, come a cercare di difendersi, sospirai, sinceramente non mi interessava nulla di quella situazione, in realtà, avendo solo più il mio migliore amico, poteva anche andare a dire a tutti che io ero una merda vivente, non ne avrei risentito. A quel punto aspettai ancora, non risposi, volevo vedere se aveva il coraggio di lasciarmi. Non lo aveva. Continuava a singhiozzare parole senza senso, a quel punto presi io in mano la conversazione.
-ora è il mio turno, cara Martina. Tu hai detto quello che pensavi, ora tocca a me. Io, al contrario di te, ti amavo e ti amo ancora. Ti amavo perchè ti reputavo una persona fantastica, mi sono sbagliato. Vuoi proprio saperlo? Questa è la cifra che guadagno in un mese.
Le mostrai un foglio con un numero a 6 cifre
-volevo vedere se mi amassi anche senza soldi. Evidentemente no. Adesso, visto che non hai il coraggio di lasciarmi, dopo avermi tradito con un altro, ti lascio io. Anche se mi sarebbe piaciuto vedere un minimo di coraggio. Non mi metto a dirti che avevo dei progetti per noi, a quanto pare non c'è più nessun noi. Sono stati belli questi anni, adesso devo andare, almeno posso dedicare il resto di questa giornata a qualcuno che se lo merita di più.
Non continuai il discorso. Non le lasciai modo di replicare. Mi voltai dalla parte opposta e andai via, presi il telefono e feci partire una chiamata, sapevo perfettamente che lei sarebbe andata a piangere dai miei vecchi amici e qualcosa del genere, avevo in mente una bella vendetta.
S.A.
(si, lo so, due capitoli in un giorno, molto strano.)
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S.F.M.A: Classified Object
ParanormalLa storia di un ragazzo normale... dalla vita particolare. Quando un singolo oggetto ti cambia la vita